Tex #743: il nemico alle porte

Tex #743: il nemico alle porte

Le arroventate piste della Sonora fanno avvicinare sempre di più Tex e Mefisto in questo albo firmato da Mauro Boselli e Fabio Civitelli. .

CoverSe a Sierra Nevada spettava il compito di innescare la seconda parte della microsaga e Il ritorno di Padma di disporre tutti i pezzi sulla scacchiera, a questo albo è affidata la complessa funzione di farli interagire traghettando la trama verso l’atto finale. Obiettivo centrato a metà: perché Nel deserto di Altar senza dubbio intrattiene il lettore offrendogli scene ben orchestrate e location inedite e intriganti, ma il plot entra spesso in vicoli ciechi da cui lo sceneggiatore riesce ad uscire solo servendosi di stratagemmi forse non efficacissimi. Tra questi l’utilizzo, come arma all’apparenza definitiva, di un nugolo di mosche demoniache dal cui attacco i nostri escono sorprendentemente illesi; la scelta di far risorgere il medium Narbas (un personaggio che appare fuori contesto) e le modalità di intervento, sempre uguali, del lama Padma. In più la sceneggiatura si attorciglia in dialoghi spesso ridondanti e purtroppo ripetitivi (risulta stucchevole che dopo cinque mesi Tex e Carson si chiedano ancora, e per tre volte di seguito, se sono pazzi oppure no assistendo a fenomeni paranormali). Insomma, sembra che anche chi sceneggia brancoli un po’ nel buio come i pards, realizzando una storia che procede più per addizione che per pianificazione. Così c’è confusione sui reali poteri di Mefisto – che compare pochissimo in proporzione agli altri episodi – e sulle relazioni che intrattiene con gli altri personaggi (come si spiega, ad esempio, l’astio che la sorella Lily prova nei suoi confronti, quando le avventure precedenti raccontavano un legame ben diverso?). Uno degli indubbi meriti di Boselli è però quello di aver fornito anche questo mese a Fabio Civitelli una straordinaria varietà di scenari che il disegnatore costruisce e popola con estrema disinvoltura: dalle tetre stanze della casa del Morisco alla piana desertica, dal cratere del vulcano alle celle della missione di Caborca, questo albo è l’ennesimo saggio di bravura di un maestro che si esalta sia nella resa degli interni che degli esterni. A questo si aggiunge la consueta leggibilità delle vignette che, proprio per la loro costruzione geometrica, si trasformano in piccole, potenti icone. Segnaliamo, proprio per la loro efficacia espressiva, le tavole 38, 74 e 89.

Abbiamo parlato di:
Tex #743 – Nel deserto di Altar
Mauro Boselli, Fabio Civitelli
Sergio Bonelli Editore, settembre 2022
110 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,40 €
ISSN: 977112156104620743

Tavola 1

Tex #738: bentornato Mefisto!

Tex #739: senza via di scampo dall’orrore!

Tex #740: chiusi in manicomio

Tex #741: all’inseguimento di Mefisto e Yama

Tex #742: si formino le squadre

4 Commenti

4 Comments

  1. Maurizio Mancini

    13 Settembre 2022 a 06:47

    Non ce ne sono tanti di Boselli in giro.Certo ciò non vuol dire che non sia criticabile,come tutti.Personalmente apprezzo molto il Boselli per esempio de:”la mano del morto” con la storia di Wild Bill Hickok, storia del West.”Tex non ha bisogno di fare il salto dello squalo”e forse neanche del ritorno di prestigiosi nemici.

  2. Filippo Marazzini

    13 Settembre 2022 a 15:44

    Grazie per averci scritto, Maurizio. Concordiamo con te: Boselli è unico, nello stile, nella creatività e, soprattutto, nella costante ricerca di originalità. Tutte queste qualità lo rendono il principe, oggi, degli sceneggiatori Bonelli. Detto ciò, nella sua sterminata produzione -sempre di livello altissimo- è perfettamente naturale che ci siano, come nel caso di “Nel deserto di Altar”, delle leggere inflessioni; questo ovviamente non va a detrimento degli episodi notevoli (spesso autentici capolavori) che ha ideato e continua ideare. “La mano del morto”, la storia che citi, anche secondo noi è una delle sue più riuscite e, senza dubbio, un classico moderno di Tex.

    • Maurizio Mancini

      14 Settembre 2022 a 09:16

      Grazie a voi ed te Filipppo.Sai,sulla “mano morta”,sono un po di parte,perché(da scrittore indipendente)sono stato coautore de:la mano morta di Diabolik(Ottobre 2016),nulla a che vedere con W.B.Hickok naturalmente.Certo,tutti gli autori sono criticabili,anche i maestri.Con l’esercizio della critica,si cresce.Cordiali saluti.

      • Maurizio Mancini

        14 Settembre 2022 a 10:09

        Scusa Filippo,c’è qualche refuso nella mia risposta:anche in Diabolik il titolo è:”la mano del morto” Di nuovo cordiali saluti.

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