Nathan Never: la colonna sonora nascosta

Nathan Never: la colonna sonora nascosta

Michele Medda ci svela perle musicali seminate negli albi di Nathan Never, in un sorprendente viaggio tra vignette e note. Buona lettura e buon ascolto.

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La prima citazione musicale che ricordo in Nathan Never non è nascosta, ma anzi esibita ne Il Monolito nero (#2), storia scritta con Antonio Serra e Bepi Vigna.

Nathan Never Beatles

Nathan incontra un collezionista di memorabilia del passato come lui, tale Hal Castle (il nome richiama quello di Alfredo Castelli, nostro nume tutelare) che in sequenza gli mostra due album leggendari: Love me do dei Beatles e poi The Freewheelin’Bob Dylan di Bob Dylan…

Per le storie scritte in “assolo”, invece, parto da Forza invisibile (#5). Nel primo night club in cui Nathan e Legs indagano, la cantante intona durante lo spogliarello You can leave your hat on. La canzone fu scritta nel 1972 da Randy Newman, ma resta celebre la versione incisa nel 1986 da Joe Cocker e utilizzata come colonna sonora per lo strip cinematografico di Kim Basinger in 9 settimane e mezzo.

Poi è la volta di The Rocky Horror Picture Show: in una scena ambientata anche questa in un locale notturno, l’avvenente cantante intona la traduzione italiana di Sweet Transvestite. “Non si può giudicare un libro dalla copertina” cantava nella versione originale il trasgressivo transessuale Dr. Frank N. Furter (Tim Curry), e qui nel fumetto gli fa il verso la pin-up disegnata da Romeo Toffanetti, che si rivela poi un robot…

La storia Gli occhi di uno sconosciuto (#9) si ispira alle atmosfere delle canzoni di Suzanne Vega, come scrivemmo anche nel redazionale dell’albo. In particolare, la sequenza iniziale si rifà a Tom’s Diner. La cliente di Nathan, di conseguenza, non può che chiamarsi Lucy Vega.

Volare sul boulevard

Dirty Boulevard (#32) deve titolo e plot all’omonima canzone di Lou Reed, tratta dall’album New York, del 1989. Una citazione quasi letterale del testo della canzone è proprio nell’ultima vignetta.

And back at the Wilshire Pedro sits there dreaming

he’s found a book on magic in a garbage can

He looks at the pictures and stares at the cracked ceiling

At the count of 3,” he says “I hope I can disappear”

And fly-fly away

from this dirty boulevard

I want to fly, from dirty boulevard

L’immagine di Pedro, il ragazzino che guarda le crepe sul soffitto e sogna di fuggire, mi colpì molto quando ascoltai il disco per la prima volta, e la riportai praticamente identica nella storia. Poi, in realtà il “nostro” ragazzino pensa all’eroe di un cartone animato, non a un libro di magia come Pedro, ma il suo sogno è identico: volare via dal boulevard.


Dirty Boulevard è una storia a cui sono molto affezionato, la reputo ancora oggi una delle mie sceneggiature migliori. Mi sono ispirato a La Perla di Steinbeck per la coppia dei giovani loser protagonisti… per questo ho chiamato la ragazza Pearl, e il ragazzo l’ho chiamato Kino, proprio come il personaggio di Steinbeck.

On the road

Nella storia Buffalo Express (#34), dedicata a futuribili “cowboy della strada” in scenari da Far West postatomico, ho passato in rassegna alcuni classici country/folk grazie al personaggio di Ringo (…). Prima, l’autista del convoglio intona un celebre motivo (del 1848) come Oh Susanna, poi Hit the road Jack di Ray Charles, scritta da Percy Mayfield. Quindi è la volta della ballata Road Beneath My Wheels al successo da Dan Fogelberg e di You’re Gonna Quit Me: un pezzo del 1927 di Blind Blake, ricantato anche da Bob Dylan.

Nella seconda parte della storia, Le terre morte (#35), come sottolinea un personaggio, “nessuno ha più molta voglia di cantare”. Ma la storia si chiude con una citazione implicita di Tom Waits. Nell’ultima pagina si dice che “Questa terra è morta urlando”. Il riferimento è alla canzone Earth Died Screaming di Tom Waits, dall’album del 1992 Bone Machine.

In Tragica ossessione (#36), nella scena del locale c’è il/la tra(n)sformista Sissy, che prende le sembianze di star come Rita Hayworth, Marilyn Monroe, Marlene Dietrich e ne canta le rispettive canzoni: Put the blame on mame per la Hayworth (da Gilda), I wanna be loved by you per Marilyn (da A qualcuno piace caldo) e Falling in love again per la Dietrich (da L’angelo azzurro).

Sissy e la sua corte dei miracoli richiamano, di nuovo, graficamente Frank’n’Furter e i suoi compagni di The Rocky Horror Picture Show.

I wanna be loved by you

Nella stessa scena c’è una citazione che possiamo definire tranquillamente “a pera” della Guerra di Piero, di Fabrizio De André, che è parzialmente involontaria. In realtà non volevo citare De André. Mi piaceva che il tizio grande e grosso che attacca Nathan avesse un nome da bonaccione, e l’ho chiamato Piero. Poi, mentre scrivevo i dialoghi, mi è venuto fuori “Sparagli, Piero. Ora.” È l’unica citazione di cui, lo ammetto, potevo fare a meno.

Una canzone per Sara

L’amato Bob Dylan ritorna in Nathan Never in diverse citazioni indirette, ma in Una canzone per Sara (#102) ho citato esplicitamente, nell’ultima vignetta della storia, un paio di versi di Tight connectionto my heart dall’album Empire Burlesque, del 1985. Ho stravolto la metrica per tradurre in rima, ma, trattandosi solo di un paio di versi estrapolati dal contesto, mi sono preso serenamente questa licenza.

Tight connection to my heart

Nella storia si trovano anche riferimenti nascosti a Everybody Needs Somebody di Wexler, Berns e Burke , resa celeberrima dai Blues Brothers, e Viaggi e Miraggi di Francesco De Gregori, dall’album Canzoni d’amore.

C’è anche un’altra citazione in quell’albo. Non c’entra con la musica, ma la scena finale deve molto a L’altra donna (1978), romanzo del giallista americano Ed McBain. Per me uno dei più bei libri dell’autore (il primo che ha per protagonista l’avvocato Matthew Hope), e uno dei suoi finali migliori.

Citazione nascosta dei Culture Club (Kharma Chameleon) in Il nemico nell’ombra (#104), dove si parla di un’auto che diventa invisibile col sistema “karmacam” o qualcosa del genere. Curiosamente, tutta la storia su un ricordante che trasporta segreti altrui nella testa ricorda i versi della canzone:

I’m a man without conviction,

I’m a man who doesn’t know

how to sell a contradiction.

Piovono uomini e si aprono crepe

It's Raining Men

Nella storia tripla Dopo l’Apocalisse (#162/163/164), in particolare nel primo episodio, c’è una citazione nascosta di Geri Halliwell (It’s raining men): quando Nathan cade giù da una colonna di scarico per i rifiuti, due donne che passano di là lo vedono.

Piovono uomini!” dice una. E l’altra: “Alleluja!”. In pratica, citano il ritornello della canzone (originariamente interpretata dalle Weather Girls nel 1982).

La storia si chiude nel #164 con la frase “c’è una crepa in ogni cosa/ ed è così che entra la luce”, citazione esplicita di Leonard Cohen, da Anthem (canzone contenuta nell’album The Future, ripresa anche da Jovanotti in Safari: “niente combacia ci sono crepe/ e dalle crepe passa un po’ di luce/ che si espande nell’universo”) . Non so perché, ma ho sempre avuto il sospetto che Jovanotti citasse Nathan Never più che l’originale di Cohen. Molto presuntuoso da parte mia, lo so!

Anthem

A proposito di Lorenzo Cherubini… Inserisco anche la serie dedicata a Legs per la nostra scorribanda musicale. Ne Il gigante d’acciaio (#4), un tizio che si fa riprendere dalla tivù saluta la mamma e dice: “Ciao, mamma, guarda come mi diverto!”. Appunto, citazione di Ciao Mamma di Jovanotti.

Poi, un’altra citazione, questa un po’ difficile da rintracciare: in un albetto speciale sempre dedicato a Legs, scritto da me e disegnato da Andrea Artusi (Miraggi, allegato a Speciale Nathan Never n. 3), si fa riferimento a I and I di Bob Dylan (dall’album del 1983 Infidels).

Dai Boggs a Dahl

Nella storia in due parti, Mandato per un omicidio/Intrigo su Melpomene” (#173/174), cito di nuovo (non chiedetemi perché) Geri Halliwell/ Weather Girls (It’s raining men). Stavolta Nathan “piove” da una rampa di scale.

Papaveri e papere

Sempre nella stessa storia, si balla in un locale sulle note di:

You know the poppies are high, high, high…

Ovvero “I papaveri sono alti, alti, alti…”, tratta da quel classico nostrano che è Papaveri e papere, grande successo sanremese di Nilla Pizzi nel 1952.

Citazione fedelissima dei Pogues nella seconda parte (Intrigo su Melpomene), quando Nathan e la sua collega Nicole Bayeux vanno a vedere una band in concerto: i Boggs.

The drunken boatLa canzone che il gruppo canta sul palco è The Drunken Boat, ispirata al poema di Arthur Rimbaud Le Bateau ivre del 1871. Nella versione originale della band anglo-irlandese i versi erano:

Now the only deck I’d want to walk

Are the stalks of corn beneath my feet

And the only sea I want to sail

Is the darkened pond in the scented dusk…

La traduzione del ritornello è cantabile anche in italiano, perché mantiene la metrica (“E il fruscio di spighe sotto al mio stival, etc”). Provate a canticchiarla se non ci credete!

In Dallo spazio profondo (Speciale #2) si parla a un certo punto dell’“Autostrada per Burma Shave”, citazione di un’altra canzone di Tom Waits, Burma Shave, che a sua volta citava una marca di dopobarba.

Una citazione esplicita dei Violent Femmes accompagna il finale dell’albo Gigante #4, La rivolta: la canzone è No Killing.

L’ultimo riferimento musicale che ricordo di aver inserito in una storia di Nathan si trova in Operazione Terra Mater (#233): la canzone citata è Sotto le conchiglie del Gruppo Italiano, pop band di culto negli eighties. Sara e i suoi compagni d’avventura diffondono le note della canzone dagli altoparlanti dell’acquario trasformato in fortino.

Per chiudere, mi piace citare ancora Dallo spazio profondo. A pagina 129, nel finale, un meditabondo Nathan estrae un cd dallo scaffale e ascolta una canzone. I versi (tradotti) dicono:

Siamo animali selvaggi

Siamo pessimisti

Non abbiamo cibo

E il mare è così profondo

Il cd s’intitola The sea is so deep, di tale Lucius Dahl. Che te lo dico a fare.

Com'è profondo il mare

Albi di Nathan Never citati

Il Monolito nero (#2) – Disegni: Germano Bonazzi

Forza invisibile (#5) – Disegni: Romeo Toffanetti

Gli occhi di uno sconosciuto (#9) – Disegni: Stefano Casini

Dirty Boulevard (#32) – Disegni: Germano Bonazzi

Buffalo Express/ Le Terre morte (#34-35) – Disegni: Romeo Toffanetti

Tragica ossessione (#36) – Disegni: Stefano Casini

Una canzone per Sara (#102) – Disegni: Roberto De Angelis

Il nemico nell’ombra (#104) – Disegni: Stefano Casini

Dopo l’Apocalisse/La squadra segreta/ L’ultimo addio (#162-164) – Giancarlo Olivares

Mandato per un omicidio/Intrigo su Melpomene (#173-174) – Disegni: Stefano Casini

Dallo Spazio profondo (Speciale #2) – Disegni: Roberto De Angelis

La rivolta (Gigante #4) – Disegni: Stefano Casini

Operazione Terra Mater (#233) – Disegni: Roberto De Angelis

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