I migliori fumetti del 2023 secondo Lo Spazio Bianco

I migliori fumetti del 2023 secondo Lo Spazio Bianco

I migliori fumetti del 2023 secondo la redazione de Lo Spazio Bianco.

Siamo arrivati in fondo a un altro anno e anche in questo 2023 Lo Spazio Bianco cerca di fare un po’ di ordine chiedendo alla redazione di indicare quali siano i fumetti più belli o interessanti dell’anno. Come al solito non si tratta di una classifica di merito, ma più un modo per offrire alcuni spunti su l’anno a fumetti appena trascorso e magari, visto il periodo, anche per dare alcune idee per i regali di Natale!

I migliori fumetti dell’anno per Giovanni Dacò

Il mondo senza fine di Christophe Blain e Jean-Marc Jancovici (Oblomov)

Pop Il Mondo Senza Fine

Un’opera rigorosa e inesorabile, che parla di cambiamento climatico analizzando il ruolo cruciale dell’energia nella società odierna. La descrizione del passaggio da una civiltà rinnovabile a una civiltà fossile chiarisce l’impatto che capitalismo e turbocapitalismo, a fronte di innegabili benefici, hanno sull’ambiente. Ma entra anche nel dettaglio del potenziale delle energie rinnovabili, delle reazioni che multinazionali e politici hanno nei confronti del climate change e dei paracaduti che l’umanità può sfruttare per contrastare un fenomeno ormai avviato e inarrestabile.
Jean-Marc Jancovici – ingegnere, insegnante, conferenziere, divulgatore scientifico esperto di clima e di energia – e Christophe Blain – illustratore e fumettista francese – realizzano un lavoro esaustivo e dalle importanti componenti informative ed educative.
Qui la nostra recensione.

Il fuoco di David Rubin (Tunué)

Il fuoco racconta un armageddon grandioso, sia per la scrittura sia per i disegni di David Rubin. Il fumettista spagnolo sviluppa un racconto basato su un realismo cinico e sfrutta parallelismi e ossimori per sviscerare aspetti filosofici e sociologici dell’animo umano. Il tono drammatico, unito alla complessità e alla profondità psicologica dei personaggi, enfatizza tematiche importanti come il fine vita, il ruolo della tecnologia, la propaganda.
I disegni sono un manifesto del pop e regalano ai lettori italiani dei suggestivi spaccati di Roma, fra i quali piazza Navona e il  Pantheon.
Con Il fuoco, Rubin dimostra anche di saper sfruttare al meglio le potenzialità della fantascienza, utilizzando un futuro credibile come scenario per una storia drammatica e dal finale spiazzante. A Lucca Comics 2023 ci ha raccontato la genesi del libro.
Qui la nostra recensione più approndita.

I migliori fumetti dell’anno per Federico Beghin

Eternity di Alessandro Bilotta, Sergio Gerasi, Matteo Mosca, Francesco Ripoli (Sergio Bonelli Editore)

1664792053628.jpg Eternity La Morte E Un Dandy

Con i suoi fumetti Alessandro Bilotta mi fa sentire a casa e allo stesso tempo mi spiazza, mi destabilizza, mi invita a mettere in discussione la mia visione del mondo. La scrittura è asciutta e raffinata, rilassante ma stimolante, mentre la teatralità dei disegni, con i vari artisti coinvolti che seguono la scia di Sergio Gerasi senza rinunciare al loro stile, mi catapulta in una realtà viva, pulsante e avviluppante. Sul sito trovate la recensione del primo, del secondo e del terzo numero.

Dandadan di Yukinobu Tatsu (J-Pop)

Un manga leggero, sboccato, divertente, ricco di azione e di situazioni assurde: Dandadan è sempre una lettura che affronto con sovrumana voracità e altrettanto dispiacere una volta giunto alla fine di un volume, perché vorrei avere subito tra le mani il successivo. Il merito è delle interazioni tra i due protagonisti e tra gli stessi e il nutrito cast di comprimari, in continua espansione. Quando Yukinobu Tatsu si scatena, i suoi disegni catturano l’attenzione grazie a un segno potente e dinamico.

I migliori fumetti dell’anno per Paolo Garrone

Hulk di Phillip Kennedy Johnson e Nic Klein (Panini Comics)

Hulk

Dopo il non proprio fortunatissimo ciclo, seppure visivamente superbo, di Cates e Ottley il Gigante di giada si prepara probabilmente – mentre scriviamo sono usciti solo tre numeri – a un nuovo periodo di grande valore. Lo scrittore Phillip Kennedy Johnson dichiara esplicitamente di voler seguire le orme tracciate da Al Ewing e ne interpreta benissimo la lezione, con atmosfere horror meno gore rispetto al suo predecessore ma altrettanto inquietanti, che richiamano anche la poetica di Lovecraft. Nic Klein dal canto suo è un egregio interprete delle sceneggiature, col suo segno potente, che ricorda un po’ quello di Bernie Wrightson, ma restando personale. Due autori adeguatissimi, che dovrebbero confermare e far proseguire la stagione d’oro fumettistica di Hulk.
Il numero uno della serie ci è piaciuto molto.

MassiveVerse di Kyle Higgins e AA. VV. (saldaPress)

Partito con Radiant Black (che abbiamo recensito qui), sviluppatosi con vari spin-off (per ora Rogue Sun e Radiant Red) e con un solido progetto alle radici, il MassiveVerse è il nuovo universo supereroico più in voga del momento al di fuori delle Big Two. Lo è con merito, perché è sceneggiato con brio innovativo senza ricerca dell’inutile colpo di scena a effetto ma studiando intrecci interessanti e coinvolgenti. E anche i personaggi sono tridimensionali, dotati di spessore umano realistico. L’origine dei poteri, e quindi delle abilità dei personaggi, è equamente spartita tra fantascienza e magia. Efficace anche la squadra di disegnatori, piuttosto nutrita  per nominare qualcuno senza fare torti agli esclusi. Interessante la ricerca di uno stile che dia omogeneità all’universo nel design di character e ambientazioni. Per ora gli intrecci sono abbozzati, ma con i presupposti messi in gioco assisteremo con ogni probabilità molto presto a un grande crossover massiversale.

I migliori fumetti dell’anno per Simone Rastelli

Eroi, mutanti, mostri & meraviglie. Un viaggio mai tentato prima al cuore dell’universo Marvel di Douglas Wolk (UTET)

Marveleroimostri

In questo corposo excursus attraverso la produzione Marvel (Premio Eisner 2022 per il miglior saggio sul fumetto), Douglas Wolk non solo propone una rassegna di albi, avventure e autori che hanno segnato il percorso della Casa delle Idee ma, soprattutto, spiega come la comunità degli appassionati affronti la lettura e il confronto con quel variegato mondo narrativo. Capitoli di inquadramento tematico si alternano alla presentazione di lavori esemplificativi, mantenendo la riflessione sempre ancorata alle opere che l’hanno nutrita. Con leggerezza e sottigliezza analitica, Wolk esplora un mondo fatto di discussioni, convenzioni e rivolgimenti e fa capire che cosa muova gli sguardi, i pensieri e i cuori dei Veri Credenti.
Consigliato a tutti coloro che non hanno mai capito e a tutti coloro che ancora credono.

Once & Future vol. 5 – La Terra Desolata di Kieron Gillen, Dan Mora, Tamra Bonvillain (Edizioni BD)

Once & Future è intrattenimento ad alta velocità e il quinto volume ne è la soddisfacente chiusura. Nell’opera di Kieron Gillen, il mondo delle leggende arturiane diventa incubo reazionario che trasporta la Gran Bretagna fuori dal mondo, mentre un improbabile gruppo di personaggi tenta di portarlo indietro. La metafora è chiara e, per chi fosse duro di comprendonio, Gillen la esplicita subito. Ma il racconto si tiene lontano dal didascalismo, grazie all’intreccio di relazioni messo in scena, che mantiene il fuoco sulle personalità dei protagonisti anche attraverso la fiammeggiante catena di mirabolanti eventi, incontri e scontri. Racconto corale, vivificato dalla grazia di Dan Mora e Tamra BonvillainOnce & Future mescola senso del meraviglioso con un’autoironia che ne valorizza i momenti più intensi. Cavalieri, draghi, lanciarazzi e due (tre?) meravigliosi personaggi femminili che spiccano su tutti gli altri: che volere di più?
Qui abbiamo parlato dell’intera saga.

I migliori fumetti dell’anno per Daniele Garofalo

Nightwing di Tom Taylor e Bruno Redondo (Panini Comics)

Nightwing

Una delle letture più fresche e innovative per me in ambito supereroistico degli ultimi anni, forte della grande capacità di Tom Taylor di creare dei personaggi verosimili e umani, a cui si affianca lo stile folgorante di Bruno Redondo, che spazia tra tavole che richiamano gli anni passati e innovazioni narrative uniche, quali albi realizzati in una splash continua o interamente come se si osservasse dagli occhi dell’eroe.
Dopo la batosta data con il tremendo arco narrativo di Ric Grayson, è bello poter vedere un personaggio come Nightwing avere la cura e il rispetto che merita.

Il passaggio di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino (Bao Publishing)

Dopo il preludio con I Divora Ombre regalato da Bao per il free comic book day del 2022, il mio interesse per questo progetto horror è cresciuto a dismisura e Il Passaggio, primo tassello del nuovo universo horror creato da Jeff Lemire e Andrea Sorrentino, non delude assolutamente. Più livelli di lettura e tavole qualitativamente fuori scala fanno immediatamente capire la bontà del lavoro di questo “dinamico duo”, che seguo dai tempi dei primi lavori in DC Comics e che finora non mi ha mai deluso.
Ecco la nostra recensione.

I migliori fumetti dell’anno per Marco Favaro

Batman Cavaliere Bianco – Beyond di Sean Murphy (Panini Comics)

Whiteknightbeyond

Batman Cavaliere Bianco – Beyond: Sean Murphy ci riporta nell’universo del Cavaliere Bianco con questa saga in otto puntate conclusa nel febbraio 2023.
Ancora una volta Murphy offre una rilettura fresca e stimolante di Batman e degli altri abitanti di Gotham City.
In quest´ultimo capitolo la saga fa un salto temporale di dodici anni da La maledizione del Cavaliere Bianco, proiettando il lettore nella Gotham futuristica e cyberpunk di Batman Beyond. Così come aveva già fatto con Bruce, Harley, Joker e tutti gli altri, Murphy reinterpreta anche Terry McGinnis e Derek Powers in modo originale e innovativo, rimanendo però fedele all´essenza dei personaggi.
Qui la nostra recensione.

I migliori fumetti dell’anno per David Padovani

La sindrome di Leonardo di Maurizio Rosenzweig (Feltrinelli Comics)

Sindromeleonardo

Un atto d’amore per il fumetto e il lavoro di fumettista, che oscilla tra toni amari e dolci, disperati e comici, tra psicoanalisi e poesia. Il più recente libro a fumetti di Maurizio Rosenzweig è una riflessione diretta e senza mediazioni sulla bellezza e la fatica di creare storie, nella quale il fattore autobiografico si scioglie dentro una narrazione fittizia per dare luogo a un racconto particolare che tocca temi generali.
Leonardo Levitsch ne è il protagonista, fumettista sprofondato in crisi creativa da oltre 25 anni, che convive quotidianamente con i personaggi del proprio immaginario ai quali non riesce a creare una nuova storia per farli vivere sulla pagina e con una figlia prossima alla laurea e sua unica ragione di vita.
La Sindrome di Leonardo mette in scena una storia che omaggia il mondo dei fumetti in ogni sua componente, da Art Spiegelman a Jack Kirby, a Superman, attraverso una messa su pagina che trasmette l’urgenza di dar forma a sequenze e personaggi, con la volontà di darsi completamente al lettore, quasi di sopraffarlo, ma sempre con l’opera e non con l’ingombro del suo autore.
Pochi autori sono capaci di confrontarsi con un’idea di fumetto così primigenia e anarchica.
L’autore ne ha parlato con noi, e noi abbiamo parlato della sua opera.

Lime di Joachim Tilloca (Oblomov)

Lime è un fumetto-mondo. Lo è, prima di tutto, nel suo essere trasversale a un genere: si parte con un noir, si passa poi in una dimensione metafumettistica, si tocca una fantascienza che potremmo quasi definire “jodorowskyana”, metafisica e filosofica, per poi tornare e concludersi nel noir iniziale. Lo è poi nella poliedricità dello stile grafico che cambia e si trasforma di tavola in tavola. Ma, soprattutto, è un fumetto-mondo nel senso che è il mondo del suo autore, Joachim Tilloca: c’è dentro il suo amore per il linguaggio fumettistico, per gli autori che lo ispirano e lo hanno formato, le sue passioni (musicali, cinematografiche, artistiche, alimentari), i suoi luoghi. In tutto questo, però, Tilloca non si pone davanti alla sua opera: c’è, ma sa rendersi invisibile, mettendosi al servizio della storia. È uno di quegli autori che ha la capacità di essere estremamente personale, riconoscibile, in qualche modo anche “invadente” o comunque impattante, ma – al contempo – di conservare la preziosa dote di riuscire a dissolversi agli occhi del lettore.
Un autore che macina i riferimenti per restituirli in uno stile originale che si potrebbe definire “underground” nella sua accezione di forza dirompente e impatto nella lettura.
Questa la nostra recensione.

I migliori fumetti dell’anno per Stefano Rapiti

Ducks – Due anni nelle sabbie bituminose di Kate Beaton (Bao Publishing)

Ducks

Nel dover selezionare due titoli dell’anno che si sta per chiudere è stato impossibile non farsi influenzare dagli eventi che hanno scosso l’opinione pubblica del nostro Paese. Perché i femminicidi sono un problema sociale ma anche culturale se si pensa che, alle soglie del 2024, si è tornati a parlare di patriarcato.
Può il fumetto giocare un ruolo di primo piano nell’educare le future generazioni? La risposta è ovviamente sì.
Anzi, non esiste miglior medium per parlare ai giovani e in tal senso Ducks di Kate Beaton dovrebbe essere testo di riferimento in qualsiasi scuola. L’autrice canadese racconta infatti la propria esperienza lavorativa nei giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta. Illustra con tatto e senza mai cedere alla disperazione l’incredibile costo umano che ha dovuto sopportare per lavorare in un ambiente a prevalenza maschile dominato dalla misoginia. Sono poche le opere in grado di raccontare con lucidità e senza farsi condizionare da un odio cieco, seppure legittimo, l’indicibile sofferenza di chi subisce una violenza sessuale. Beaton, lungi dal limitarsi al ruolo di vittima, fa tesoro della sua orribile esperienza per restituirci l’immagine di un’umanità alienata, sfruttata, calpestata ma che può ancora essere salvata.

Aaron di Ben Gijsemans (Coconino Press)

Aaron del belga Ben Gijsemans racconta invece un altro tema assai delicato: la pedofilia. Non la prima opera ad affrontare tale argomento ma di certo tra le poche ad assumere il punto di vista del  “mostro”. Quello che infligge Gijsemans è un autentico pugno nello stomaco, obbliga il lettore a calarsi nei panni di un ragazzo come tanti che scopre, suo malgrado, di avere delle terribili pulsioni. Una graphic novel che, nell’adottare una gabbia fissa e nello scegliere per ambientazione gli spazi ristretti di una camera, trasmette un claustrofobico senso di disagio acuito dai brevissimi intervalli temporali che scandiscono lo svolgersi delle vignette, comunicando come mai il fumetto aveva saputo fare la noia della quotidianità e di come questa lasci indifesi ad affrontare le proprie inconfessabili perversioni.

I migliori fumetti dell’anno per Rodolfo Dal Canto

Lo schermo bianco di Enrico Pinto (Coconino Press)

Cover Ok Def Pinto Lo Schermo Bianco Fronte 728x1024

L’esordio di Enrico Pinto racconta così bene il nostro presente che fatico a smettere di pensarci. Il fumetto è una storia d’amore, un noir, una distopia e un racconto politico.
E racconta del nostro rapporto con lo spazio, dello scarto tra vecchie e nuove generazioni, della nostra disillusione, di architettura, di protesta, il tutto quasi senza nemmeno che lettori e lettrici se ne accorgano.
Pinto riesce ad essere incisivo e delicato, senza mai suonare retorico, tutte qualità che descrivono bene anche il suo disegno.
Potete vedere qua alcune tavole in anteprima.

I migliori fumetti dell’anno per Ferdinando Maresca

Monica di Daniel Clowes (Coconino)

Monica 1 Scaled

Daniel Clowes ritorna nelle fumetterie e librerie italiane con un graphic novel che sotto una patina colorata e retrò racconta, a sette anni di distanza dal precedente “Patience”, la vita della protagonista attraverso nove storie brevi che spaziano tra diversi generi, facendoci immergere in un’atmosfera cupa a base di teorie complottiste, culti assassini e allusioni ad una imminente apocalisse. Monica, eroina eponima di questa storia, attraversa i nove capitoli del racconto in modo obliquo compiendo un percorso di ricerca personale e familiare che la porta ad indagare sul suo passato, coinvolgendo il lettore in uno stimolante gioco investigativo. La ricerca compiuta dalla protagonista, che la conduce a far luce sul destino di sua madre attraverso testimonianze che scrivono o riscrivono il suo passato, rendendolo incerto e fictionale come la storia che stiamo leggendo, si concretizza in una lettura emozionante che ci invita a sfogliare più volte le pagine alla ricerca di nuovi indizi. Il tutto, poi, è forse solo un pretesto per farci riflettere sul nostro passato, sulla veridicità e verificabilità dei nostri ricordi che contribuiscono all’invenzione/costruzione del nostro presente. Bentornato Daniel Clowes.
Ne abbiamo scritto qua!

Corso di recitazione di Nick Drnaso (Coconino)

John Smith è un uomo qualunque con un nome da uomo qualunque che ha la capacità, non scontata, di capire qualunque persona. La sua professione di insegnante lo porta ad organizzare un corso di recitazione che coinvolge soggetti contattati casualmente. Nick Drnaso compone un racconto complesso, teso e inquietante che ci parla del nostro presente passando attraverso le voci dei suoi protagonisti, persone fragili e comuni che vivono esistenze alienate all’interno della società moderna. La linea di demarcazione tra realtà e immaginazione si assottiglia sempre più con il progredire della storia andando a creare un groviglio inestricabile tra interpretazione teatrale e vita reale dei personaggi, intrappolati in un loop che lascia il lettore disorientato. Seppur a tratti lacunosa l’analisi compiuta da Drnaso risulta efficace, andando a indagare le interazioni sociali, il precario equilibrio psichico e il senso d’angoscia che accompagnano i suoi personaggi, persone smarrite in cerca di una connessione sociale.
La nostra recensione la trovate qui.

I migliori fumetti dell’anno per Andrea Bramini

Il contastorie di Teresa Radice e Stefano Turconi (BAO Publishing)

Contastorie

Ennesima riconferma del talento di questi due autori, Il contastorie affronta un tema che sta molto a cuore a Teresa Radice e Stefano Turconi: l’importanza del racconto e della fantasia, proposto anche attraverso le similitudini e le differenze con le menzogne.
La storia del giovane Pedro, ragazzino che sogna ad occhi aperti attraverso la lettura di romanzi fantastici e che si trova ad affrontare un’inaspettata avventura nella realtà, scoprendo verità inaspettate sul fratello maggiore che venerava, è un classico racconto di formazione trattato però secondo la particolare sensibilità di Radice. Turconi accompagna i testi con tavole acquarellate che presentano magnifici scorci dell’Amazzonia, ricche di natura lussureggiante e di sfumature intriganti, ma ha anche modo di sfoggiare il suo tratto più deliziosamente cartoonesco nel raffigurare i personaggi che popolano i libri divorati da Pedro, dimostrando la versatilità del suo stile.
Qui la nostra recensione.

Gli Evaporati di Bruno Enna, Davide Cesarello e Irene Fornari (Topolino nn. 3510-3514 e nn. 3538-3542, Panini Comics)

Con le due stagioni di cui si compone Gli EvaporatiBruno Enna sperimenta i limiti della narrazione a fumetti Disney creando per il cast di Topolinia una storia distopica e dalle sfumature vagamente inquietanti. Con uno sguardo alla struttura della serialità televisiva contemporanea e giocando con le atmosfere misteriose alla Lost, lo sceneggiatore crea un’epopea nella quale cala coerentemente Topolino e compagni, dando rilievo in particolare a un’eccezionale Minni.
Davide Cesarello sfoggia uno stile fluido molto efficace, in particolare negli inediti abiti indossati dai personaggi e in alcuni dettagli che emergono nei volti e nelle figure ritratte. Parte della riuscita dell’opera la si deve anche ai colori di Irene Fornari, che tra il giallognolo della nebbia e la fantasmagoria lisergica della seconda stagione presenta una palette in grado di calare perfettamente il lettore nell’avventura.
Se non vi basta, trovate una recensione dal blog Lo Spazio Disney.

I migliori fumetti dell’anno per Francesco Castronovo

Dove c’è più luce di Sualzo (Tunué)

Doveceluce

Sualzo racconta la rinascita in una storia intrisa di dolore: la memoria, i libri, il giardino e (col rischio di sembrare scontato) l’importanza di lasciarsi cambiare dagli incontri sono i principali elementi che mi hanno fatto affezionare a questo fumetto. Si aggiunga la qualità dei disegni, con la resa spigolosa del protagonista in mezzo a figure dal tratto morbido, per sottolinearne il carattere difficile (a riguardo, si veda l’intervista che abbiamo fatto all’autore), insieme a una colorazione bicromatica, divisa fra il bianco e una tonalità dell’azzurro, che mi hanno conquistato al primo sguardo. Un fumetto adatto a chi ama storie introspettive e profonde.
Ne parliamo in maniera approfondita qui.

Il contastorie di Teresa Radice e Stefano Turconi (Bao publishing)

Il duo Radice-Turconi torna a raccontarci una vicenda fatta di viaggi e cattivi maestri. Di questo fumetto mi hanno colpito il disegno, la colorazione e, soprattutto, il racconto, che si sviluppa fra avventure e libri. La storia dei due fratelli e del loro rapporto, prima improntato ad ammirazione acritica del minore verso il più grande, poi fatto di consapevolezza e di crescita del piccolo Pedro rispetto (e in contrapposizione) alla vera identità del maggiore Cent, merita, a mio avviso, il primo posto fra i fumetti del 2023. Un fumetto dedicato ai cattivi maestri e a quello che riescono, inaspettatamente, a insegnare.
Potete leggere la nostra recensione qui.

I migliori fumetti dell’anno per Lorenzo Barberis

Codex Rubens di Michael Hoëllard, Nathalie Neau, Marco D’Aponte (Topffer Edizioni)

Codexrubens

L’opera si presenta come una biografia a fumetti del grande pittore, seguendo all’apparenza, almeno all’inizio, un modulo consolidato. Nel presente, una giovane artista, che opera nell’ambito della performance, viene a intrecciare la sua esistenza con i luoghi che hanno segnato la vita del grande maestro. Nell’evoluzione dell’opera tuttavia le interazioni si faranno sempre meno didascaliche conducendo i personaggi in un labirintico gioco di specchi tramite i quali viene sviluppata una riflessione non banale su come Rubens sia l’antesignano di molta arte contemporanea e postmoderna, tra Picasso ed effetto Droste, atelier industriale sul modello della Factory warholiana e il gossip dell’epoca filtrato nei suoi dipinti. Il segno di Marco D’Aponte, sintetico ed elegante, funziona bene su una storia che ha il merito di sfruttare al meglio le potenzialità del fumetto in una narrazione intricata e paradossale che sarebbe difficile rendere in altri media.

Omnilith di Lorenzo Mò (Eris Edizioni)

Il secondo fumetto di Lorenzo Mò, qui autore completo, vincitore del Premio Boscarato come migliore opera, è un interessante viaggio in un futuro utopico che si svela ben presto una distopia, secondo un modulo consolidato della fantascienza. Tramite l’Omnilith, i combattimenti di un wrestling futuribile donano all’umanità energia pulita a volontà. Ma qualcosa non torna, ovviamente, e i protagonisti si trovano coinvolti, loro malgrado, in un giallo d’investigazione urbana ad alto tasso di combattimenti. Il tutto interpretato con uno stile perfettamente congeniale, tra recupero dei grandi maestri del passato – il fumetto anni Trenta, Jacovitti, Mattioli – e reinterpretazione libera e personale dell’autore. Una fantasmagoria ipercinetica che trascina il lettore in una sarabanda di lotte fuori dal ring in un crescendo rossiniano – e tarantinato – verso il finale. Quello che più si fa apprezzare è, forse, la fedeltà allo spirito del fumetto dell’età dell’oro, come sense of wonder, fascinazione visuale immediata che, però, denota all’osservatore esperto una scrittura e un disegno raffinati alle spalle.
L’autore ne ha parlato con noi in questa intervista.

I migliori fumetti dell’anno secondo Emilio Cirri

Entra. di Will McPhail (Tunué)

Entra

Will McPhail è un vignettista di grande talento, dotato di uno humor sottile e di uno sguardo interessante. Ed è pure molto simpatico, come abbiamo avuto modo di scoprire al Salone del libro di Torino. Con Entra., sua graphic novel d’esordio candidata agli Einser Awards 2022, McPhail racconta della ricerca di un legame profondo con gli altri, tra momenti comici e altri drammatici, realizzati con uno stile elegante, leggero e divertente e con una grande padronanza del ritmo narrativo.

Goblin Girl di Moa Romanova (Add editore)

Prima fumettista svedese a vincere l’Eisner Award, nel 2021, Moa Romanova racconta una storia con elementi autobiografici abilmente mescolati con uno stile underground e qualche lampo di immagini del mondo fantasy. Si parla di depressione, di scontro tra società e individuo, di ricerca di sé stessi, di rapporto uomo-donna e di rapporto con la celebrità. Un racconto denso eppure scorrevole, profondo ma anche ironico, capace di rappresentare i problemi e il mondo di una intera generazione con una forte voce personale.
Di Goblin Girl e del fumetto svedese odierno potete leggere questo lungo approfodimento.

I migliori fumetti dell’anno per Martina Caschera

Una breve elegia di Animo Chen (Add editore)

Animo Chen Web 1

L’artista taiwanese Animo Chen realizza con quest’opera un fumetto che, in tre brevi racconti per immagini e poche parole, comunica diverse sfumature di dolore. Puntando più sul colore che sul disegno, Chen colpisce a fondo senza entrare nel dettaglio e senza mai spiegare. Nemmeno la postfazione, che pure collega i racconti a un passato autobiografico, riesce a spezzare l’incantesimo in cui il lettore, inevitabilmente, cade.
Qui trovate la nostra recensione!

Roots. Radici di Bruna Martini (Beccogiallo)

Un racconto biografico che diventa autobiografico questo di Bruna Martini alla ricerca delle radici della sua inquietudine, del desiderio di allontanarsi dall’Italia, del sentirsi allo stesso tempo a casa e aliena nel proprio luogo d’origine. Una ricostruzione del viaggio di un antenato misterioso che, agli inizi del Novecento, si era trasferito in Argentina. Quali circostanze l’avevano spinto e quali le conseguenze di questa scelta? Un fumetto ricco di documenti d’archivio che ne provano il rigore, ma anche di riflessioni personali che ne testimoniano l’importanza tutta privata.

I migliori fumetti dell’anno per Marco D’Angelo

Topolino e l’ipotetico Doppioscherzo di Casty (Topolino 3515, Panini comics)

Topolino

Casty creò Vito Doppioscherzo come arcinemico di Topolino, alternativo ai classici Macchia Nera e Gambadilegno una quindicina d’anni fa per la storia Topolino e il magnifico Doppioscherzo. Con questo criminale mefistofelico, macchinoso e al tempo stesso geniale, Casty allora quasi agli esordi nei fumetti Disney come scrittore dimostrava già quelle qualità d’autore che, nel tempo, ne hanno fatto uno tra i più ispirati interpreti della nouvelle vague topolinesca. In questa nuova storia di 36 tavole, di cui cura testi e disegni,  riprende il suo “Joker”, a distanza di anni, e ci regala un fascinoso thriller hitchcockiano, in guanti bianchi, tutto giocato sul filo dei ricordi, sul concetto di “ricordo”. È la forza di Casty: costruire attorno a Topolino dal sapore disneyano classicissimo, quasi retro nell’impianto, con costanti riverberi a Gottfredson, Scarpa ed altri maestri, su cui però si innestano livelli di lettura e inquietudini modernissime.

Disgelo di Alberto Lavoradori (Segni d’autore)

È la storia del viaggio tormentato di un soldato, smarrito in un deserto coperto di ghiaccio e neve.  A ridurla all’essenziale è questa la trama del dolente romanzo grafico di 48 tavole, ambientato alla fine del 1812, in Russia. Il granatiere protagonista appartiene all’armata di Napoleone, in rotta dopo la disfatta dovuta più che al nemico bellico russo, al nemico naturale “Generale Inverno”.
La forza così intima e al tempo stesso universalizzante della narrazione, spoglia di sfondi, teatrale nella sua forma di monologo grafico tra il protagonista e il lettore, finisce per trascendere la pure accurata ricostruzione storica. Alberto Lavoradori costruisce in ogni vignetta un ordito di segni in cui le tensioni espressive portano dentro quelle esistenziali. Il viaggio fisico del personaggio nella steppa  diventa viaggio interiore dentro gli orrori della guerra, di ogni guerra. Così una storia ambientata oltre due secoli fa, finisce per parlarci anche delle tragedie del mondo attuale. 
Qui l’autore ha parlato con noi della sua opera.

I migliori fumetti dell’anno per Alessandra Pedrabissi

#DRCL di Shin’ichi Sakamoto (J-POP)

Drcl

Un adattamento del Dracula di Bram Stoker dalle tinte gotiche e vittoriane. La riscrittura dei personaggi in chiave moderna già vale la lettura di questo manga, che si fa manifesto delle differenze culturali e di genere: Luke (Lucy nel libro) è un ragazzo che diventa ragazza quando in preda a sonnambulismo, Quincy un giovane uomo americano di colore che vuole affermarsi nella chiusa aristocrazia inglese, Mina una fanciulla che fa di tutto per ribellarsi alla cultura maschilista che la vorrebbe sottomessa e fuori dal prestigioso college in cui studia con gli altri del gruppo. La scelta di sostituire gli scambi epistolari con tavole a effetto dona immediatezza di comprensione degli eventi, non rendendo necessario l’utilizzo di parole. Il tratto realistico di Shin’ichi Sakamoto e le sfumature cupe regalano un’opera a cavallo tra l’horror e il thriller, da affrontare a mente aperta e a occhi sgranati.

Tabi – The journey of life di Aki Irie (J-POP)

Aki Irie è in grado come pochi altri di trasportare il lettore verso lande sconfinate e luoghi fantastici che fanno brillare gli occhi ed è esattamente quello che fa con Tabi – The journey of life. Ma in questa raccolta di racconti, popolati da personaggi dagli sguardi luminosi e magnetici, il filo conduttore sono soprattutto le emozioni e i valori che rendono la vita degna di essere chiamata tale: il rispetto, l’amore (inteso in senso lato), la capacità di trovare la bellezza nelle piccole cose e la magia nell’ordinario. Ogni storia si fa portatrice di un messaggio che avvolge i sensi (e il cuore). In un periodo storico denso di difficoltà come quello che stiamo vivendo, le vibrazioni morbide e rassicuranti di questa autrice portano allo stesso tempo una ventata di calore e di freschezza, rendendo questo fumetto una delle uscite di quest’anno di cui proprio non ci si dovrebbe privare.

I migliori fumetti dell’anno per Andrea Mazzotta

Ai suoi tratti di Quasirosso (Feltrinelli Comics)

Aisuoitratti

Quasirosso, nom de plume di Giovanni Esposito, confeziona un’opera figlia dei nostri tempi, che racconta una società in cui non solo l’intelligenza artificiale ma anche la tecnologia hanno raggiunto un tale sviluppo da aver superato quanto percettibile dall’uomo. Per tale motivo compiti prima affidati alle macchine, come una semplice foto, ora tornano ad essere esclusiva dell’uomo. Il protagonista del racconto è un disegnatore che ritrae i volti di coloro che hanno bisogno di rinnovare i propri documenti d’identità. Tutto procede bene finché si imbatte in una donna anziana della quale non riesce a ritrarre le sembianze, e questo mistero muove il resto del racconto. Ai suoi tratti, forte di una costruzione grafica arzigogolata ma al tempo stesso lineare, affascina il lettore svelando vignetta dopo vignetta un’intricata vicenda, un mondo in cui il futuro ha conquistato il presente e una serie di protagonisti forti di un’umanità devastante. Un racconto di grazia, poesia, illuminato di luci colorate e materiche, con assenze e sottrazioni, un caos calmo, quasi entropico, uno scorcio di vita che emoziona.

Dove c’è più luce di Sualzo (Tunué)

Dove c’è più luce di Antonio Vincenti, in arte Sualzo, è un libro di sabbia (citando Borges), perché al suo interno vi sono un numero tale di storie che è difficile calcolarne l’esatta misura.  Alcune piccole, alcune grandi, alcune refoli di vento narrativo, altre monsoni che si abbattono sull’anima del lettore, tutte coinvolgenti, nessuna banale. L’opera racconta la vita e la sua follia, il dolore più grande e inaccettabile che un uomo innamorato può vivere, cioè l’essere dimenticato dalla propria donna senza un perché se non la volontà del caso, che di volontà dovrebbe difettare per natura. Racconta il sadico, morboso, solare, intenso, catartico, evocativo, compulsivo, seminale rapporto, chiamato collezionismo, che esiste tra chi vende, chi compra, e chi colleziona. Perché i libri possono raccontare molto più di quello che narrano, sono storie che contengono storie. Ma le storie hanno molto potere e il potere fa paura, soprattutto a cui le custodisce, come sa bene lo scorbutico protagonista. Una storia dagli infiniti riverberi che accarezzano l’animo di chi legge.
Non per ripeterci, ma trovate recensione e intervista.

I migliori fumetti dell’anno per Michele Garofoli

Stacy di Gipi (Coconino Press)

Stacy Cover3

Stacy è un libro sul potere ambiguo della parola, sul nostro sentirci invulnerabili all’interno di una comunità di cui pensiamo di far parte e invece pronta a sacrificarci al primo accenno di dissenso, in cui un o una qualsiasi influencer possono distruggerti l’esistenza. Stacy è un libro viscerale, imperfetto e irruento, a tratti soffocante, in cui la presenza dell’autore pisano è strabordante, quasi eccessiva ma scritto con grande consapevolezza. Lo spaesamento e la rabbia sono percepibili attraverso una narrazione grafica irruenta e schizofrenica che oltrepassa i confini della vignetta, spaccata e distrutta da disegni dal tratto secco, tagliente e vibrante, fragili e potenti nello stesso tempo, di una semplice disarmante bellezza. Un fumetto coraggioso, che superficialmente sembra parlare di un singolo fatto specifico, ma che in realtà scava nel profondo di un presente sempre più contraddittorio. Un racconto di grande impatto emotivo, un grido autoriale liberatorio e catartico. Ossessione, espiazione, redenzione, e forse, infine, liberazione.
Ne abbiamo parlato qui.

SPA di Erik Svetoft (saldaPress)

Finalmente, grazie a saldaPress, anche in Italia è possibile leggere un autore straordinario come Erik Svetoft, uno dei massimi esponenti europei di un fumetto horror dal taglio grottesco e surreale.
SPA, sua ultima opera, è uno straniante viaggio all’interno di un albergo di lusso e nei suoi altrettanto rinomati servizi di benessere fisico. Un luogo labirintico, custode di antichi segreti, abitato da spaventose presenze che sembrano accompagnare gli stati emozionali delle tante persone che lo percorrono e che lo insudiciano con un liquame nero, come fosse il frutto delle loro anime corrotte quanto delle ingiustizie che alcuni sono costretti a subire. Un’opera di potenza grafica enorme (davvero spaventose le creature, umane e mostruose, immaginate dal tratto secco, spigoloso, ma ricco di dettagli e sfaccettature dell’autore) e dalla personalità unica, nera, allucinata e onirica che, forse, metaforicamente, parla semplicemente di potere, prevaricazione ed esclusione.
Qui la nostra recensione.

I migliori fumetti dell’anno per Davide Grilli

Juliette di Camille Jourdy (Oblomov)

Pop Juliette

Decisa a recuperare un po’ di tranquillità, Juliette decide di lasciare Parigi per tornare dalla famiglia in provincia. Peccato che la famiglia della protagonista sia tutt’altro che tranquilla, afflitta com’è da idiosincrasie quotidiane, piccole e grandi rivendicazioni e addirittura segreti inconfessabili. La trama è tutt’altro che originale ma il lavoro della Jourdy è di quelli che si fanno ricordare, per le tavole, curate e coloratissime, e per la capacità di allestire una galleria di personaggi tratteggiati con ironia e intelligenza, ritratti nella loro quotidianità ordinaria eppure bizzarra.

Gotham City Year One di Tom King e Phil Hester (Panini Comics)

Una storia hard boiled che racconta un episodio (oscuro, e non poteva essere altrimenti) della famiglia Wayne. Perfettamente a loro agio con il genere, i due autori riescono ad affrontare temi di rilevanza sociale, come la violenza della polizia o la discriminazione razziale, in una storia che aggiunge un tassello alla mitologia batmaniana e pone le “fondamenta” della dannazione della città di Gotham.

I migliori fumetti dell’anno per Federica Tortora

Not simple di Natsume Ono (Bao Publishing)

Notsimple

Il tratto assolutamente distintivo di Natsume Ono, conosciuta soprattutto per la sua serie ambientata in epoca Edo, Futagashira (sempre edita da Bao), si presta in questo caso a una storia autoconclusiva particolarmente drammatica. La storia di Ian, un senzatetto dallo sguardo innocente e gentile, ricostruita da un suo amico scrittore affascinato dalla sua biografia, ci viene restituita infatti in tutta la sua crudezza: un’infanzia traumatica e costellata di abusi, ma sorretta comunque dal profondo desiderio di ritrovare la propria famiglia e, soprattutto, le proprie radici. Lo stile dell’autrice, in quest’opera ancora acerbo e un po’ grezzo, contrasta in maniera efficace con il contenuto drammatico e la struttura narrativa, che parte dalla fine della vita del protagonista per ricostruirne i pezzetti a ritroso, invita il lettore a farsi strada nel viaggio di Ian mettendo da parte diffidenze e pregiudizi, ma anzi aprendosi alla possibilità che anche la vita apparentemente più trascurabile possa nascondere invece un pesante bagaglio di sofferenze e la straordinaria forza di sorreggerlo.

Una breve elegia di Animo Chen (Add Editore)

La prima graphic novel del fumettista taiwanese Animo ChenUna breve elegia, è un’opera capace di raccontare con inaspettata delicatezza le perdite, i lutti e le mancanze che inevitabilmente scuotono la nostra quotidianità. Nel suo racconto, il dolore è un’esperienza universale, capace di tenere insieme tre storie solo apparentemente sconnesse, ma in realtà profondamente unite dallo stesso senso di perdita e smarrimento che i loro protagonisti esperiscono; anche il mondo animale e naturale ne sono partecipi, in una narrazione che, proprio attraverso il racconto di vite discrete e silenziose, desidera assumere un respiro quanto più ampio possibile. Senza quasi mai ricorrere alla parola, in un susseguirsi di tavole mute, l’autore affida alla potenza comunicativa del colore e alla morbidezza del suo tratto tutta la carica emotiva dell’opera; una lettura malinconica, intrisa di poesia, in cui alla tristezza si accompagna anche la concreta possibilità di una consolazione.
La nostra recensione la trovate sempre qua!

I migliori fumetti dell’anno per Matteo Cinti

Transformer di Nicoz Balboa (Oblomov Edizioni)

Transformer

Recentemente premiato come fumetto dell’anno a Lucca Comics&Games 2023Transformer è il diario personale del suo autore: il fumettista, illustratore e tatuatore Nicoz Balboa. Dopo aver esplorato e messo in discussione la sua sessualità nel precedente Play with fire, Balboa fa un passo avanti e rende concreta la moltitudine di domande e riflessioni che si è posto durante il suo percorso di accettazione. In questo volume in cui i disegni si sciolgono nel testo scritto a mano, e gli argini delle vignette si estendono e attorcigliano rompendo tutte le gabbie e le regole compositive, l’autore racconta il percorso di transizione di genere, evidenziando le domande più controverse e dolorose, i tanti ostacoli che ha dovuto affrontare, ma anche la profonda soddisfazione di essersi finalmente riappropriato del suo vero io.
Se n’è parlato un po’ diffusamente qui.

Insominacs after school di Makoto Ojiro (J-Pop Manga)

Nakami e Magari sono due studenti che soffrono di insonnia e si ritrovano per caso a condividere lo spazio del club di astronomia della loro scuola, un luogo che utilizzano per recuperare un po’ del sonno perduto. E’ facile intuire che tra i due nascerà un interesse amoroso. Meno scontato però, è immaginare quello che viene raccontato nel mezzo. Passeggiate notturne sotto cieli stellati, grandi silenzi in pagine e pagine di vignette mute, domande esistenziali che squarciano l’adolescenza, riflessioni sull’ansia e la depressione e… gli atteggiamenti indecifrabili di un gatto sovrappeso. Insomniac after school celebra la lentezza e la paura di diventare grandi, con quell’approccio squisitamente giapponese che invita a contemplare qualunque aspetto del mondo, anche il più insignificante, a fotografarlo come fa Nakami, per evitare che ci passi davanti senza essere notato.

I migliori fumetti dell’anno per Giuseppe Lamola

Piero Manzoni – Basta a ciascun giorno la sua pena (BACGLSP) di Paolo Bacilieri (Coconino Press)

Cover Ok Def Bacilieri Piero Manzoni

Uno dei filoni più suggestivi e rilevanti dell’intera carriera di Paolo Bacilieri è quel grande affresco di Milano che attraversa lavori diversi tra loro, mantenendo significativi punti in comune. Cambiano i protagonisti, le epoche e i temi, ma rimane lo sfondo di architetture malinconiche e vitali, brulicanti dell’umanità di chi le abita.
Qui la Milano del boom economico, “enorme cantiere a cielo aperto”, ruba spesso e volentieri la scena al protagonista, Piero Manzoni, in una biografia che è tutto fuorché l’asettico accumulo di episodi, date e opere d’arte. Nel descrivere la fulminante parabola dell’artista, esponente di spicco di una avanguardia che mescola vita e opere in un unicum indissolubile, Bacilieri traccia un percorso che è anche un movimento attraverso le tavole, senza farsi condizionare dai limiti della pagina, come nella magistrale sequenza che rievoca la passeggiata verso il Bar Giamaica: ci trasporta lì, nel pieno del fervore artistico milanese, in un modo così delizioso da rimanere ben impresso nella memoria.

Tutto un altro Lupo di Lorenzo La Neve e AA.VV. (McK Publishing)

L’esperienza di Tutto un altro Lupo dimostra che è ancora possibile sperimentare e osare con le icone del fumetto italiano, cercando al contempo di mantenersi fedeli allo spirito del personaggio. Il curatore e sceneggiatore Lorenzo La Neve coniuga testi in linea con lo stile di Silver a disegni che pescano dai territori dell’autoproduzione e dell’underground, dando spazio ad artisti esordienti e a nomi affermati, partendo dal nucleo di BMR Production per allargarsi a personalità come Dr. Pira, NovaLorenzo Mò e Spugna.
Il numero 440 di agosto, ad esempio, ha proposto due storie con un approccio più sperimentale del solito. Nella prima, Lorenzo Palloni riflette sul senso delle vacanze in una società capitalistica, mentre Martoz si diverte con le sue proporzioni strabordanti, donando a ogni elemento un peso specifico e una struttura azzeccata. Nella seconda, The Sando firma disegni astratti e concettuali, con un’evoluzione del segno che rende i protagonisti via via più riconoscibili proseguendo nella lettura.

I migliori fumetti dell’anno per Francesco Cascione

La casa delle magnolie di Flavia Biondi (Bao Publishing)

Casamagnolie

La casa delle magnolie è un bel modo per ritrovare una talentuosa autrice. Flavia Biondi conferma il suo talento nel raccontare le persone, disegnare i dialoghi e tracciare il percorso delle anime che colora.
È un libro che incanta e commuove, fatto da una donna e che parla di donne, di fragilità e piccole, in realtà grandi, sfide che le protagoniste affrontano.
Al centro ci sono la costruzione di un amicizia e rapporti da ritrovare in un cammino che porta a un finale capace di riempire il cuore di speranza per il modo cui tutti i personaggi coinvolti trovano una propria collocazione.

Riflesso imperfetto di Mattia Surroz (Sergio Bonelli Editore)

Mattia Surroz fa il suo esordio come autore unico in una storia dal tratto estremamente delicato e pervasa da un senso di poesia che accompagna il lettore fino all’ultima tavola.
Enea è l’ospite di una struttura per anziani che quando accoglie un nuovo arrivato, ritrova inaspettatamente Giacomo, il suo grande sogno irrealizzato, ormai assente a causa di una patologia neurologica.
Il racconto delle occasioni perdute diventa la celebrazione di un amore capace di sopravvivere al rimpianto per un bacio mai dato. Surroz racconta i suoi due protagonisti con estremo affetto e il risultato è un lavoro emotivamente intenso e ricco, che si consuma proprio nella bellezza di un solo, ultimo, riflesso perfetto.

I migliori fumetti dell’anno per Paolo Pugliese

Rip Kirby di Alex Raymond (Collana I Grandi Classici del Fumetto Americano, Gazzetta dello Sport)

Rip Kirby Gazz001

Ideata dal grande Alex Raymond, la serie di Rip Kirby è tornata recentemente in edicola con una collana di ristampe settimanale. Il creatore di Flash Gordon inventa nel 1946 quello che è definito il primo detective moderno dei fumetti (e per molti versi anche il più credibile), realizzando il suo lavoro più adulto e seminale.
Rip Kirby è molto distante dal classico archetipo del detective americano con impermeabile, sigaretta in bocca, pugni e whisky. In realtà la sua forza è proprio nel prendere le distanze dagli avventurieri hard boiled e Pulp di quegli anni, apparendo un personaggio fuori dai cliché e al tempo stesso realistico.
Ben vestito, colto, ironico e con gli occhiali, Rip Kirby ha un approccio cerebrale ed analitico ai casi su cui indaga, usando metodi scientifici e ricorrendo alla violenza (e alla sua rivoltella) solo in extrema ratio, in storie dal taglio moderno per dialoghi, ritmo e narrazione cinematografica a metà strada tra detective story, romance e commedia che hanno fatto scuola. 

Reckless di Ed Brubaker e Sean Phillips (Panini Comics)

Al pari del Mister Wolf del film Pulp Fiction, Ethan Reckless è un uomo in grado di risolvere ogni problema al giusto prezzo, lavorando come detective privato dopo essersi lasciato alle spalle un passato tumultuoso che tornerà – letteralmente – a bussare alla sua porta. Reckless è il nuovo frutto del lungo sodalizio artistico tra Ed Brubaker Sean Phillips dopo titoli di culto come Criminal, i suoi spin-off (Un Brutto week end, I miei eroi sono sempre stati tossici e Un’estate crudele) e infine Pulp, vincitore del premio Eisner 2021. Ambientata in un’America sospesa tra gli anni ’70 e ’80, pregna di tensioni sociali, Reckless è una detective story moderna che mescola efficacemente gli elementi cardine della narrativa noir con hard Boiled e il pulp, inseguendo quelle atmosfere di calore, polvere e crimine della provincia americana tipiche dei romanzi di Joe R. Lansdale. Una storia che colpisce forte il lettore grazie a un’ispirata sinergia di testi-disegni e un antieroe che è il volto speculare di una società allo sbando.

E secondo voi, quali sono state le migliori letture del 2023?

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *