Il Disgelo, la morte e il Loop: intervista ad Alberto Lavoradori

Il Disgelo, la morte e il Loop: intervista ad Alberto Lavoradori

Alberto Lavoradori parla dei suoi nuovi fumetti, "Disgelo" e "Mr Loop", ed espande il discorso all'attualità.

Disgelo cover

Dopo la Venezia corrosa e corrosiva di Vetri e Orti, Alberto Lavoradori fa un salto nel tempo e torna alla Campagna di Russia con Disgelo, pubblicando nuovamente con Segni d’Autore. Il fumettista racconta la storia di un uomo solo, in lotta per la sopravvivenza, in un deserto di ghiaccio ostile, infestato dai Cosacchi a caccia di soldati francesi sbandati, rimasti indietro dopo la disfatta della Grande Armée (fonte: Segni d’Autore).
Quasi in contemporanea esce anche
Mr Loop, fumetto di Lavoradori e Mauro Cicarè, di prossima pubblicazione grazie a In Your Face Comix. Da un paio di chiacchierate, al telefono e di persona, è nata questa intervista, sviluppata e terminata con un piacevole scambio di mail.

Ciao Alberto, bentornato su Lo Spazio Bianco!
Ciao, Federico! Grazie dell’invito.

Parliamo di Disgelo e cominciamo dal formato dell’opera: dopo Vetri e Orti, più sperimentali, con Disgelo torni alla verticalità, con vignette distribuite nelle tavole in modo più classico. Per quale motivo?
Perché ogni storia necessita dell’abito giusto. Questa storia doveva integrare proprio la “classicità”: antichizzare l’impostazione e sporcare il segno era vitale per configurare correttamente tale episodio.

Il fumetto è ambientato nel biennio 1812-1813, lo scenario è la Campagna di Russia e il protagonista è un granatiere dell’esercito napoleonico che cerca di sopravvivere e tornare a casa. Come ti sei documentato prima di affrontare la massa narrativa?
Il mio faro guida è stata l’opera di Hippolyte Bellangé1, afferrarne l’intimità, l’atmosfera, il nocciolo. Parallelamente ho effettuato una ricerca (durata almeno due anni), su tutto ciò che fosse reperibile, sia per quanto riguarda l’epoca, storicamente parlando, sia per quanto riguarda l’estetica. Poi ho sintetizzato, ho gettato ciò che non serviva e ho sgranocchiato all’infinito l’indispensabile. La cosa più complessa sono stati i dialoghi: nell’Ottocento c’erano parlati diversi, ma ho trovato un libro dove erano trascritti diari e lettere dei militari francesi.

Nel racconto è importante l’aspetto psicologico, espresso anche da gesti e silenzi. Lo svolgimento della storia sembra rendere universale l’esperienza di un singolo individuo. Come sei arrivato a ottenere questo effetto?
Quando le difficoltà sono smisurate travolgono tutti nello stesso modo. Perciò, detto questo, penso che l’effetto psichico “paritetico condivisivo” sia in pratica un automatismo.

Disgelo studio a

Dal punto di vista estetico la neve è sempre un elemento di forte impatto. Ha condizionato la realizzazione del fumetto, rendendo la colorazione uno strumento narrativo?
Nessun condizionamento, ma un punto di forza. La neve qui è quasi un personaggio aggiunto e mi interessava che comunicasse cupezza, sconforto. L’ho sporcata con colori inconsueti, viola, giallo e grigio, rendendola assurda, ma in linea con le necessità narrative.

Chiacchierando, mentre Disgelo era in lavorazione, hai accennato alla collana Un uomo un’avventura. Sei stato ispirato in qualche modo da quelle letture per impostare i toni della narrazione?
Collana meravigliosa. Mille applausi a Bonelli. A mio parere gli albi Un uomo un’avventura sono dei trattati di “fecondazione” fumettistica. Ma anche opere amare, disilluse ma profonde, che si spingevano sempre un po’ più in là del proprio perimetro cartaceo. Certo, non posso che confermare: la fonte d’ispirazione è quella. In Disgelo c’è tale ricerca, tale febbre, sicuro nell’intento.

Tra gli aspetti del fumetto che mi colpiscono c’è la tua concentrazione su dettagli molto concreti come un teschio, il capo di un insetto, il sigillo di una lettera, che paradossalmente contribuiscono alla creazione della dimensione onirica, metafisica, della narrazione…
Sì, sorpassare il reale per spiegare ciò che con il reale non si può spiegare è un trucco vecchio come il cucco, ma, secondo me, funziona sempre benissimo. Ecco, se poi i dettagli sono concreti, ben pertinenti, tale trucchetto cattura l’emozione.

Apri e chiudi Disgelo suggerendo un “prima”, che si può apprendere dai manuali, e un “dopo” per il quale il lettore deve fare uno sforzo di immaginazione. Quanto è importante per te lasciare un margine interpretativo al pubblico, nonostante l’interpretazione possa non coincidere con la tua?
Il margine interpretativo del pubblico è spezia importante, secondo me. Non conta troppo in che dose, ma preferisco ci sia, trovare quello che mi dice: “Ma si può sapere che cacchiolina accade ancora? Perché? E poi? E quel personaggio? E gli altri?”. L’interpretazione porta a riflettere di più.

Disgelo studio b

Ora ci spostiamo su un’altra tua opera recente: ci presenti Mr Loop, che hai realizzato con Mauro Cicarè?
L’albo esce il prossimo ottobre. Un giorno chiedo a Mauro L’enigma del condominio 2 e gli dico: “Senti, perché non ci facciamo il seguito?”. E allora scrivo un piccolissimo soggetto e Mauro imbastisce una manciata di brillanti suggestioni. Non riusciamo però a finalizzare. Passa del tempo. Passa ancora altro tempo. Poi dalle ceneri di questa piccola intenzione sguscia improvvisamente un lapillo, che è notato da Massimo Perissinotto (il curatore di Vitamin, collana all’interno di In Your Face Comix). Da questo interesse tutto ha preso altra linfa. Velocemente abbiamo rivisto tutto, inserito nuove idee e poi via. In sintesi Mr Loop è un noir sporco, contaminato e asimmetrico e, posso permettermi di parlare anche per Mauro, farlo ci ha divertito.

Come in Vetri e Orti, anche in Mr Loop c’è una città tetra e in decomposizione. Sembra che nella tua visione delle cose l’uomo non sia molto rispettoso degli ambienti in cui vive…
Purtroppo la realtà mi suggerisce molto spesso certi paesaggi. Negli albi VetriOrti e anche in Mr Loop c’è sì una evidente decomposizione esterna, ma il vero disfacimento è interno. Detto ciò, di fronte a tanta cupezza, c’è sempre quel tal personaggio o quel tal tizio che non si demoralizza mai, che non demorde mai. Bilancio così.

L’ultima volta che ci siamo visti abbiamo parlato anche di due temi attuali. Con la riduzione delle edicole e lo spostamento dei fumetti nelle librerie specializzate e non, con volumi sempre più costosi e rivolti ai collezionisti prima che ai lettori, quale futuro vedi per il fumetto popolare?
Beh, sicuramente si trasformerà. Ma al di là di ogni punto vendita, clientela, prezzo e qualsiasi altra proiezione, auspico “alla fonte” una strategia per coltivare orde di nuovi lettori, possibilmente onnivori. Questo potrebbe aiutare, visto che i monofagi sono già tantini.

Secondo tema: le I.A. e il loro utilizzo in ambito artistico. Parlavamo di rapporto qualità-prezzo e lasciavamo in sospeso la questione nella speranza di capirci qualcosa di più…
Sono ancora un po’ a digiuno dell’argomento; ma da un po’ mi sto informando… una cosa è sicura, se un giorno l’I.A. potrà aiutarmi, ampliare l’orizzonte e potenziare l’espressione in senso professionale e costruttivo, l’userò. Per ora studio e approfondisco… col computer ho iniziato così.

Per concludere, domanda di rito: a che cosa stai lavorando?
Sto lavorando a varie cacchiatelle. Però a due tengo particolarmente, dopo Vetri e Orti ho in cantiere la parte finale della trilogia e, parallelamente, batto pure la lamiera d’una nuova storia, la più lunga e complessa mai fatta come autore completo. Ma qui è talmente segreto che pure io non so molto… eh eh eh…

Grazie Alberto per la tua disponibilità, a presto!
Grazie a te dell’approfondimento e a Lo Spazio Bianco dell’ospitalità.

Intervista realizzata via mail a inizio settembre 2023, a partire da chiacchierate telefoniche e di persona.

ALBERTO LAVORADORI

Mr Loop copertinaAlberto Lavoradori nasce a Mestre nel 1965. Inizialmente disegnatore, dal 1989 lavora sia con editori mainstream che indipendenti, come Disney, Comic Art, Nuova Frontiera, Vincent ‘Nick Carter’, Panini, Tornado Press e altri. Nel 2010 collabora all’idea del libro intraprogettuale e pubblica, con questa formula, due volumi: Gommo Origine (Sciacallo Elettronico) e Stirpi (Cagliostro Press). Nel 2012 esce il suo primo libro di narrativa, Unrank (Montag), e nel 2017 Spacenoir (Il Grifo-Edizioni Di).
Nel 2018 realizza come autore completo
Pleasence e, nello stesso anno, vince il premio Lymon con il volume American Food.
Per tutto il 2019 pubblica le schede mensili CelluloseBodies, legate a personaggi letterari di fantascienza, sul portale specializzato Sci-Fi Pop Culture. Nel 2021 sceneggia e disegna
Vetri, un esperimento narrativo ambientato a Venezia e pubblicato da Edizioni Segni d’Autore. Del 2022 è Orti, seconda tappa della trilogia (fonte: Segni d’Autore).
Infine, nel 2023, arrivano
Disgelo, sempre per Segni d’Autore, e Mr Loop, con Mauro Cicarè, per In Your Face Comix.


  1. https://en.wikipedia.org/wiki/Hippolyte_Bellang%C3%A9 

  2. Mauro Cicarè, L’enigma del condominio, Nicola Pesce Editore, 2007. 

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