Il meglio del 2020 a fumetti per la redazione de Lo Spazio Bianco

Il meglio del 2020 a fumetti per la redazione de Lo Spazio Bianco

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I MIGLIORI FUMETTI DEL 2020 PER STEFANO GRILLANDA

  • Sentient di Jeff Lemire e Gabriel Hernandez Walta (Panini Comics)
    La terra sta diventando inabitabile e gli umani la stanno abbandonando, colonizzando lo spazio. La USS Montgomery è la prima nave a trasportare famiglie con bambini sulla colonia, ma una tragedia lascerà i bambini orfani e a guidarli rimarrà soltanto la I.A. della nave. In Sentient Jeff Lemire riesce a mescolare una storia ad alta tensione nello spazio ad un racconto di formazione unico nel suo genere, coinvolgente ed emozionante. Gabriel Hernandez Walta disegna una fantascienza usata, ambientazioni fredde come lo spazio profondo che contrastano con il calore dei bambini rimasti orfani. Sentient è l’ennesimo capolavoro di Jeff Lemire, che non smette di stupire per la sua capacità di trattare i sentimenti e i diversi aspetti dell’animo umano nei generi più disparati.
  • Il Nuovo Mondo di Ales Kot e Tradd Moore (Saldapress)
    Il Nuovo Mondo è una storia d’amore al cardiopalma in un futuro dove la giustizia è show per le masse e dove la vita vale zero, il tutto racchiuso in un contesto politico che estremizza quello attuale. Tradd Moore è un disegnatore unico, non c’è nessuno come lui in tutto il panorama fumettistico mondiale. Nessuno rompe gli schemi come lui, nessuno usa le linee curve in quel modo, nessuno compone tavole e racconta intere storie in una pagina sola come lui è in grado di fare. A “condurlo” c’è poi Aleš Kot, uno scrittore giovane ma che è stato capace di farsi notare a livello mondiale con pochissimi ma sempre ottimi fumetti, uno sceneggiatore che tratta temi attuali e li usa per costruire le sue storie riuscendo ad intrattenere e far pensare allo stesso tempo. Il Nuovo Mondo è artisticamente perfetto e spettacolare, narrativamente divertente, scorrevole e intelligente. Credo che da un fumetto non si possa volere molto altro. 
  • Middlewest di Skottie Youg e Jorge Corona (Bao Publishing)
    Prendete il Midwest americano formato da distese di campi a non finire, cittadine rurali e fattorie, e mischiatelo con elementi fantasy un po’ classici e un po’ steampunk. A questo punto fate scrivere la storia a quel mostro di Skottie Young il quale ci aggiungerà un intenso dramma familiare che si trasformerà in un viaggio di crescita sempre più in profondità nella tana del Bianconiglio. Infine fate disegnare tutto a Jorge Corona che, con uno stile po’ deformed, spigoloso, ma con tavole piene, splash page mozzafiato, colori vivi e character design perfetti, rende il tutto una meraviglia per gli occhi. Ecco, avete ottenuto Middlwest, un inizio di serie che dà solo un piccolo assaggio della sua potenza, ma questo assaggio è un’esplosione di sapori e colori incredibile. 

 

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I MIGLIORI FUMETTI DEL 2020 PER MICHELE GAROFOLI

  • Fingerless  di Spugna (Hollow Press)
    Incredibile, profetico e tecnicamente eccellente horror cosmico completamente muto, che segna un nuovo step nella carriera di Tommaso Di Spigna in arte Spugna.
  • Le mani di Z di Akab (Progetto Stigma/Eris Edizioni)
    L’ultima opera di un genio artistico superiore, osannato quando ormai era troppo tardi. Tutta la poetica di un uomo profondo racchiusa in un libro che sa colpire duro ma anche accarezzare.
  • Padovaland di Miguel Vila (Canicola Edizioni)
    La provincia italiana sezionata in crudo racconto che ne racconta tutte le meschinità e le crudeltà dei rapporti. Eccezionale opera d’esordio di Miguel Vila, capace di rileggere graficamente e narrativamente alcuni dei più grandi autori italiani in maniera unica e personale. 

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I MIGLIORI FUMETTI DEL 2020 PER DAVIDE GRILLI

  • Come la gente normale di Hartley Lin (Edizioni BD)
    Ci sono opere che sono difficili da definire perché si sottraggono alle categorie a cui siamo abituati. E alle volte è persino difficile capire che cosa, di quei lavori, ci è piaciuto in particolar modo. Come la gente normale è per me una di queste. Perché al di là di un tratto oggettivamente molto bello ed elegante, racconta le vicende lavorative di un’assistente legale statunitense. La sua routine esistenziale, lavorativa e sentimentale. Pochi sussulti, poca azione, nessun colpo di scena. Ma è forse proprio la capacità di raccontare le sfumature, di restituire gli stati d’animo e mostrare in controluce le contraddizioni e le incertezze dei personaggi ad avvincere il lettore.
  • Malaterre di Pierre-Henry Gomont (Edizioni BD)
    Pierre-Henry Gomont
    , autore di Malaterre, è talmente sicuro di sé da iniziare il racconto partendo dalla fine. Gabriel, il personaggio principale del libro, è un uomo burrascoso ed inquieto, erede scapestrato di una famiglia importante a cui ha opposto resistenza sin quasi dalla nascita. Così egocentrico e irresponsabile da trascinare i suoi figli adolescenti in un’avventura imprenditoriale ai limiti del possibile. Gomont racconta in maniera perfetta l’ennesima epopea familiare, riuscendo a far stare in equilibrio tutti gli elementi e i personaggi del romanzo, anche grazie a un disegno espressivo, una colorazione vivida, una narrazione incalzante che appassiona fin dalle prime pagine.
  • La solitudine del fumettista errante di Adrian Tomine (Rizzoli Lizard)
    Un po’ commedia un po’ tragedia, il nuovo libro di Adrian Tomine racconta la vita ingloriosa di un noto autore di fumetti: sé stesso. Lo fa condensando in brevi racconti la lunga carrellata di delusioni, figuracce e insicurezze che lo accompagnano sin dall’infanzia. Il risultato è un lavoro sincero anche quando mente, che convince anche quando è meno riuscito. Un ottimo esempio delle possibilità del racconto, specie quello a fumetti, perennemente in bilico tra ciò che viene mostrato e ciò che è, tra quello che dicono le immagini e quello che è scritto nei balloon.

Menzione d’onore: Rusty Brown di Chris Ware (Coconino Press)
Una sola parola: capolavoro. Per il resto, leggete qui.

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I MIGLIORI FUMETTI DEL 2020 PER GUGLIELMO NIGRO

  • Rusty Brown di Chris Ware (Coconino Press)
    Non è più possibile, nel fumetto, raccontare senza fare i conti con il passato. Il medium è ormai maturo e consapevole. Le scelte che ogni autore fa procedono a partire da quanto già è stato fatto e raccontato in precedenza da altri autori, per assimilazione o per sottrazione. Eppure, molti fumettisti si trovano a dover reinventare tutto da capo. Il cuore della pratica creativa sta forse in questo. Ed è così che Chris Ware continua a raccontare la sua storia sulla solitudine esistenziale (dopo l’indimenticabile Jimmy Corrigan) riprendendo elementi, riferimenti e simboli che hanno fatto la storia del fumetto statunitense (anche supereroistico) trasformandoli in qualcosa di completamente nuovo, attraverso un processo formale che non ha eguali. La domanda che Ware ci pone, come lettori, è sempre la stessa: al di là della forma, c’è un contenuto significativo? La risposta, per quanto mi riguarda, è sì. è il dominio del simbolo, che sa parlare in modo universale alla nostra coscienza profonda, e ci emoziona e commuove come in una grande lezione sulla vita. Un’opera che è un vero monumento di amore alle infinite possibilità del medium fumetto.
  • Labirinto di Charles Burns (Coconino Press)
    Quando Charles Burns inizia una nuova storia, i piani narrativi non sono mai chiari. È la sua cifra stilistica, in questo caso, dichiarata a partire dal titolo. Il protagonista, Brian, è un giovane che si muove tra diverse realtà (reali, mentali, immaginarie, energetiche?), in lotta per cercare di orientarsi e comprendere dove si trova e a quale piano appartiene. Il suo incontro con Laurie, una ragazza sensibile e normalmente inserita nella realtà apparente, apre nuove porte attraverso la via del desiderio. Ma è interessante riflettere proprio sul personaggio di Laurie, che a sua volta sembra essere in lotta tra due realtà: quella della ragazza amabile, comprensiva e pronta a essere abusata emotivamente dagli altri, e quella della ragazza autonoma, forte e distaccata. È possibile un equilibrio? O è un nuovo labirinto della coscienza in cui perdersi? Labirinto è il primo capitolo di una storia che proseguirà in altri volumi. Termina in modo brusco, lasciando il lettore appeso. Si potrebbe scegliere di attenderne il completamento prima di leggerlo, ma si farebbe l’errore di non stare appieno al gioco narrativo di Burns. E di provare il giusto piacere per l’attesa del prossimo volume.
  • Asadora! di Naoki Urasawa (Planet Manga)
    Naoki Urasawa
    ha saputo raccontare alcune delle storie più avvincenti degli ultimi due decenni. Monster, 20th Century Boys, Billy Bat sono alcuni degli esempi più rappresentativi. Asadora! (con il punto esclamativo a ricordarci la straordinarietà della protagonista) conferma, nel suo primo capitolo, l’ambizione del mangaka, e la sua ambizione di portare il lettore verso un cammino narrativo lungo e tortuoso, dove il realismo (stilistico e storico) si fonde con la semplificazione emotiva del feuilleton. L’impianto appare più semplice e lineare dei lavori precedenti, ma le possibilità sono tutte aperte. Nel complesso, un inizio coinvolgente e lucidissimo, che non può che riaffermare le qualità autoriali di Urasawa. 

Menzione d’onore: Berlin di Jason Lutes (Coconino Press)
Berlin è uno di quei miracoli narrativi che fanno di un autore unico come Jason Lutes una specie di essere leggendario. Berlin è la sua opera monumentale, portata avanti in lunghi anni di realizzazione. Coconino Press aveva già presentato l’edizione in capitoli distinti e quest’anno ha pubblicato una nuova edizione in volume unico che è la forma perfetta per leggere Berlin. Lutes ha uno stile chiaro, pienamente consapevole, con una cura maniacale per la scelta di ogni vignetta, inquadratura, ambientazione, momenti espressivi. La recitazione dei personaggi è uno dei suoi punti di forza, e i protagonisti sono il cuore di un racconto che non è (solo) la rinarrazione degli anni della repubblica di Weimer. Berlin è quindi un romanzo storico ben documentato, ma soprattutto una grande storia di persone, desideri e ambizioni. Un esempio riuscito dell’infinito potenziale espressivo del fumetto.

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I MIGLIORI FUMETTI DEL 2020 PER MAYA QUAIANNI

  • Le Black Holes di Borja González (Mondadori Oscar Ink)
    Avevo l’impressione di non trovarmi dove dovevo stare. Come se tutto fosse troppo veloce e io restassi indietro“. Tra le pubblicazioni da riscoprire in questo 2020, la versione italiana della graphic novel di Borja González uscita in Spagna nel 2018: un sofisticato gioco tra livelli narrativi e linee spazio-temporali, unite da un’atmosfera onirica e misteriosa. Un fumetto dove farsi trascinare dal particolarissimo stile visivo dell’autore e scoprire le potenzialità del fumetto iberico contemporaneo.
  • Le mani di Zeta di AkaB (Progetto Stigma/Eris Edizioni)
    In questo libro ho provato a dare delle risposte fantasiose a una realtà che in fondo non volevo e ancora non voglio conoscere”. Arrivato in pieno lockdown a chi aveva aderito al preorder, il fumetto postumo di AkaB è un capolavoro imperfetto, un progetto su cui Gabriele lavorava da anni e terminato poco prima della sua scomparsa. Per chi conosceva Gabriele una lettura quasi dolorosa, ma incredibilmente potente grazie allo stile al contempo asciutto e fortemente espressivo che caratterizza l’autore. Da leggere sia come opera a sé stante che all’interno della bibliografia e biografia dell’artista milanese. Degna di nota l’edizione, curata dal conclave Stigma come sentito omaggio al suo fondatore.
  • Pregnancy Comic Journal  di Sara Menetti (Mammaiuto/Feltrinelli Comics)
    La mia pancia è una specie di campo di battaglia”. Inizialmente pubblicato online sul sito Mammaiuto.it, uscito come autoproduzione e – praticamente in contemporanea – pubblicato da Feltrinelli Comics, Pregnancy Comic Journal è un magistrale esempio di diario a fumetti. Nove mesi raccontati senza tabù, mostrando tutti gli aspetti più delicati di una gravidanza inaspettata: Sara Menetti riesce a trovare formule visive originali ed efficaci nel trattare un tema già ampiamente sfruttato, nel fumetto e non solo. Se conoscete qualcuno che ancora dubita si come la nona arte possa sviscerare argomenti delicati e personali, regalategli questo fumetto.

Menzione d’onore: Italo di Vincenzo Filosa (Rizzoli Lizard)
Pensare che credevo di essere speciale. La verità è che ormai appartengo a una razza in via d’estinzione”. Anche se uscito negli ultimi mesi del 2019, Italo e il 2020 hanno segnato la consacrazione di Vincenzo Filosa come autore. Dopo Viaggio a Tokyo e Figlio Unico, Filosa prosegue la sua “trilogia” riuscendo a realizzare una coraggiosa e originale non-autobiografia: raccontando il suo alter-ego Italo riesce a toccare e approfondire temi quali la dipendenza dalla droga, l’ipocrisia e le piccolezze come fumettista e come persona. Un’opera incredibilmente onesta, con sequenze (come quella iniziale) da vero maestro. 

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