Prima di iniziare la sua carriera negli Stati Uniti, Emanuela Lupacchino ha lavorato in diverse serie italiane, tra cui L’Insonne. Ha inoltre lavorato come character designer su libri di RPG e come illustratrice per album e libri. Il suo primo incarico in U.S.A. è stato in IDW, su serie quali Angel e Star Trek / Doctor Who. La sua passione per i supereroi la porta molto presto a lavorare in Marvel come artista regolare su X-Factor, scritto da Peter David. Ha inoltre realizzato la graphic novel Castle, ispirata alla serie TV omonima; ha lavorato poi su Thor: Dio del Tuono e Ghost Rider. In questi anni ha avuto l’opportunità di lavorare su alcune storie brevi di annual e special issues per la DC Comics.. Dopo il suo lungo periodo in Marvel, ha collaborato con Valiant entertainment sul rilancio di Archer & Armstrong, Bloodshot e Harbinger; nello stesso periodo ha lavorato come copertinista per DC Comics su World’s Finest, Birds of Prey e Catwoman. Conclusa la sua esperienza in Valiant, ha deciso di continuare a lavorare regolarmente per DC comics, entrando a far parte del nuovo team creativo Supergirl e lavorando su JLA, Bombshells, Wonder Woman, Catwoman, Batman e Robin, Starfire. È stata recentemente annunciata come artista regolare della serie Superwoman, insieme a Phil Jimenez.
Ciao Emanuela. Sei da sempre attiva sul mercato USA (X-Factor, Batman, Starfire) e negli ultimi anni hai collaborato con Valiant. Cosa ti ha colpito di più di questa piccola ma molto dinamica casa editrice?
La preparazione degli editors con cui ho lavorato è stata fin da subito il punto di forza della casa editrice che mi ha convinto a lavorare per loro. Warren Simons è stato supervisore editoriale di una serie di fumetti che io ho apprezzato molto in passato, tra cui Thor (2007) di Straczynski e Coipel. Inoltre Valiant offriva un panorama di storie e personaggi molto diverse da quelle su cui avevo lavorato precedentemente con Marvel, quindi questa casa editrice offriva delle soluzioni narrative molto diverse dal fumetto supereroistico, quindi per me ha rappresentato un cambiamento molto stimolante a livello creativo e significativamente formativo per la cura dello storytelling.
Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Il fumetto è una delle tante forme d’espressione artistica, non può e non deve assolutamente essere disconnessa dalle altre. Creare eventi che racchiudano varie categorie di entertainment ormai è quasi obbligatorio.
Vedi Napoli e poi…?
Pizza di rito con gli amici di Napoli!