Il riesplodere del conflitto israelo-palestinese, mai veramente sopito, è stato deflagrante e orribile. Le indicibili barbarie e i crimini di guerra, la sofferenza di un popolo occupato e quella di ostaggi inermi hanno anche riaperto un feroce e spesso scomposto dibattito pubblico nel mondo occidentale, che non ha risparmiato nemmeno il mondo del fumetto. Le numerose polemiche che hanno investito la recente edizione di Lucca Comics and Games 2023, con il ritiro di fumettist* del calibro di Zerocalcare e Fumettibrutti, la rinuncia dei fratelli Hanuka e di Amnesty International, la petizione lanciata su Change.org e i traballamenti dell’organizzazione (che pure ha travalicato la comunità del fumetto finendo – con le solite storture e la solita dilagante ignoranza – sulle pagine di giornali e portali di informazione): l’edizione che doveva essere all’insegna del Together, ovvero dell’essere uniti, si è trasformata nell’ennesimo terreno di scontro tra tifoserie e di polemiche senza fine.
Con questo pezzo vogliamo invece porre l’accento sulla forza del fumetto come linguaggio che si fa luogo di incontro, di approfondimento e di conoscenza, consigliando undici fumetti (più alcuni suggerimenti extra) che parlano con equilibrio, compostezza, intensità ma anche ironia di Palestina, Israele e del rapporto che lega i popoli che abitano questi luoghi.
Palestina di Joe Sacco (Oscar Mondadori Ink)
In quest’opera del 1996 che è diventata sinonimo del graphic journalism per antonomasia, Joe Sacco racconta attraverso i suoi viaggi nei primi anni ’90 la storia e la quotidianità di questa regione del mondo e del suo popolo. Lo fa attraverso un’opera che è al tempo stesso reportage e diario di viaggio, divisa tra un tratto preciso e realistico che si arricchisce con informazioni dettagliate e un altro più caricaturale e irriverente, in cui il protagonista è l’autore stesso che incontra le persone e ascolta le sue storie. Intenso, approfondito, vivido, mai retorico o pietistico ritratto di un popolo senza nazione. Un capolavoro del fumetto e del giornalismo.
Qui la recensione di Maria Nadotti.
Gaza 1956 di Joe Sacco (Mondadori Strade Blu)
Tornato a Gaza nel 2002 per riprendere il racconto della Palestina e per soffermarsi sulle origini del conflitto con Israele, concentrandosi su massacri condotti dall’esercito di questo stato nelle città di Rafah e Khan Younis nel ’56, Sacco si trova ancora una volta a parlare di Storia e attualità, muovendosi tra passato e presente in una lunga e dolorosa cronaca di come nasce e si alimenta un odio inarrestabile.
Qui la recensione di Marco Rizzo.
Cronache da Gerusalemme di Guy Delisle (Rizzoli Lizard)
Guy Delisle narra il suo anno passato a Gerusalemme attraverso storie, episodi, racconti riportati con uno sguardo ironico, a volte stupito da assurdità e contraddizioni, ma mai giudicante, che ricostruisce la complessa quotidianità di una zona del mondo che trova la sublimazione nella città santa tra religioni, mescolanza di popoli accomunati da una storia millenaria ma anche divisa da odi e scontri secolari.
Qui la recensione di Marta Ghezzi.
Unkown/Sconosciuto di Rutu Modan (Coconino Press)
Primo fumetto israeliano pubblicato in Italia nel 2006, ha fatto conoscere al pubblico italiano il talento puro di Rutu Modan. Il racconto di una “storia d’amore che inizia dove ne finisce un’altra” permette all’autrice di raccontare l’Israele contemporanea, dove la quotidianità è percorsa da inquietudini e tensioni, una precarietà pratica e terribilmente tangibile che si mescola a quella, esistenziale, dei personaggi.
Qui la recensione di Alberto Casiraghi.
Tunnel di Rutu Modan (Rizzoli Lizard)
Dopo il pluripremiato La Proprietà, in cui si affronta l’eredità personale e famigliare della Shoah, Rutu Modan torna a raccontare il suo paese, i suoi conflitti e le sue contraddizioni con un tono sorprendentemente ironico e sopra le righe. Una commedia corale che mette in luce i paradossi di Israele e Palestina, la complessità del loro rapporto storico e quotidiano.
Qui la recensione di Emilio Cirri.
Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) di Sarah Glidden (Rizzoli Lizard)
Nel 2007, la ventiseienne ebrea americana Sarah Glidden parte per un viaggio alla scoperta di Israele con l’organizzazione Birthright (viaggi di gruppo alla scoperta del “paese di origine” offerti gratuitamente agli ebrei per “diritto di nascita”). Da questo viaggio nasce un’opera che è un misto tra memoir, diario di viaggio e reportage in cui al centro c’è prima di tutto l’autrice che deve rimettere in discussione le sue idee e le sue posizioni. Attraverso questo racconto a volte un po’ troppo convoluto su sé stesso, si riescono però a percepire scorci di vita vera, di quotidianità e di storia, traendone spunti per ulteriori approfondimenti e per imparare ad affrontare questa materia con meno pregiudizi.
Qui la recensione di Elena Orlandi.
Gerusalemme – Un ritratto di famiglia di Boaz Yakin e Nick Bertozzi (Panini)
Il racconto di Yakin e Bertozzi copre il periodo che va dall’aprile 1945 al giugno 1948 e narra le vicende della famiglia Halabi, che si intrecciano con quelle della nascita degli stati di Israele e Palestina all’indomani del secondo conflitto mondiale e del ritiro britannico dalla regione. Gli odi e i contrasti irrisolvibili che si creano all’interno della famiglia sono specchio, desolante e privo di speranza, dei rapporti che legano i popoli di questa regione, destinati a danzare incessantemente in una spirale di odio e violenza.
Qui la recensione di Simone Rastelli.
KO a Tel Aviv di Asaf Hanuka (Bao Publishing)
Raccolta di strisce e illustrazioni realizzate per il suo blog personale e per la rivista israeliana “The Calculist”, KO a Tel Aviv (in originale The Realist) di Asaf Hanuka racconta la quotidianità attraverso la lente del paradossale, della metafora visiva corrosiva e spiazzante. Nei temi universali in cui tutti possono riconoscersi, Hanuka inserisce tanti elementi del suo vivere in una nazione piena di contraddizioni ed estremi, raccontandola da una prospettiva molto particolare.
Qui la recensione di Giuseppe Lamola.
Filastin di Naji al-Ali (Eris Edizioni)
Filastin, Palestina in arabo, è un volume che raccoglie centosettantacinque disegni tra pubblicati e inediti, fotografie dell’epoca, traduzioni di articoli e interviste di Naji al-Ali, disegnatore palestinese originario del villaggio di al-Shajara e profugo in Libano subito dopo la proclamazione dello stato di Israele, ucciso da un colpo di pistola nell’agosto del 1987. Un fumettista satirico puro, capace di colpire con sferzante e dissacrante ironia ogni parte in causa attraverso il suo alter ego, il bambino-già-vecchio di nome Handala, che diventa voce di un popolo intero.
Qui la recensione di Marta Ghezzi.
Racconto Palestina di Mohammad Sabaaneh (Mesogea)
Unendo una premessa fiabesca a tavole realizzate con la tecnica dell’incisione e della litografia, ricche di contrasti tra bianchi e neri, Mohammad Sabaaneh racconta i dolori e le sofferenze del suo popolo attraverso storie di soprusi e violenza quotidiana, ricostruendo una memoria collettiva e un trauma che attraversa le generazioni.
Saltare il muro di Maximilien Le Roy (001 Edizioni)
Nato dalla visita in Palestina da parte di Maximilien Le Roy nel 2008, in occasione di un workshop organizzato in un campo profughi di Aida, in Cisgiordania, Saltare il muro è una storia di amicizia e amore, ma è anche il racconto di una vita in un campo profughi, vera e propria prigione a cielo aperto, del rapporto di un ragazzo palestinese con il nostro occidente a cui pone domande di difficile risposta.
Qui la recensione di Ettore Gabrielli.
Menzione speciale
Valzer con Bashir di Ari Folman e (Rizzoli Lizard)
Il racconto del massacro di palestinesi del quartiere libanese di Sabra e del campo profughi di Shatila, una delle pagine più buie dei conflitti che hanno coinvolto Israele, il fumetto tratto dal pluripremiato film diretto da Ari Folman. Ancora oggi uno dei più grandi documentari e film animati della storia. Qui la recensione di Alberto Casiraghi.
Tracciato Palestina di Elena Mistrello (autoproduzione)
Un viaggio nella Cisgiordania di oggi, per capire cosa siano colonie, organizzazioni presunte terroriste e la vita all’ombra di un muro. Qui la recensione di Emilio Cirri.
Il racconto della roccia di BeneDì (Coconino Press)
Sebbene ambientata nello Yemen di fine ‘800 e inizio ‘900, la vicenda dell’amicizia tra l’ebreo Benjamin e il musulmano Hakim narrata dalla giovane BeneDì ben tratteggia l’interconnessione, difficile e complicata ma possibile e storicizzata, tra queste due religioni e tra due popoli. Qui la recensione di Rachele Bazoli.