Dopo aver parlato nella prima parte di questo approfondimento del sistema produttivo del fumetto, la nostra riflessione collettiva con criticə, giornalistə ed espertə del settore si sposta sulla distribuzione del fumetto, tra librerie, fumetterie, edicole e web.
Prezzi, formati, distribuzione: il fumetto dove, come e quanto
In questi anni la distribuzione del fumetto in Italia è cambiata di pari passo al cambio dei formati, spostandosi da albi dai costi contenuti e venduti in edicola a volumi (graphic novel, ma non solo) più corposi (e costosi) distribuiti nelle fumetterie, ma anche nelle librerie di varia. Lo sdoganamento nelle librerie ha comportato un cambio di prezzo e di conseguenza anche l’accessibilità al fumetto, a cui si aggiunge una differenza di presenza sul territorio delle librerie: secondo dati NielsenIQ-GfK contenuti nel report annuale AIE, il numero di librerie per abitante, il Nord-Ovest è sopra alla media nazionale (0,28 librerie per 10 mila abitanti) dell’11%, il Nord-Est del 17%, il Centro del 7%. Le Isole sono sotto la media del 6%, il Sud del 30%, dati che messi insieme danno come risultato che solo un 17% di comuni italiani dotati di libreria.
Prezzi, formati, distribuzione: come cambiano questi elementi la diffusione e percezione del fumetto nel nostro paese?
Per Riccardo Corbò, il rapporto tra forma, prezzo e diffusione è invertito rispetto alle comuni considerazioni, anche in relazione ad altre forme di intrattenimento: “Sono stati i cambiamenti della diffusione della lettura dei fumetti a modificarne la forma e il prezzo, non il contrario. L’intrattenimento e l’escapismo a bassissimo costo è stato vampirizzato dagli smartphone. Il pubblico non compra più fumetti a basso costo, in maniera ondivaga, perché trova contenuti a costo ancora più basso e ancora più “portatili” sul cellulare. Gli editori hanno quindi mutato la loro strategia e hanno puntato su quei pochi appassionati assoluti di fumetto, alzando però i prezzi, per rimediare alla quantità di lettori perduti.“
Un ragionamento che in parte si sovrappone e in parte si discosta è quello de Lascimmiablu: “I molti formati editoriali seguono esigenze di mercato che non contemplano solo edicole e fumetterie: mettere uno spillato sugli scaffali di una libreria di catena significa perderlo in meandri di carta. Per i grandi bestsellers, rodati dal pubblico e dalla critica, si propongono diverse edizioni, dal pornolusso per collezionisti alla discovery edition, chiamiamole così. Confido soprattutto in queste ultime per invogliare i neofiti, incuriositi dal mondo del fumetto ma scoraggiati da lunghe saghe o da prezzi ritenuti troppo alti per investirli in una lettura che non si sa nemmeno se piacerà.“
L’età dei lettori, legata al fenomeno degli appassionati, è un punto centrale anche per Sara Pavan: “Si pubblica in edizione ‘costosa’ ciò che interessa al pubblico che può permettersela, in buona sostanza gli over 40 e oltre. Difatti, il manga continua a essere stampato in formati relativamente economici, mentre il cosiddetto romanzo a fumetti (ma anche la serie italiana popolare ex-mainstream da edicola) esce in formati e a costi che non sono pensati per le nuove generazioni.“
E proprio sul manga aggiunge Mara Famularo, in particolare in relazione al divario Nord-Sud: “questo è un fatto di lunga data, uno scalone che non si può colmare in poco tempo. Un divario che però certi fenomeni editoriali hanno superato: quando un paio d’anni fa alcuni ragazzini del mio paesino lucano (dove salvo Topolino in edicola non ero mai riuscita a reperire fumetti) mi hanno raccontato le loro letture in fatto di manga, ho pensato che il fumetto giapponese fosse davvero arrivato dappertutto.“
Sulla questione della distribuzione, aggiunge Emilio Varrà che “è un problema gravissimo ed endemico, che condiziona la vita e la sopravvivenza di tante realtà editoriali. Un problema più sotterraneo rispetto alla permanenza dei libri sugli scaffali per i clienti, ma molto più cruciale.“
Sulla diffusione del fumetto in libreria, molti riflettono sulla nascita e l’introduzione, prima come forma di narrazione e poi come vera e propria categoria commerciale, del graphic novel.
“La grande battaglia culturale legata all’introduzione del formato graphic novel ha avuto come risultato il fatto che, rispetto a qualche decennio fa, ora appare perfettamente naturale vedere i fumetti in libreria in edizioni cartonate e curate. Certo, l’idea che un fumetto possa essere una lettura complessa e profonda come un romanzo letterario non è ancora del tutto accettata.” sempre Famularo, a cui si aggiunge Virginia Tonfoni: “L’approdo del fumetto in libreria è legato al formato che da un po’ di tempo (A Contract with God di Will Eisner è uscito in libreria nel 1978) chiamiamo graphic novel. Per anni questa definizione è stata al centro del dibattito tra gli addetti ai lavori. Poi, per fortuna, da qualche tempo ci siamo stancati e abbiamo convenuto che si tratta di una dicitura merceologica, che associa il fumetto autoconclusivo e autoriale al romanzo e per estensione al formato libro, proprio per poterlo commercializzare in libreria. Pur nella sconfinata varietà di sottogeneri, le caratteristiche cartotecniche dei fumetti in libreria fanno sì che il loro costo sia generalmente maggiore non solo di quello di un fumetto, ma anche di un libro di narrativa o di un saggio.“
Sul discorso di prezzi e graphic novel, le posizioni di Varrà e Bristot sono vicine, vedendo anche nella distribiuzione e posizionamento la ragione dell’affermarsi di un formato, e non viceversa come detto da Corbò.
“La presenza di volumi a fumetti in libreria è stata fondamentale per l’affermazione delle graphic novel e anche per un ampliamento del pubblico di lettori e lettrici, che comunque è un dato significativo. E il fatto che tali libri si presentassero anche in un certo modo, con un certo aspetto, non è stato indifferente. I prezzi sono indubbiamente aumentati, ma sinceramente anche in questo caso si tratta un’abitudine e di un atteggiamento culturale. Parlo in continuazione con persone che dicono che i libri costano troppo e vedo poi a prendersi un aperitivo. Non sono polemico, ma vuol dire che è vissuto in modo più normale lo spendere 15 euro per due birre che per mezzo libro. Ognuno fa delle scelte.
Quello che mi sembra invece per lo meno fastidioso è che tanti libri, nella “lotta disperata” di conquistarsi un centimetro in più di spazio sugli scaffali della libreria, si presentino con formati sempre più grandi e preziosi. Sembrano tutti libri di lusso. A volte tali formati nuocciono alla stessa storia a fumetti che risulta visivamente esile perché avrebbe bisogno di spazi più compressi, di un formato e un oggetto più sobrio. Non è un fenomeno solo italiano, in Francia è una tendenza molto evidente (e francamente insopportabile).” così Varrà.
“Anche io la penso come Emilio sul costo e la cosiderazione culturale di aperitivo e lettura. Sulla forma, questa dipende dalla forma del racconto, dalla dimensione delle tavole, dalla foliazione. Quindi molti editori hanno voluto sottolineare questi elementi di grande bellezza. Per gli amanti del cartaceo, fa ancora effetto tenere tra le mani un bel libro, ben stampato, e annegare in mezzo alle pagine, sprofondando nella sua lettura.” aggiunge Bristot
Riprendendo una considerazione di Varrà e Bristot sulla forma del fumetto, sulla foliazione e la struttura dei graphic novel contemporanei, Paolo Interdonato ha una posizione ancora più netta e chiara: “Faccio da anni una battuta che mi ha garantito un sacco di nuove amicizie tra gli addetti ai lavori: «i graphic novel sono come i fumetti, solo fatti un po’ peggio»
Non solo costano di più, ma sono fatti da gente che, nella gran parte dei casi, non ha avuto spazi di maturazione che non fossero la produzione di storie da centinaia di pagine. Poi c’è chi ha quella misura, è capace, impara, migliora e produce cose sempre più interessanti. Ma, nella maggior parte dei casi, ci troviamo di fronte a persone che non hanno uno spazio per formarsi che non sia quello delle scuole e delle accademie, tutta roba che viene prima – e invece – del lavoro.“
Luca Raffaelli, infine, non si esprime direttamente sulla questione, ma pone un altro, interessante quesito: “dove li trovano i lettori di fumetti i loro spazi di lettura? Viaggio spesso in treno e incontrare un lettore di fumetto tra i vagoni è una vera rarità. E poi: tra impegni vari, studio, lavoro, amicizie, social, quand’è che si legge? Anche questa potrebbe essere una bella domanda…“
Una riflessione importante perchè, sempre stando ai dati di AIE, la lettura è diventata sempre più frastagliata (24% del campione di riferimento che dichiara di non leggere tutte le settimane e un tempo di lettura medio di 40 minuti al giorno, secondo le stime del 2023) e i luoghi che fanno attivamente promozione della lettura e degli incontri tra lettori e con autori, in primis le biblioteche, soffrono anche qui di una discrepanza tra Nord e Sud (poco più di 1.800 comuni, su quasi 2.600, con un servizio bibliotecario al Sud) e una grande frammentazione (con una media accessi nazionale di 5500 persone al giorno e una distribuzione del 70%, con quindi un terzo dei comuni italiani senza bibloteca): una condizione questa ben studiata dal gruppo accademico SnIF (Studying ‘n’ Investigating Fumetti), che da alcuni anni riflette sul rapporto tra biblioteche e fumetti e ne ha discusso pubblicamente durante le ultime due edizioni del Treviso Comic Book Festival.
Non è un paese per il digitale
Sebbene con alcune differenze e difficoltà che variano da paese a paese, oltre ad alcune scelte controintuitive (come quella che ha portato alla fine, per come lo conoscevamo, del portale Comixology) e alcuni traballamenti societari (come quello di Naver, società leader nel settore dei webtoon), il fumetto digitale ha vissuto negli ultimi anni un momento di forte appeal, soprattutto se si guarda ai webtoon, fumetti pensati per gli smartphone nati in Corea del Sud e diffusi oggi in tutto il mondo, con tante aziende che si sono lanciate su questo modello (come spiegavamo in parte qui, e come Fumettologica ha approfondito qui). In Italia il discorso è un po’ diverso: nonostante alcuni importanti progetti quali Tacotoon e Jundo Comics, oppure la relativamente giovane Zipaki, il fumetto digitale, soprattutto a pagamento, fa fatica ad affermarsi. Questo si lega a dati più generali sulla lettura di libri in digitale, circa il 30% secondo AIE, con un generale calo nel 2023 rispetto agli anni della pandemia, a cui si accompagna il fatto che solo il 50% dei libri cartacei in commercio ha una controparte digitale.
“Siamo ancora molto legati al cartaceo, sia per l’esperienza di lettura in sé sia per motivi collezionistici, componente non secondaria in questo settore. Se anche si decide di leggere in digitale, la pubblicazione fisica resta sempre molto attesa, come dimostrano le vendite di webtoon quali, ad esempio, Tower of God, Solo Leveling e B-J Alex.” secondo Lascimmiablu
La questione, per Tonfoni e Famularo, è anagrafica. “Immagino che abbia a che fare con la media anagrafica di un paese di vecchi, o di giovani vecchi affezionati alla carta. Nonché al basso potere d’acquisto dei meno vecchi (dentro e fuori) che li leggerebbero.” dice la prima, mentre Famularo elabora un pensiero proprio sul webtoon e il rapporto con i giovani: “per il pubblico italiano adulto il fumetto resta principalmente un contenuto cartaceo. Le generazioni più giovani sono più abituate a vedere nello smartphone uno strumento utile a fruire e realizzare diversi tipi di contenuti e sono infatti il pubblico d’elezione dei webtoon. Lo scoglio principale alla loro fruizione resta quello linguistico, ossia il fatto che la maggior parte dei webtoon non è disponibile in lingua italiana. Penso sia essenzialmente questo il nodo.“
Questo ultimo punto, per Bristot è un punto di forza: “Attraverso la rete si raggiungono, per esempio, storie che non sono pubblicate in Italia e che puoi leggere senza costi. Ci sono forme di attesa di puntate ed episodi, classicamente come succede con quelle stampate su carta. Non mi pare ci sia fatica. Forse non ci sono i numeri, perché il problema del digitale è processare i dati e le informazioni.“
Per gli altri, il problema sta nel pagare per un prodotto digitale, e nella sua scelta. “In Italia si sa, nessuno vuole pagare su Internet: si tratta di un tema che coinvolge qualsiasi servizio, compresi i giornali quotidiani.” commenta laconicamente Luca Valtorta, mentre Interdonato è più diretto nell’esplicitare una verità nota a tutti:”È semplice. Il fumetto digitale lo si legge su Telegram. E non è a pagamento, spesso non è neanche digitale.“
Corbò mette in relazione qualità dei fumetti e disponibilità nel pagare per quelli, mentre Pavan riflette sulla piattaforma stessa, che secondo lei “non è ancora arrivata a essere sinonimo di qualità, per cui l’utenza non è sicura al 100% che troverà qualcosa di suo gradimento al suo interno” a cui aggiunge, come possibile soluzione che “forse converrebbe immaginare titoli distribuiti gratuitamente grazie alla pubblicità o versioni freemium che permettano a chiunque di poter “assaggiare” il prodotto in modo adeguato, questo unito alla presenza di qualche grande nome o grande serie tale da giustificare la spesa. A quel punto se mi abbono per seguire la mia serie preferita, esploro anche gli altri contenuti.“
Per nessuno, comunque, sembra che la via digitale sia un settore con buone prospettive, anche dovuto a una certa concorrenza internazionale che offre servizi in abbonamento molto vantaggiosi, come come Marvel Unlimited e il da poco approdato in Italia DC Universe Infinite, ma anche la app di Kodansha, che con un basso costo mensile o annuale mettono a disposizione una produzione davvero sterminata.
Siamo arrivati alla fine della seconda parte di questo confronto, con tanta carne messa al fuoco e tanta altra che deve venire, per parlare di manga, generi e del futuro del fumetto in Italia.
BIOGRAFIE
Giunti alla fine del percorso, pubblichiamo anche le interviste integrali da cui abbiamo ricavato l’articolo finale. Le trovate cliccando sui nomi degli intervistati, o nella colonna a fianco dell’articolo.
Ringraziamo per la partecipazione:
Mara Famularo
Lucana d’origine, vive e lavora a Roma. Laureata in storia dell’arte con una tesi su Lyonel Feininger, da brava millennial ha collezionato diverse esperienze di lavoro ma ora staziona nel mondo dell’editoria. Per conoscere i fumetti ancora più da vicino, studia alla Scuola Romana dei Fumetti. Scrive di fumetto sull’inserto della Stampa TuttoLibri e collabora con Fumettologica dal 2015. Per Il Mulino ha pubblicato il libro Destinazione manga, un’introduzione al fumetto giapponese.
Virginia Tonfoni
Vive a Livorno, dove insegna nel liceo scientifico cittadino. Da anni si occupa di graphic novel: collabora con Alias de il manifesto e con numerosi festival letterari e di fumetto. È giurata del Premio Boscarato, del premio Pozzale-Luigi Russo e del Premio Tuono Pettinato. Si occupa di Comic Studies come ricercatrice indipendente ed è membro del Gruppo SnIF-Studying ‘n Investigating Fumetti. Nel 2017 ha pubblicato la biografia a fumetti di Violeta Parra, Violeta. Corazón maldito (Bao Publishing) disegnata da Alessio Spataro. È inoltre autrice con Andrea Benei e Matteo Contin del volume Tutti i critici sono bastardi (Edizioni Sido, 2021) e di un contributo nell’antologia Genere e Giappone (Asterisco, 2023).
Emilio Varrà
Ha fondato nel 1996 Hamelin Associazione Culturale che lavora nel campo dello studio della letteratura per ragazzi, dell’educazione alla lettura, dell’organizzazione di mostre e eventi sul fumetto e l’illustrazione. Tra questi BilBOlbul. Festival internazionale di fumetto, BOOM! Crescere nei libri e A occhi aperti. Disegnare il contemporaneo.
Autore e coautore di volumi dedicati alle opere di scrittori come Twain, Kipling, o autori di fumetto come Muñoz, Altan, Giardino, all’analisi delle metafore d’infanzia, all’evoluzione degli ultimi venti anni di letteratura per ragazzi in Italia, al linguaggio dell’albo illustrato contemporaneo, alla storia della graphic novel degli ultimi trent’anni. È tra i fondatori della rivista “Hamelin. Storie, figure, pedagogia”. Lavora nella redazione alla rivista “Gli Asini”.
Dal 2005 insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna all’interno del Corso di Fumetto e Illustrazione nei corsi di Metodologie e tecniche della comunicazione e Scrittura creativa.
Paola Bristot
Classe 1961, nata ad Aviano, si è laureata in D.A.M.S. (1985) e specializzata si Storia dell’Arte (1991) presso l’Università di Bologna. E’ docente dal 1995 di Storia e Linguaggi dell’Arte Contemporanea, dal 2015 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e dal 2020 tiene anche i corsi di Lineamenti di Storia dell’Arte presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino. E’ presidente dell’Associazione Viva Comix dal 1998 con cui organizza mostre, eventi, attività editoriali e direttrice artistica dal 2007 del Piccolo Festival dell’Animazione. Ha curato le antologie di cortometraggi italiani “Animazioni”, in 6 DVD (2010-2019, Viva Comix, Ottomani con A.Martignoni).
Ha pubblicato libri e cataloghi legati al fumetto tra cui Ja Comix!, nel 2001, graphicnovel.it, nel 2012, Poema Barocco di Renato Calligaro nel 2015, Pasolini, tabloid (anche in versione inglese) di Davide Toffolo, 2022, Terra, Omini, Bestie, di Altan, 2024, Come art director ha seguito e prodotto il film sperimentale “Re-cycling” (Arte Video, 2014, 2019). E’; curatrice dello spazio espositivo “studiovivacomix” a Pordenone.
Luca Valtorta
Ha studiato Lingue e Letterature Orientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha diretto il settimanale Musica! Rock e Altro e il mensile Repubblica XL. Attualmente lavora a Robinson, l’inserto culturale di Repubblica. Ha lavorato molti anni come giornalista freelance scrivendo tra gli altri per Focus, Sette del Corriere della Sera e Tutto Musica, di cui è stato caporedattore.
Insieme ad Alessandro Gomarasca ha scritto il libro Sol Mutante (Costa & Nolan, 1999; 2008).
Luca Raffaelli
Nato nel 1959, è considerato uno dei massimi esperti italiani nel campo dei fumetti e dei cartoni animati. Collabora con Lanciostory, Repubblica e il suo mensile XL, dal 2003 scrive le introduzioni ed è consulente editoriale dei volumi a fumetti di Repubblica – L’Espresso. È direttore artistico dei Castelli Animati, festival internazionale del cinema d’animazione di Genzano, e di Romics, festival del fumetto di Roma. Autore televisivo, scrittore e saggista, ha pubblicato vari libri per bambini (tra gli altri Un fantasma in cucina e Gianga e Perepè per Mondadori) e Il fumetto per Il Saggiatore-Flammarion (1997).
Per minimum fax ha già pubblicato Le anime disegnate. Il pensiero dei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre (2005). Come sceneggiatore ha collaborato tra l’altro alla scrittura di Johan Padan, film animato di Giulio Cingoli tratto da un testo di Dario Fo. Mina ha inciso una sua canzone, Ninna Pa’.
Riccardo Corbò
Giornalista professionista esperto di culture giovanili e curatore di mostre sulle icone pop del mondo dei comics.
Dopo alcuni anni come redattore e traduttore per case editrici di fumetti e come ufficio stampa per festival di Comics, nel 1997 inizia a collaborare con le rubriche del GR Rai in qualità di esperto di fumetto, videogioco e cartoons. Dal 2001 è assunto a Rai Net, dove è responsabile fino al 2007 del Portale e della Community. Per Rai Net ha curato l’edizione italiana di “Food Force”, videogioco creato dal WFP delle Nazioni Unite.
Ha curato per le edizioni Eri Rai il libro di interviste di Vincenzo Mollica “DoReCiakGulp” (2006). Dal 2007 al 2010 è responsabile web dell’offerta “Rai per la Cultura”.
Dal 2011 lavora al Tg3: per il sito del telegiornale ha ideato e realizzato le rubriche Tg3 Comics e Tg3 Ludus. I suoi servizi in TV sono per la rubrica “Tg3 Agenda del Mondo”, “Tg3 Mondo” e “Tg3 Persone”.
Per Rai Isoradio, dal 2014 al 2017 ha ideato e condotto i programmi “Fumetti con le ruote” e “La notte, un videogioco?”.
È il curatore, insieme a Vincenzo Mollica, della mostra presso il Museo del Vittoriano, a Roma, “Spider-Man, il più umano dei super-eroi”; della mostra presso Palazzo Bufalini, a Città di Castello, “Batman, Oscurità e Luce”; della mostra “80 anni di Batman” in collaborazione con Warner Bros, a Roma, a Romics; della mostra presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano “Batman, 80 years of Technology” e della mostra “Simone Bianchi: Amazing Talent” a Palazzo Vitelli. All’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” è docente dal 2009 di Morfologia e critica della paraletteratura al Master di primo livello in Critica Giornalistica. Dal 2019 è docente del corso “Storia della Stampa e dell’Editoria” presso l’Accademia di Belle Arti RUFA – Rome University of Fine Arts.
Paolo Interdonato
Scrive e parla, da almeno un quarto di secolo e quasi mai a sproposito, di fumetto e illustrazione . Ha imparato a districarsi nella vita, a colpi di karate, crescendo al Lazzaretto di Senago. Nonostante non viva più al Lazzaretto ha mantenuto il pessimo carattere e frequenta ancora gente poco raccomandabile, tipo Boris, con il quale, dopo una serata di quelle che non ti ricordi come sono cominciate, ha deciso di prendersi cura di (Quasi), rivista di critica del fumetto online pubblicata dall’associazione Oblò APS.
Valentina “lascimmiablu” Lotti
Content creator e divulgatorə di fumetti, ha collaborato con una rubrica a tema fumetti e soprattutto manga su Maremosso di Feltrinelli.
Sara Pavan
Si definisce creactivist (un’attivista attraverso la creatività), è fumettista, illustratrice e facilitatrice grafica. È autrice de Il potere sovversivo della carta (Agenzia X, 2014), un libro che esplora la scena del fumetto underground italiano dei primi anni 2000. Ha contribuito con una storia breve a Post Pink, un’antologia a fumetti femminista pubblicata da Feltrinelli Comics (2019). Inoltre, ha illustrato Rabbia proteggimi di Maria Edgarda Marcucci (Rizzoli Lizard, 2022), un memoir che racconta le esperienze di una veterana delle YPJ, ingiustamente perseguitata dalle autorità italiane dopo aver combattuto il terrorismo in Kurdistan. Dall’autunno del 2023, è Direttrice Artistica dei Progetti Speciali al Palazzo del fumetto di Pordenone, un’istituzione unica nel suo genere.
Francesco Settembre
19 Gennaio 2025 a 14:25
Ottimo approfondimento, importanti i nomi coinvolti, sopratutto due giganti come RAFFAELLI e CORBO’. Ma perché parlate di distribuzione senza coinvolgere nessuno che se ne occupi per lavoro?
Emilio Cirri
20 Gennaio 2025 a 09:37
Grazie mille per l’apprezzamento, Francesco! Come diciamo negli articoli, questi sono punti di partenza per delle discussioni, e in redazione abbiamo già parlato di estendere questo tipo di articoli ad altri del settore, anche “sondando” l’interesse attorno a questi temi. Dato che questo tema della distribuzione è molto sentito, potrebbe essere il momento di fare qualcosa in questa direzione. Ovviamente con i nostri tempi, ovvero di chi scrive per passione nei ritagli di tempo di tutto il resto :)
Comunque grazie a te e a chi scrive sui social per darci nuovi spunti e spingerci a fare di più e meglio!