Novità da 001 Edizioni: “Pompei” e “Le lacrime di Ezechiele”

Novità da 001 Edizioni: “Pompei” e “Le lacrime di Ezechiele”

001 Edizioni pubblica "Pompei" di Frank Santoro e "Le lacrime di Ezechiele" di Matthias Lehmann, in uscita rispettivamente il 3 e il 10 maggio.

Comunicato Stampa

001 Edizioni pubblica due nuovi volumi: Pompei di Frank Santoro e Le lacrime di Ezechiele di Matthias Lehmann, in uscita rispettivamente il 3 e il 10 maggio.

Pompei

Pompei, il graphic novel di Frank Santoro diventato ormai un classico del nuovo fumetto americano, arriva finalmente in Italia.
Marcus è un giovane apprendista giunto a Pompei per servire nella bottega del celebre e corrotto pittore Flavius. Nel poco tempo libero, Marcus realizza i propri me­ravigliosi disegni e incontra la ra­gazza che ama, ma sui loro sogni incombe l’ombra del Vesuvio, che lancia sem­pre più inquietanti segnali, sullo sfondo di una storia d’amore e potere che si svolge sullo sfondo dell’eruzione del 79 a.C.
Un racconto antico e modernissimo, che è anche rifles­sione sulle origini della rappresentazione artistica occidentale.
Narrato con ritmo implaca­bile, basato sullo studio della pittura pompeiana e sulla si­stematica sperimenta­zione delle tecniche del fumetto, Pompei è un’opera che infrange le barriere del genere.

Frank Santoro sarà in tour in Italia a maggio 2018. Dal 18 aprile al 31 maggio 2018 le tavole di Pompei saranno in mostra al MANN (Museo Archeologico Nazionale Napoli). La mostra sarà allestita in occasione della nuova edizione del Comicon, che vedrà Frank Santoro tra gli ospiti. Frank sarà protagonista di un incontro con il pubblico, presso il Museo Archeologico di Napoli, il 30 aprile, alle ore 12 e nei giorni del Comicon dedicherà il suo libro allo stand di 001 Edizioni. Il 5 maggio sarà, invece, protagonista a Bologna di un incontro con il pubblico presso l’Accademia di Belle Arti.

Con Pompei Santoro ha dichiarato di voler semplificare, limitandosi a disegnare a matita, nello stesso formato in cui l’opera sarebbe stata riprodotta. Scegliendo persino di utilizzare sottili fogli di carta, per evitare eccessive rielaborazioni.
Pompei possiede la fisicità del blocco per schizzi d’artista, e a differenza del suo precedente lavoro, Storeyville, ricco di dettagli, rappresenta il punto di arrivo di una ricerca minimalista su cui l’autore ha lavorato negli ultimi anni.
Pompei segue l’aspirante artista di ritratti Marcus impegnato non solo a preparare i colori per il suo maestro, Flavius, ma anche a impedire che sua moglie Alba e la sua amante (una principessa romana senza nome) incrocino i loro cammini. Lo squilibrio di potere tra maestro e allievo, gli oneri e le fatiche del ruolo riflettono un elemento autobiografico: Santoro fu, per diverso tempo, assistente di Francesco Clemente. Così come risulta familiare la tensione tra Marcus e la sua ragazza, Lucia, che prova nostalgia per la città più piccola, che entrambi hanno lasciato per permettere a Marcus di inseguire il sogno di una carriera artistica nella grande città.
Il lavoro di Santoro assomiglia ai bozzetti preliminari dei migliori pittori canonici. L’autore applica indicazioni testuali ad azioni ed elementi occasionali del racconto – come l’etichetta di un colore di vernice o il movimento di una porta – e a volte queste annotazioni assomigliano a indicazioni di scena (come in teatro).

Le ironie che convergono e le tenerezze che emergono mentre il disastro vulcanico si avvicina e si manifesta, e il puro orrore della sua devastazione, innalzano la storia al livello dell’arte. Ma l’essenza della vita, ci insegna Pompei, è irriconoscibile; non c’è scultura della paura, nessuna registrazione storica di sentimenti fugaci, nessuna traccia di un milione di lacrime. Questo è ciò a cui serve l’immaginazione.
Santoro sembra volerci comunicare che possiamo imparare molto da quello che è successo prima e che dobbiamo tracciare i primi segni di ciò che può accadere dopo.

Le lacrime di Ezechiele

Bette Lord ha trent’anni, dipinge e lavora in un bar. Tornata nella periferia parigina in cui è cresciuta per partecipare a un funerale, ritrova il diario della sua adolescenza e s’immerge nei ricordi: l’alcolismo adolescenziale, l’amore contrastato per un artista americano fino allo svelamento di un taciuto dramma famigliare. Negli stessi giorni, Bette riceve in prestito dall’amico che segretamente la ama un documentario su un misterioso autore di fumetti: Adelphi Gaillac. Le storie della ragazza parigina e del folle fumettista, procedendo in parallelo, iniziano così segretamente a rispondersi.
Dopo aver magistralmente raccontato i traumi dell’infanzia e la costruzione dell’identità sessuale ne La favorita, Lehmann con Le lacrime di Ezechiele affonda il suo sguardo nei traumi dell’adolescenza, in perfetto equilibrio tra spietato realismo e forza visionaria.

Lehmann si muove in bilico sui confini stilistici e formali del fumetto, giocando con l’ambiguità e la contaminazione. Nei suoi lavori diverse influenze trovano inaspettati punti d’incontro, creando un ambiente assolutamente originale. Con una profonda esperienza nelle tecniche dell’incisione e dello scratchboard, Lehmann riconosce nella sua formazione tanto la tradizione del fumetto franco-belga, Hergé come Franquin, quanto la lezione del fumetto alternativo statunitense, da Robert Crumb a Charles Burns fino alle sperimentazioni formali della rivista Raw, diretta da Art Spiegelman.

Le sue storie rifiutano la narrazione lineare per seguire percorsi tortuosi, pieni di digressioni, deviazioni e colpi di scena. Il risultato, nei fumetti come nelle illustrazioni, è sempre una grande ricchezza emotiva, appena temperata dall’ironia.
In Le lacrime di Ezechiele la morte dello zio immerge Bette, la protagonista, nel suo passato e nella storia del suo alcolismo, nato all’alba dell’adolescenza in una famiglia che sta cadendo a pezzi. Allo stesso tempo, la giovane donna scopre, attraverso un amico intimo, un oscuro documentario su uno sconosciuto disegnatore di fumetti che, anziché usare una matita, incide scrupolosamente le innumerevoli tavole del suo lavoro nel linoleum.
Le lacrime di Ezechiele è un libro sul vagabondare, fa luce sulla depressione insita nell’assenza di un progetto, sull’impressione di vuoto e inutilità legata alla mancanza di uno scopo e alle difficoltà di fidarsi dei propri sentimenti. Racconta la storia del vuoto e della solitudine che si celano dietro il rifiuto di se stessi. Una storia che, alla fine, conduce la giovane Bette a superare le sue ansie per affrontare l’esistenza

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