Recchioni
Foto di Rossella Rasulo
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Roberto Recchioni: vedi Napoli Comicon e…

22 Aprile 2016
A Napoli Comicon 2016 Roberto Recchioni presenta per Bao Publishing il primo volume della ristampa di John Doe.
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Roberto Recchioni, romano, classe 1974. È sceneggiatore e soggettista per il fumetto e il cinema, illustratore, critico, personalità web. Ha scritto per personaggi iconici come Tex, Diabolik e Topolino e ha creato John Doe (insieme a Lorenzo Bartoli), Battaglia, Detective Dante, David Murphy: 911 e la serie Orfani. Da alcuni anni è il direttore di Dylan Dog, la creatura di Tiziano Sclavi, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore. Ha curato, per le Edizioni Star Comics, la collana Roberto Recchioni presenta: I Maestri dell’Orrore, la più fedele trasposizione a fumetti di alcuni classici horror. Si è occupato dell’ideazione, della sceneggiatura e della realizzazione di Lo chiamavano Jeeg Robot, fumetto ispirato all’omonimo film. Per Mondadori ha pubblicato il suo primo romanzo YA – La battaglia di Campocarne. Ama i videogiochi, l’hard rock e correre in moto.

A Napoli Comicon 2016 Bao Publishing presenta il primo volume della ristampa di John Doe.

Foto di Rossella Rasulo
Foto di Rossella Rasulo

La ristampa di John Doe è anche un’occasione per ricordare Lorenzo Bartoli. Rileggendo oggi i primi episodi, quanto trovi di lui in queste storie e cosa credi ti abbia lasciato professionalmente prima che umanamente?
Rileggere i miei episodi di JD è stato divertente. Rileggere quelli di Lorenzo è stato complicato ed emozionante. Ho ritrovato un amico che avevo un poco perso prima ancora di perderlo davvero. I primi episodi di JD di Lorenzo contengono il suo meglio: la vena romantica, quella ironica, quella cialtrona, il suo senso del mito e del racconto. È Bartoli al 100%.

Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Più che di ibridazione parlerei di sfruttamento. Non vedo molte forme narrative ibride. Vedo, invece, tanti linguaggi che vengono a pescare nel fumetto le idee, i concetti e le immagini. È un bene per il settore in termini produttivi e commerciali, non e detto che sia un bene per il linguaggio, che sempre più spesso viene piegato proprio per blandire gli altri medium ed essere adattabile a essi.

Vedi Napoli e poi…?
Amala.

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Ettore Gabrielli

Ettore Gabrielli

Classe 1977, toscano, programmatore. Impara a leggere sugli Alan Ford del padre, una delle poche cose per cui si sente debitore veramente. Vorace lettore da sempre, i fumetti sono stati il mezzo per imparare e per conoscere persone e per questo sarò loro sempre grato. Nel 2002 fonda Lo Spazio Bianco, magazine dedicato al fumetto tra i più longevi e seguiti in Italia di cui è tuttora direttore editoriale. Nel 2021 ha fatto parte della giuria dei Lucca Comics Awards.

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