Paolo Mottura: vedi Napoli Comicon e…

Paolo Mottura: vedi Napoli Comicon e…

Paolo Mottura è a Napoli Comicon per presentare il crossover tra PK e Doubleduck, sceneggiato da Francesco Artibani.

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Paolo Mottura entra nel mondo del fumetto nel 1989, iniziando la sua collaborazione con Topolino.
Negli anni successivi dà il suo contributo anche ad altre testate disneyane come Minni & Company e soprattutto PKNA – Paperinik New Adventures, nella quale inizia a distinguersi il suo stile denso e pittorico.
Dal 2003 inizia a lavorare anche in Francia, disegnando per l’editore Les Humanoïdes Associés la serie a fumetti Careme, per la quale si è aggiudicato il premio Albert Uderzo 2005, e proseguendo anche negli anni successivi per altre case editrici francesi.
Per Disney nel 2010 realizza graficamente – in coppia con il collega e amico Fabio Celoni – la graphic novel tratta dal videogioco Epic Mickey, su testi di Peter David, e successivamente l’adattamento del film Tron: Legacy.
Dal 2011 entra nello staff di disegnatori della Sergio Bonelli Editore, per la quale disegna per Dylan Dog e per Le Storie.
Per Topolino nel 2013 disegna Moby Dick, trasposizione disneyana dell’omonimo romanzo sceneggiata da Francesco Artibani, mentre nel 2015 Dylan Top – L’alba dei topi invadenti (parodia di Dylan Dog su testi di Tito Faraci) e Topolino e Pippo – On the road (parodia del romanzo Sulla strada su testi di Fausto Vitaliano).

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Disegnare il crossover tra PK e DoubleDuck è un’impresa da far tremare i polsi: cosa ti ha convinto a partecipare alla storia e com’è stato il lavoro con Francesco Artibani? Quale approccio grafico hai seguito, dovendo confrontarti con due mondi simili ma differenti, anche per quanto riguarda l’aspetto visivo?
Solitamente quando ci viene assegnata una storia dai redattori della Panini la si accetta senza porre obiezioni, a meno che non ci siano motivi particolari che rendono il lavoro particolarmente indigesto.
Non è stato questo il caso della storia di PK e DD, che mi è stata presentata come un’ottima storia d’azione, scritta magistralmente dall’amico Francesco Artibani con cui tra l’altro avevo già lavorato sulle pagine di PK e su una storia di DD. La sfida era quella di confrontarmi con il mondo di PK dopo molti anni che non disegnavo più per quella testata e dopo aver progressivamente abbandonato il genere supereroistico/fantascientifico. È stato un ritorno agli anni in cui ero ancora molto giovane e pieno di energia creativa e spero di aver retto il confronto con il mio alter ego di quel tempo (per fare un parallelo con il tema della storia, ovvero l’incontro di PK e DD in una stessa dimensione temporale).

Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
In genere non ho pregiudizi sul crossover tra le varie discipline quando è ben motivato e dà dei risultati apprezzabili. Sono meno entusiasta quando si tratta di operazioni di marketing o quando si contamina inutilmente un universo precostituito snaturandolo, con il solo intento di creare qualcosa di ipoteticamente originale.
Ma l’incontro tra cinema e fumetto è un fatto consolidato. Ed è probabilmente anche inevitabile vista la vicinanza e la somiglianza tra le due arti.

Vedi Napoli e poi…?
Vedi Napoli e poi… rivivi! Per me la vitalità e l’umanità che si incontrano a Napoli non hanno eguali. Tieni conto che io sono un uomo del nord abbastanza timido e riservato e quando vado a Napoli per me è come subire una scossa rivitalizzante. Ovviamente non potrei mai viverci vista la mia natura, ma le visite periodiche sono una ottima terapia contro la “normalità” settentrionale.

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