Silver: vedi Napoli Comicon e…

Silver: vedi Napoli Comicon e…

Silver è l'autore del manifesto dell'edizione 2016 del Napoli Comicon.

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Silver, pseudonimo di Guido Silvestri (Carpi, 9 dicembre 1952), è un fumettista italiano, noto soprattutto per aver dato vita al personaggio umoristico di Lupo Alberto. È l’autore del manifesto di Napoli Comicon 2016.

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Foto di Simone Florena (www.ri-tratti.net)

Nel tuo manifesto Lupo Alberto “incontra” Krazy Kat di George Herriman. Un riconoscimento all’importanza dei maestri di ieri per gli autori di oggi? Credi ci sia il rischio di perdere la loro eredità?
Il gusto e la poetica di Herriman sono sempre stati per me un obiettivo irraggiungibile ma anche un faro che ha illuminato il mio percorso. Di Maestri ne ho avuti anche moltissimi altri, vecchi e giovani, ma Herriman davvero fa parte di quella schiera di autori di cui non si è ancora riusciti a decodificare l’essenza. Si può provare a scimmiottarne il tratto (come ho fatto io per il manifesto), o a riprodurne le atmosfere, però alla fine tu rimani sempre a terra e lui a fluttuare lassù nella sua dimensione surreale. I Maestri comunque sono lì, non appartengono né al presente né al passato. Ce ne sono di contemporanei che sono già vecchi, e di vecchissimi che invece sono e rimarranno giovani per sempre, vedi Herriman appunto.
La loro eredità è sempre a disposizione di chi voglia andarsela a cercare.

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Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Per quanto se ne dica il fumetto sta ancora timidamente uscendo da dietro la lavagna dove è stato confinato dai padroni di una cultura boriosa e trombona. Gli scaffali delle librerie strabordano di testi-spazzatura, che non valgono la carta su cui sono stampati, mentre il fumetto (e solo i titoli di sicuro successo) nel migliore dei casi è relegato a piccoli spazi verecondi. Come a voler negare che la letteratura, il teatro, l’arte figurativa, il cinema, la musica, siano strettamente imparentati con il fumetto che ha nel suo dna gli stessi cromosomi, che è tutte queste cose insieme. Dico spesso che fare fumetti è esattamente come fare teatro, soprattutto nel caso di una striscia umoristica; strumenti e materiali sono gli stessi: una quinta, qualche fondale di carta dipinta, un buon testo e dei personaggi/attori da mandare in scena. Lo stesso per il cinema, il budget è diverso ma il meccanismo è lo stesso. Credo anzi che la cattiva fama di cui il fumetto gode in certi ambienti sia dovuta proprio al fatto che non necessitando di investimenti onerosi, si possono produrre opere in assoluta libertà e indipendenza dai monopoli dell’intrattenimento e dai gruppi di potere esprimendo opinioni magari anche sgradite. Il fumetto ha una capacità di comunicazione enorme, e questo fa paura.

Vedi Napoli e poi…?
E poi la rivedi. Napoli è una città vivacissima, piena di giovani, molto stimolante. Vado a Napoli ogni volta che posso, ho dei cari amici lì. Napoli ha già ospitato un paio di mostre mie, e sono molto legato a questa città anche da un background fatto di film di Totò, commedie di Eduardo De Filippo, canzoni di Roberto Murolo. Una città e una cultura che mi hanno sempre attratto. Magari anche luoghi comuni, ma luoghi che mi sono famigliari e che mi fanno sentire a casa.

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