Silvia Ziche: vedi Napoli Comicon e…

Silvia Ziche: vedi Napoli Comicon e…

Silvia Ziche è a Napoli Comicon 2016 per fare disegni e autografi allo stand di Topolino.

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Silvia Ziche inizia a lavorare nel mondo del fumetto negli anni Ottanta, collaborando alla rivista Linus e creando la serie Alice a quel paese.
Approda su Topolino nei primi anni Novanta, dove inizia a sviluppare il suo personale stile grafico, inizialmente debitore delle lezioni di Giovan Battista Carpi.
Nel 1996 scrive e disegna la lunga storia Il mistero del papero del mistero, serializzata in tante brevi puntate per richiamare lo stile delle telenovelas, primo esperimento che avrà successivamente nuove avventure di questo tipo e che ha affermato la Ziche anche come sceneggiatrice particolarmente portata per l’ironia.
Da allora non ha mai abbandonato il fumetto Disney, e dal 2007 disegna ogni settimana la vignetta d’apertura di Topolino, denominata Che aria tira.
Fuor di Disney, dal 2006 ha creato il personaggio di Lucrezia, simbolo della donna disillusa alla perenne ricerca dell’anima gemella e protagonista di varie strisce su Donna Moderna e di diversi volumi da libreria editi da Rizzoli Lizard.

 

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Com’è stato disegnare la parodia di Asterix su Topolino?
Bellissimo. I miei personaggi preferiti, da bambina, erano Topolino e Asterix. Quindi la prima reazione è stata di totale entusiasmo. Poi sull’entusiasmo si è innestato un molesto senso di inadeguatezza: com’era possibile che io disegnassi qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile alle vette virtuosistiche di Uderzo? Ma ho capito presto che questo pensiero avrebbe potuto solo bloccarmi, e soprattutto che l’obiettivo della storia era un altro, quello di fare un divertente omaggio a un grandissimo personaggio dei fumetti… Quindi ho fatto del mio meglio per disegnare un Topolino e un Gambadilegno il più possibile buffi e divertenti. Mi ha aiutato molto la sceneggiatura di Tito Faraci, particolarmente ispirata.

Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Mi sembra una cosa normale. Da sempre gli uomini hanno cercato dir raccontare storie con i mezzi che avevano a disposizione. Tutti i mezzi. Dalle pitture rupestri in poi. Ora ci sono un sacco di possibilità tecnologiche. Quello che una volta si poteva solo disegnare, o descrivere a parole, perché sarebbe stato troppo costoso o addirittura irrealizzabile in un film, ora si può fare. E allora perché no?

Vedi Napoli e poi…?
…ci torni. Possibilmente più e più volte.

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