Per il nostro Speciale “Nuovo Mondo” Abbiamo intervistato Giovanni Masi e Michele Monteleone i due sceneggiatori che hanno unito le forze con Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo e Luca Vanzella per dare vita alla terza e ormai imminente stagione di Orfani: Nuovo Mondo.
MICHELE MONTELEONE
Michele Monteleone, classe 1987, romano, membro fondatore dell’etichetta indipendente Villain Comics. Ha sceneggiato il numero 17 di John Doe e, sempre per l’Editoriale Aurea, ha firmato il numero 9 di Long Wei. Autore del primo numero di Battaglia per la Cosmo Editore, coautore, insieme a Nicolò Zuliani, di Nick Banana per Star Comics, con cui collabora anche nella collana dedicata ai maestri dell’orrore scrivendo l’adattamento di Dracula. Attualmente lavora per la Sergio Bonelli Editore su Dylan Dog e Orfani.
Ciao Michele e grazie per avere accettato questa intervista. Il vostro contributo è andato oltre la sceneggiatura, avete avuto un ruolo anche nell’ideazione della nuova stagione di Orfani, nella trama generale?
Io sono arrivato con Giovanni in seconda battuta, quindi non ero presente nelle primissime fasi della creazione della macro trama, ma poi mi sono davvero divertito a mettere le mani sul mondo di Orfani e un’idea che avevo avuto per un episodio è stata sfruttata durante tutta la serie… Naturalmente non posso dirvi quale, altrimenti rischio di farvi terrificanti spoiler.
Non è la prima volta che vi trovate a scrivere su personaggi ideati da altri: quanto impegno serve per entrare in sintonia con una storia e dei protagonisti che non avete ideato voi?
Conosco pochi sceneggiatori che non abbiano mai pensato a una storia per Batman o Spider-man o gli X-Men… Io avevo adorato la prima stagione di Orfani e nella mia testa avevo già scritto decine di possibili soggetti ambientati in quel mondo. Quando Roberto mi ha chiamato a scrivere Nuovo Mondo non ho dovuto fare altro che sfogare le mie fantasie.
A che tipo di documentazione avete fatto riferimento per la realizzazione dei testi?
Ho preso ispirazione dai miei film di fantascienza preferiti: negli albi che ho scritto con Roberto troverete sicuramente fortissimi riferimenti a Aliens, Predator e Star Wars. Ho rubato alla serie Clone Wars un’idea che sembrava fatta apposta per essere adattata a Nuovo Mondo. Poi ho aggiunto un pizzico di Lara Croft, di Blame e ho cercato di dare alle scene d’azione il dinamismo del fumetto americano di supereroi. Spero che il mix sia ben riuscito!
Alcuni di voi lavorano a stretto contatto con Recchioni in uno studio comune, Uno Studio in Rosso. Lavorare fianco a fianco in che misura ritenete possa contribuire alla definizione di una sorta di stile omogeneo? Quanta importanza date invece alle singole caratteristiche stilistiche?
Lavorare alla scrivania accanto a quella del creatore della serie è sicuramente comodo, mi ha permesso di martellarlo di domande e di proposte per gli albi che abbiamo scritto insieme, di chiedergli consigli, di aggiustare il tiro quando prendevo la direzione sbagliata, ma soprattutto scrivere insieme a Roberto mi ha permesso di crescere tanto come sceneggiatore. Per quanto riguarda l’omogeneità dello stile penso che sarà molto visibile: Roberto rimette sempre mano al lavoro che facciamo, particolarmente ai dialoghi che sono una delle caratteristiche della serie. Invece per quanto riguarda lo stile direi che ho giocato davvero in casa visto che i miei sono probabilmente i numeri più action, e io adoro scrivere di gente che si mena!
Come vi siete suddivisi gli albi da realizzare? Avete portato avanti ognuno una storyline in particolare o magari una tipologia di storie?
Era stata creata una storyline principale che reggeva i singoli episodi, e ogni volta che ci siamo messi a scrivere uno dei nostri numeri sapevamo come sarebbe dovuto iniziare e come sarebbe finito, in maniera da legare insieme tutta la serie. Come ho già detto mi sono toccati gli episodi più d’azione e mi sono anche divertito a inserire un personaggio a cui tenevo particolarmente, ma dovrete aspettare fino al quinto episodio per scoprire di chi si tratta.
Ciao Michele, ancora grazie e un grosso in bocca al lupo.
GIOVANNI MASI
Giovanni Masi nasce a Roma nel 1980. Lavora come story editor e sceneggiatore nel campo dell’animazione cinematografica e della produzione audiovisiva, collaborando con Cinecittà, Rainbow CGI, Rainbow Spa e Rai Fiction. Ha pubblicato a fumetti Donran (GP Publishing) e La Storia di Sayo (Kappa Edizioni) con Yoshiko Watanabe, Axel Ardan e Diana Wicce (Editoriale Aurea) con Fabrizio Galliccia, Harpun (GP Publishing) e Roberto Recchioni presenta I Maestri dell’Orrore: Alle Montagne della Follia con Federico Rossi Edrighi. Ha fatto dello staff di Battaglia (Editoriale Cosmo) ed è attualmente al lavoro su Dylan Dog e Orfani (Sergio Bonelli Editore).
Benvenuto Giovanni e grazie per avere accettato il nostro invito. Il vostro contributo è andato oltre la sceneggiatura, avete avuto un ruolo anche nell’ideazione della nuova stagione di Orfani, nella trama generale?L’organizzazione del flusso di lavoro per quanto riguarda i miei numeri è stata abbastanza semplice. Roberto aveva un’idea di massima di cosa dovesse succedere nell’episodio, ma mi ha lasciato sufficiente spazio per proporre idee e situazioni. Ovviamente l’ultima parola era la sua, visto che ha gestito la macro trama in prima persona. Con questa organizzazione spesso le idee degli altri sono poi rimbalzate in avanti e indietro su tutta la serie, quindi alla fine si può dire che è stato un lavoro corale ma con l’ultima parola di Roberto che ha rimesso tutto in ordine.
Non è la prima volta che vi trovate a scrivere su personaggi ideati da altri: quanto impegno serve per entrare in sintonia con una storia e dei protagonisti che non avete ideato voi?
Un (bel) po’, perché da una parte non devi tradire il materiale di partenza e dall’altra devi trovare una tua voce che renda quel lavoro interessante sia da leggere che per te stesso da scrivere. Per quanto mi riguarda, visto che sono salito a bordo di Orfani nella terza stagione, si trattava di rispettare l’ottimo lavoro fatto dagli altri autori nelle due stagioni precedenti, ma la struttura particolare della serie, che si rinnova di stagione in stagione, mi ha lasciato libertà nel cercare un approccio personale alla nostra storia.
A che tipo di documentazione avete fatto riferimento per la realizzazione dei testi?
Per prima cosa al lavoro di bibbia grafica e narrativa curato da Roberto, Emiliano, Lorenzo e Gigi. Poi, per ogni albo si va più sullo specifico, quindi la documentazione varia di volta in volta. Può essere un link del National Geographic che parla di funghi che tramutano le formiche in zombie a video di lotta della MMA, per dire due cose che sono servite per i miei numeri.
Alcuni di voi lavorano a stretto contatto con Recchioni in uno studio comune, Uno Studio in Rosso. Lavorare fianco a fianco in che misura ritenete possa contribuire alla definizione di una sorta di stile omogeneo? Quanta importanza date invece alle singole caratteristiche stilistiche?
È ovvio che lavorare a stretto contatto alla fine porta a una qualche forma di omogeneità, ma vi assicuro che, viste le personalità coinvolte nello Studio, questa omogeneità alla fine non è certamente quella di stile. È più una sorta di metodo di lavoro. Sconclusionato, ma pur sempre un metodo.
Come vi siete suddivisi gli albi da realizzare? Avete portato avanti ognuno una storyline in particolare o magari una tipologia di storie?
Per quanto riguarda la divisione – oltre a parametri artistici che erano una valutazione di Roberto su chi era più adatto tra di noi a scrivere quella determinata storia – ci sono state anche valutazioni di redazione su chi era più o meno scarico e pronto a partire per un determinato numero. A proposito della storyline, la terza stagione di Orfani ha una continuity serratissima quindi tutti abbiamo portato avanti la macro trama declinandola in ogni singolo episodio. Personalmente sono molto contento di aver potuto scrivere un paio di numeri molto importanti per un personaggio che è diventato rapidamente il mio preferito tra i nuovi arrivi.
Un saluto Giovanni e un grosso in bocca al lupo anche a te. Alla prossima.