Sarah Andersen è una 23enne illustratrice e fumettista. Si è laureata al Maryland Institute College of Art in 2014 e attualmente live a Brooklyn, New York. I suoi fumetti sono semi-autobiografici e seguono le sue avventure, quelle dei suoi amici e dei suoi amati animali domestici. In Italia sono pubblicati da Becco Giallo con il titolo Crescere, che palle!
Ciao Sara e grazie per la tua disponibilità. Sarah’s Scribble sta avendo un enorme successo sul web, con più di 600.000 like sulla pagina Facebook. Quali sono le ragioni di questo incredibile successo?
Grazie a voi! Penso che il motivo principale per la popolarità del mio fumetto risieda nel fatto che le persone possono empatizzare con il personaggio principale. Scrivo molto a proposito delle stranezze della società e delle sue ansie, e penso che queste siano esperienze comuni. È bello ridere di se stessi!
Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Penso sia grandioso. Il fumetto ha molto in comune con altre professioni, come la scrittura o l’illustrazione. Quando i fumettisti sconfinano in altri media, portano con sè la loro prospettiva unica. I risultati sono spesso molto interessanti! Penso anche che le altre forme artistiche abbiano influenzato molto il fumetto, soprattutto la televisione. È bello avere different media che si influenzano a vicenda, mantiene il lavoro sempre fresco e interessante.
Un famoso aforisma di Goethe recita “Vedi Napoli e poi muori”, una affermazione che celebra la bellezza e l’atmosfera della città. Come completeresti tu la frase: “Vedi Napoli e…”?
Non sono mai stata a Napoli prima. È un incredibile privilegio poterla visitare. Conoscendomi, direi: “Vedi Napoli e MANGIA!”