First Issue #116: nuovi giganti verdi e nuovi vecchi universi

First Issue #116: nuovi giganti verdi e nuovi vecchi universi

Ultimo appuntamento di First Issue prima della pausa estiva con l’analisi di alcune novità dal mercato dei comics americani.

Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questa puntata attenzione puntata su alcune delle novità uscite a giugno e nella prima metà di luglio 2023.

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Marvel Comics

Incredible Hulk #1

Incredible Hulk 1Dopo la roboante, esagerata e caotica gestione Donny Cates – Ryan Ottley, con quest’ultimo chiamato a concludere in corsa la run anche nelle vesti di sceneggiatore, l’incredibile Hulk lascia lo spazio siderale per tornare a una dimensione più terrena e orrorifica con il rilancio targato Philip Kennedy Johnson e Nic Klein. La serie riparte con un Bruce Banner allo sbando, in fuga da sé stesso e soprattutto dal suo demone verde con cui è nuovamente in conflitto; parallelamente, si creano i presupposti per uno scontro tra mostri quando un’oscura divinità viene risvegliata dal proprio sonno.
Johnson sceglie fin da subito di allontanarsi dalle atmosfere cosmiche del suo predecessore per recuperare le atmosfere horror e mistery che hanno fatto la fortuna di Al Ewing e del primo Bruce Jones: è proprio a loro che lo sceneggiatore guarda, con il ritorno allo stato di conflittualità tra Banner e il suo alter-ego, l’introduzione di una comprimaria potenzialmente interessante e le atmosfere body horror, a cui aggiunge un pizzico di esoterismo e gusto golden age, optando per una rivisitazione cupa del concetto di Marvel Monster.
Oscurità, cupezza e terrore strisciante sono gli ingredienti preferiti di Nic Klein che, dopo una run piuttosto tetra su Thor, si addentra qui nei meandri del puro terrore: grazie a un tratto sporco e ricco di tratteggi, alla gestione di luci e ombre e ai contrasti creati tra l’esilità degli umani (in particolare Bruce Banner, mai così fisicamente provato) e la disumana esagerazione fisica dei mostri, Klein riesce a ricostruire un’atmosfera da horror di periferia che incontra forze più grandi di lui, senza lesinare su violenza e scene splatter (in particolare quelle delle trasformazioni di Banner e altri personaggi).
I colori di Matthew Wilson, sebbene in alcuni passaggi un po’ troppo anonimi e piatti, riescono a dare il loro meglio nelle scene più mostruose e concitate, in particolare nella rappresentazione del verde acido di Hulk.
Un primo numero che non cerca di strafare e scioccare con trovare ad effetto, ma che riparte dagli elementi base che definiscono il fascino di Hulk.
Emilio Cirri

Ultimate Invasion #1

Ultimate Invasion 1Quando nel febbraio del 2023 Marvel Comics annunciò la miniserie Ultimate Invasion di Jonathan Hickman e Bryan Hitch, molti rimasero spiazzati: ci si aspettava la nuova, attesissima serie dell’architetto Marvel (sarebbe arrivata poco dopo, con lo svelamento del progetto G.O.D.S. in coppia con Valerio Schiti) e invece arrivava questo progetto inatteso. Le reazioni furono diverse, ma poche di autentica eccitazione, oscillando più che altro tra la cauta curiosità e una leggera sensazione di noia, nonostante il team creativo di tutto rispetto. Il marchio editoriale Ultimate, infatti, dopo aver portato una ventata di aria fresca agli inizi del 2000 con serie quali Ultimates e Ultimate Spider-Man, aveva iniziato a dare segni di cedimento nel 2009 (dopo l’evento Ultimatum) e, salvo sporadiche fiammate (la più brillante e incisiva, la creazione di Miles Morales), era andato via via perdendo forza fino alla sua scomparsa, nel 2015, a seguito del maxievento Secret Wars orchestrato dallo stesso Hickman.
E proprio da Hickman riparte (o forse si chiude definitivamente?) l’universo Ultimate, con lo sceneggiatore del North Carolina che recupera un personaggio a lui caro (the Maker/il Creatore, ovvero il malvagio Reed Richards di questa realtà) per metterlo contro al Reed Richards di Terra 616 e ai riformati Illuminati.
Ultimate Invasion appare quindi l’ennesimo tassello dell’Hickmanverso, con il recupero di tanti temi e personaggi esplorati già in passato su altre testate, e al tempo stesso una dichiarazione di amore a quell’universo a cui lo sceneggiatore avrebbe voluto contribuire ben di più che con una serie affascinante ma monca di Ultimates e due miniserie dedicate a Thor e Occhio di Falco.
Sebbene in questa nuova miniserie Hickman riesca a ridare un minimo di credibilità al Creatore, personaggio con cui nessuno ha saputo che fare dalla sua nascita e che qui finalmente diventa veramente inquietante e mefistofelico, l’impressione che si ha è quella di un ennesimo balocco narrativo per l’autore. Un balocco affascinante, ma forse arrivato fuori tempo massimo e con poco piglio per poter veramente far presa su un pubblico non nostalgico. Nonostante le ottime caratterizzazioni dei due Reed e una buona gestione dell’azione, l’albo corre molto velocemente e senza alcun momento di vero sussulto e vera sorpresa, salvo forse le pagine finali, dall’ultima infografica in poi. Anche Bryan Hitch, dopo le prime pagine di azione serrata gestita molto bene, si perde tra un ritmo poco incalzante e disegni a volte abbozzati, non all’altezza delle sue prove migliori.
Un albo iniziale con pochi guizzi, quindi, fatto per rimettere in scena dei personaggi e delle ambientazioni care a Hickman piuttosto che per costruire una vicenda interessante e coinvolgente. Pur fidandosi dell’autore, celebre per le sue partenze lente e per i suoi affreschi di grande respiro, c’è da chiedersi quali siano le reali intenzioni dietro questo progetto e se non sia destinato a essere un buco nell’acqua, o semplicemente la chiusura di alcune trame rimaste in sospeso. Non resta che sperare nei proverbiali colpi di scena dell’architetto Hickman.
Emilio Cirri

Di seguito, le copertine delle altre novità Marvel Comics.

DC Comics

Di seguito, le copertine delle novità DC Comics.

Image Comics

Di seguito, le copertine delle novità Image Comics.

Altri editori

The Oddly Pedestrian Life of Christopher Chaos #1

The Oddly Pedestrian Life of Christopher Chaos 1Christopher Chaos è un ragazzo queer, impegnato a vivere una vita che sembra fondere le linee narrative dei film di fantascienza anni ‘80 agli oscuri incubi di una pellicola horror. Dal suo misterioso passato, segnato dall’abbandono da parte dei genitori, sembrano scaturire tutte le insicurezze e le fragilità che lo attanagliano in quella terra di mezzo che è l’adolescenza. Ma c’è qualcosa di più, una sorta di potere speciale che gli consente di vedere le equazioni matematiche che stanno alla base della struttura degli oggetti e del mondo stesso che ci troviamo ad abitare. Una sorta di intelligenza computazionale che gli permette di individuare la natura segreta delle cose al fine di ripararle o migliorarle. Una facoltà che rende il nostro protagonista più simile a uno scienziato pazzo che a un ragazzino, condannandolo a essere emarginato e a subire momenti di giudizio e vergogna.
Tate Bombal sviluppa un’idea di James Tynion IV, scrivendo una sceneggiatura incalzante che trova il giusto equilibrio tra l’azione e il racconto dei sentimenti contrastanti e traumatici con i quali Christopher si trova quotidianamente a fare i conti. Emozioni che, nel loro correre impetuoso, riportano alla mente le antesignane angosce del giovane Peter Parker. In questo primo numero, che rappresenta una riuscita esplorazione della natura e dell’animo del protagonista, la storia sembra ricercare il suo ritmo così come la sua voce distintiva, andando a cadenzarsi, pagina dopo pagina, grazie a dialoghi e monologhi utili a farci percepire il profondo malessere di Christopher, immerso in quello che sembra un sogno febbrile ma che in realtà è la sua vita. 
La parte grafica affidata a Isaac Goodhart, impreziosita dai colori di Miquel Muerto, sembra strizzare l’occhio alle linee di Mike Allred nel definire con chiarezza l’aspetto e l’espressività dei personaggi, mostrando il profondo senso di solitudine del protagonista immerso in un mondo ricco di dettagli vibranti e sfumature. La costruzione delle tavole garantisce una forte dinamicità, grazie a costanti cambi di inquadratura che rompono la staticità delle sequenze incentrate sui monologhi del protagonista.
The oddly pedestrian life of Christopher Chaos, pubblicata da Dark Horse Comics, è una storia prevalentemente destinata a un pubblico young adult e che trova un suo spazio in un ideale crocevia tra diversi generi: fantascienza, horror e queer romance. Le particolari facoltà del protagonista e la sua profonda crisi adolescenziale risultano veicolare in modo adeguato la metafora dell’esperienza del crescere e la profonda confusione a essa legata. Il personaggio di Cristopher Chaos nella sua verità e complessità, riesce a far breccia nel cuore dei lettori riuscendo a tenerci agganciati alla sua storia, presentata come una serie horror, eroica e LGBTQ+.
Ferdinando Maresca

Brynmore #1

Brynmore 1Ex marito e padre assente, con un passato di dipendenza da alcol e droghe ma ormai sobrio, Mark Turner è alla ricerca di una seconda possibilità e tenta la rinascita tornando al paese d’origine, Turner Island, fondato dai suoi antenati secoli prima.
I creatori di The October Faction (il cui adattamento televisivo è disponibile su Netflix) si riuniscono per dare vita a Brynmore, nuovo fumetto horror edito da IDW Publishing. Lo sceneggiatore Steve Niles scrive testi asciutti che si concretizzano principalmente in botta e risposta secchi tra personaggi spigolosi non solo nei tratti fisici delineati dal disegnatore Damien Worm ma anche nei caratteri.
I dialoghi sintetici fanno parte del lavoro di sottrazione applicato a questo capitolo d’esordio tanto quanto la sequenza muta collocata nel finale: semplicemente seguendo la discesa del protagonista nella galleria costruita sotto una vecchia chiesa si capisce che non tutto, sull’isola, è come sembra. Il colpo di scena conclusivo e una non meglio precisata “maledizione Turner” diventano allora gli unici elementi vagamente horror di un incipit che incuriosisce principalmente per l’ambientazione: al classico centro urbano popolato da persone taciturne e diffidenti e circondato da boschi si aggiunge la natura insulare del luogo, con i suoi limiti geografici e le sue peculiari caratteristiche antropologiche.
Infine, da segnalare quale fattore positivo è la colorazione scelta per suscitare inquietudine o straniamento: Worm interrompe le distese di colore con delle linee e degli aloni chiari, quasi bianchi, andando a restituire un effetto simile all’invecchiamento delle fotografie. Dove le linee diventano macchie sembra che sia stato rovesciato del latte sulle tavole, senza che sia poi stato possibile rimuoverlo del tutto. Una decisione particolare e apprezzabile, perché contribuisce a sospendere la trama in una sorta di limbo spazio-temporale.
Federico Beghin

Di seguito, le copertine delle altre novità.

Per questa puntata è tutto. Non ci resta che augurare a tutti voi lettori spaziobianchisti buone vacanze estivi e darvi appuntamento a settembre con First Issue #117.
Stay tuned!

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