Paola Barbato: vedi Napoli Comicon e…

Paola Barbato: vedi Napoli Comicon e…

A Napoli Comicon Paola Barbato presenta "Volti" una serie di racconti ispirati dalle opere di Sergio Cavallerin.

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Paola Barbato è nata a Milano il 18 giugno 1971. Nel 1998 con l’albetto di Groucho Il cavaliere di sventura allegato allo Speciale La preda umana entra nello staff di Dylan Dog di cui diventa presto uno degli autori di punta.
Nel 2008 crea insieme a Stefano Casini il Romanzi a fumetti Sighma (Sergio Bonelli Editore).
Nel 2006 venne pubblicato Bilico, seguito nel 2008 da Mani Nude (vincitore del Premio Scerbanenco di quell’anno) e Il filo rosso nel 2010. Nel 2009 ha co-sceneggiato per la Filmmaster la fiction Nel nome del male con Fabrizio Bentivoglio, trasmessa da Sky nel giugno 2009 per la regia di Alex Infascelli.  Nel 2011 inizia sul web la pubblicazione di DAVVERO che nel terzo mese di pubblicazione bisettimanale ha raggiunto 10.000 visitatori unici mensili.

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Nonostante il tuo frequente apparire su Dylan Dog – e sulla collana Le Storie – sarai a Napoli a presentare in anteprima un volume non della Sergio Bonelli Editore. Ce ne parleresti?
Ci è voluto Sergio Cavallerin per riportarmi nella città d’origine della mia famiglia. A Lucca 2015 mi fece questa proposta straordinaria e irripetibile per un autore, osservare dei suoi quadri e sull’onda emotiva scrivere una breve storia a commento. Libertà assoluta, possibilità di entrare in empatia o contrasto con l’immagine, i colori, l’atmosfera, e poi inventare un mondo in poche righe. Volti è il risultato di questo esperimento, davvero un’esperienza bellissima.

Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Non ho mai visto il fumetto come un mezzo statico e rigido, di quelli che si si cristallizzano su se stessi. Ben venga che si muova e si evolva, ben venga che segua un percorso che lo possa accostare o discostare ad altre forme espressive. La cosa importante è che non si cerchi di rinnegarne la forma originaria ma che si impari a declinarla in tutti i modi possibili e solo se possibili. Un po’ come il rispetto della materia prima nella cucina, con del buon mais si può fare qualsiasi cosa.

Vedi Napoli e poi…?
…e poi ricordati di tornarci prima che passino altri 35 anni. Sono emozionatissima all’idea di visitarla, ho tantissimi parenti che non ho visto mai (e non vedrò nemmeno questa volta) e tantissimi amici che mi aiuteranno a sfruttare al meglio ogni momento libero per poterla vivere nella maniera più intensa possibile.

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