Anteprima de “Gli Occhi e il Buio”

Anteprima de “Gli Occhi e il Buio”

Abbiamo intervistato Gigi Simeoni, autore del secondo numero della nuova collana "Romanzi a Fumetti" della Sergio Bonelli Editore. Una bella chiacchierata per una delle opere piu' interessanti di fine anno. Nell'allegato, alcune vignette tratte dalla storia, da scaricare.

La copertina dell'operaQuanto tempo ti ci è voluto per completare la tua opera?
Circa due anni e mezzo.

Sei stato tu a proporre l’albo a Bonelli, o è stata la casa editrice a richederti una storia, dopo aver messo in cantiere la collana romanzi a fumetti?
Avevo un’idea già delineata in mente, da parecchio. Ho parlato della cosa a Stefano Vietti, che mi disse che proprio in quel periodo lui e Luca Enoch avevano pensato di proporre a Bonelli una serie di romanzi a fumetti, dato che loro, e molti altri autori, avevano nel cassetto qualche idea buona che difficilmente si sarebbe potuta inserire in serie o miniserie esistenti. Così ho aspettato, fin quando Stefano mi ha detto “okay, Bonelli è disposto a vagliare dei soggetti. Manda pure i tuoi, se ne hai ancora voglia.” E ne avevo eccome. Ho ambientato “Gli Occhi e il Buio” a Milano a inizio novecento, dopo averci pensato su. È stata una scelta in parte ragionata ma soprattutto istintiva. Mi pareva perfetto: non c’é praticamente nulla di simile, in giro. Ho spedito tre soggetti alla Bonelli e hanno scelto “Gli Occhi e il Buio” senza indugi. Ho scoperto solo dopo che a Sergio Bonelli e a Decio Canzio, quel periodo storico piace parecchio. Pensa il caso, a volte…

Questa storia era nata inizialmente per essere proposta anche ad altri editori, magari per la Francia, o si è sviluppata solamente dopo la possibilità di un romanzo a fumetti per Bonelli?
La storia è nata per la SBE e ha in sé le caratteristiche di una tipica produzione Bonelli. Ho pensato di dover stare attento alla tradizione, anche per ricambiare in qualche modo la fiducia che Bonelli ha riposto in me. Ho un contratto di dieci anni con loro, nel senso che per dieci anni, tutte le opzioni devono essere vagliate dalla SBE, anche in caso di cessione a terzi. Ma io cerchero’ comunque di pubblicarlo anche all’estero, naturalmente col permesso di Bonelli.

Le atmosfere richiamano alla memoria From Hell di Alan Moore. è solo un’impressione dovuta all’ambientazione storica o ti ha effettivamente influenzato?
Nebbia, lampioni di ghisa, carrozze, mantelli e cilindri. Sfido chiunque a non trovare affascinante queste cose. Pero’, l’epoca vittoriana è già stata presentata in tante occasioni. Mancava qualcosa relativo al liberty nostrano, in quel periodo erroneamente considerato solo leggero, spensierato e vivace. Invece era impregnato di mille altri aspetti, per esempio la mania per il progresso, il dinamismo e l’interventismo che presto, grazie anche all’appoggio e alla propaganda dei futuristi, porto’ l’Europa verso la Prima Guerra Mondiale. Quindi direi che “From Hell” non mi ha influenzato in modo particolare, o almeno non in questa occasione.

Oltre, probabilmente, a From Hell, quali altre opere, fumettistiche e non, ti hanno ispirato?
Leggo pochissimi fumetti. Leggo libri, e credo che l’ambientazione di “L’alienista” di Caleb Carr sia stata molto importante per i miei riferimenti. Inoltre vado speso a teatro, e certe commedie ambientate a cavallo tra i due secoli mi hanno sempre stuzzicato: per i costumi, per il linguaggio, per i sottintesi sociali…

Come mai hai scelto di ambientare la tua storia in Italia, all’inizio del novecento?Sicuramente è un periodo interessante e controverso. Tu vorrai farne uscire un immagine positiva o negativa del periodo storico da te ritratto?
Nessun giudizio. La storia esiste da sé, potrebbe essere ambientata oggi, negli anni cinquanta o tra cinquant’anni. Ripeto, ho deciso in modo autonomo e senza alcuna “dritta”, in base ad una semplice ispirazione. Poi, man mano che facevo ricerche per lo sviluppo, scoprivo che la scelta era stata quanto di meglio avessi potuto operare. L’epoca Liberty andava calzando alla perfezione ogni più piccolo aspetto della narrazione. Naturalmente, i fatti storici sono determinanti per ritagliare personaggi e comportamenti plausibili, ma non per influenzare l’andamento della trama. In sintesi, non è un romanzo storico. Cioé non è una storia che senza i fatti storici non potrebbe esistere.

Nel tuo sito c’é scritto che gli abiti, i mezzi di trasporto e le suppellettili del periodo sono ritratte in modo fedelissimo. Ci puoi dare una bibliografia di testi con la quale ti sei aiutato a portare a termine questo improbo lavoro?
Beh, ho trovato moltissimo materiale in internet e altro mi è stato spedito via email da persone contattate per questo scopo, primo fra tutti l’Ispettore Superiore Giulio Quintavalli dell’Ufficio Storico del Ministero degli Interni. Il libro “Milano, ventesimo secolo” di Indro Montanelli e Mario Cervi mi ha dato parecchio materiale su cui ragionare, compresi dettagli di vita “spicciola” che solo dei grandi giornalisti potevano cogliere e che altrimenti mi sarei perso. Io no sono milanese, ho dovuto cercare comunque di creare un’atmosfera meneghina credibile.E poi tutto quello che poteva riguardare l’epoca, da piccole dispense allegate a periodici, fino a volumi specifici sugli ospedali di cento anni fa, tra i quali la Cà Granda ( cioé l’Ospedale Maggiore, che oggi è la sede dell’Università Statale ), ricerche che ho fatto in biblioteca. Non esistono pubblicazioni sull’aspetto generale dell’epoca liberty in Italia, ma quintali di piccole pubblicazioni su questo o quell’aspetto ( mobili, abiti, architettura, pittura, transatlantici, armi, monumenti, personaggi…). Il lavoro non è stato così improbo, comunque. Non sono un maniaco del dettaglio prezioso, se non è funzionale alla storia. Quindi, quello che c’é è fedele alla realtà storica, ma non ce n’é in sovrabbondanza.

La copertina, molto inquietante e che richiama l’atmosfera claustrofobica del racconto, ricorda un po’ le torture che dovette subire Alex di Arancia Meccanica durante la cura Ludovico. Sbaglio? Hai preso spunto o è solo una coincidenza ?
Coincidenza, anche se Arancia Meccanica resta uno dei miei film da collezione. Anche perché le molle che aprivano gli occhi ad Alex, servivano a lui per vedere. Nella mia storia, invece, è l’esatto contrario. E non ti dico altro.

Sul tuo sito non hai voluto anticipare niente rispetto alla trama. Puoi fare un eccezione per Lo Spazio Bianco?
Posso solo dirti che la cronaca, purtroppo, mi sta dando ragione ogni giorno di più. Il poliziotto co-protagonista, nell’ultima scena, dice tra sé e sé: “quando c’é di mezzo la follia umana, la risposta giusta è sempre quella che sfugge”. Credo che i lettori più attenti sapranno dare una spiegazione dei fatti molto acuta, e ne discuteranno. Perché il giallo, in realtà, non si risolve veramente. E chi vorrà vederci aspetti soprannaturali, li vedrà. Chi vorrà vedere solo l’aspetto poliziesco, avrà soddisfazione. Chi deciderà di aver letto un dramma, non avrà da ricredersi.

Ci puoi dire un po’ i tuoi autori di riferimento, sia per questo lavoro che per i tuoi precedenti?
Ci sono stati autori di fumetti che mi hanno molto coinvolto, soprattutto da ragazzino. E, dato che faccio fumetti da quasi vent’anni spaziando dalle strisce umoristiche ai drammoni realistici, non sono nemmeno lontanamente confrontabili tra loro: Jacovitti, Magnus, Pazienza, Bernet, Waterson, Eleuteri Serpieri, Manara, Moebius, Caza, Bilal, Miller, i film di Bruno Bozzetto, i libri di Ammaniti, di Lansdale, di Benni…eh, hai voglia…

Continuerai a lavorare come autore completo, di testi e disegni? Ci sono possibilità di vederti in questa veste anche per un episodio di una delle serie regolari per cui collabori?
Beh, per Gregory Hunter ho scritto e disegnato due storie, quelle del Maxi. Mi ci sono divertito moltissimo e pare che pure il pubblico abbia apprezzato parecchio. Non so se tornero’ a Nathan Never, per ora sto tappando un buco, mancava un disegnatore alla nuova miniserie scritta da Gianfranco Manfredi, Volto Nascosto. Ma se tornassi a Nathan Never…vedremo.

Dopo Brendon, Nathan Never e il n.2 dei Romanzi a Fumetti, quali sono i tuoi prossimi progetti con la Bonelli e non?
Volto Nascosto, che terminero’ tra un mesetto. Dopo…vedremo. Mi piacerebbe che il mio romanzo avesse successo da permettermi il lusso di un’altra “one shot”. Ma sono abituato a non guardare troppo avanti, c’é già tanto da fare per il giorno dopo…

Riferimenti
Sergio Bonelli Editore: www.sergiobonellieditore.it
Sito di Simeoni: www.luigisimeoni.com

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