In settanta anni di carriera editoriale Tex ha incrociato più di una volta la Storia e i suoi protagonisti, ospitandola nelle pagine delle sue avventure e facendo da testimone a eventi realmente accaduti più o meno noti, più o meno importanti.
Ogni volta che la Storia si è insinuata in una sua storia, il ranger bonelliano si è un po’ fatto da parte – più o meno a seconda del valore dell’evento – sia per lasciare spazio ai personaggi che incontrava, sia perché non poteva interferire più di tanto in episodi, battaglie, incontri narrati e codificati nei manuali di storia e che non sempre lasciavano spazio alla fantasia o all’interpretazione degli sceneggiatori1.
L’ultima volta che Tex aveva ospitato personaggi ed eventi storici all’interno di un Texone risale al 2016, quando Tito Faraci ed Enrique Breccia avevano raccontato in Capitan Jack l’epilogo tragico della vicenda della popolazione indiana dei Modoc e del loro capo Kintpuash.
A tre anni di distanza, Mauro Boselli decide di mischiare nuovamente realtà e finzione nella sceneggiatura del Tex Speciale #34, facendo vivere a Tex e Carson un’avventura a fianco di John Henry Holliday – il Doc del titolo – dentista, giocatore d’azzardo, pistolero assassino, insomma una delle figure mitiche della Frontiera del West.
Doc! è un albo speciale però non solo di nome, ma anche di fatto poiché è il primo Texone illustrato da una disegnatrice, Laura Zuccheri, che già aveva avuto a che fare con il ranger per la copertina di un Tex Color e che ben conosce le atmosfere western, essendo stata agli inizi della sua carriera alla corte di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo e del loro Ken Parker.
Per lei lo sceneggiatore principe di Tex cuce una storia in cui elementi prettamente boselliani si fondono a una trama mistery, una sorta di indagine che si dipana per tutte le 224 pagine della storia, sciogliendosi solo alla conclusione. Per Zuccheri, che per tanti anni ha prestato la sua matita a un’altra creatura di Berardi, la criminologa Julia, il molto tempo passato a disegnare questa avventura è stato per certi aspetti un lavoro in cui ritrovare elementi già incontrati nella sua carriera, mentre per altri una novità e una sfida, perché disegnare un personaggio come Tex è sempre una sfida, chiunque sia chiamato a farlo.
“Doc” Holliday era un gentiluomo del Sud di buona famiglia che, ancora giovane, contrae la tubercolosi. Per potersi curare e trovare sollievo dal suo male, Holliday si trasferisce nel Sudovest, alla ricerca di climi più secchi. Ma un dentista tisico non è un medico che può riuscire a farsi una vasta clientela e così Doc decide di campare dedicandosi al gioco d’azzardo, al quale affiancava l’estrema abilità con la pistola.
Fu quest’ultimo talento che fece incrociare le strade di Holliday e Wyatt Earp – altro personaggio realmente esistito – e che li trasformò in due dei protagonisti della sfida all’OK Corral, episodio storico in cui Doc e i fratelli Earp sgominarono le bande criminali dei Clanton, dei McLaury e di Johnny Ringo.
Tutte le vicende biografiche di Holliday vengono raccontate in alcuni flashback e dialoghi tra i personaggi. Boselli decide infatti di lavorare negli anfratti più oscuri della biografia di Doc, sia per avere più spazi di manovra da regalare a Tex, Carson e agli altri comprimari, sia per imbastire una trama sorretta dagli elementi caratteristici del suo stile, attraverso efficaci incastri narrativi tra gli eventi storici reali, la vita del personaggio e la vicenda fittizia.
Relativamente a quest’ultima, lo sceneggiatore sostituisce la tipica complicazione progressiva della trama delle avventure texiane con uno sviluppo che ricalca i classici stilemi del mistery, con Tex e i lettori posti sullo stesso piano e dotati degli stessi elementi raccolti pagina dopo pagina per scoprire chi sia veramente l’assassino.
Il cast di personaggi, comprimari e antagonisti è estremamente ampio e variegato, come ci ha abituato ormai Boselli soprattutto nelle storie del ranger, e ognuno di essi è ben caratterizzato e riconoscibile – anche se gli viene concesso lo spazio di poche vignette – grazie anche alla matita di Zuccheri, capace di regalare a ogni personaggio fisionomie realistiche e peculiari, staccandoli così dallo sfondo della scena narrativa.
Ancora una volta a elevarsi sul resto sono però le figure femminili, che Boselli è capace di ammantare con caratteristiche psicologiche che le rendono personaggi sfaccettati, fondamentali per la trama e, soprattutto, realistici e lontani dagli stereotipi.
In Doc! il lavoro svolto dallo sceneggiatore è ancora più complesso sotto questo aspetto poiché sceglie di mettere sotto i riflettori – seppur in misura nettamente diversa – due figure femminili realmente esistite.
La prima, la schiava liberata Sophie Walton, rilevante tanto per la biografia ufficiale di Holliday quanto per la vicenda inventata, pur avendo a disposizione una manciata di vignette sparse per le pagine, si rivela nel finale un personaggio inaspettato.
La seconda e più importante è invece Kate “Big Nose” Elder, ex prostituta e innamorata di Doc che, tra alti e bassi, lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni. Boselli tratteggia questa personaggio con una prismatica sfaccettatura caratteriale, regalando ai lettori una donna apparentemente dotata di una personalità multipla – da Kate l’ubriacona, all’amante, alla pistolera – ma assolutamente coerente nei suoi comportamenti e ricca di una forza d’animo sorprendente.
Non meno interessante il lavoro svolto dallo sceneggiatore su Kit Carson. Essendo i personaggi storici come Doc Holliday e Kate elementi ingombranti per l’intera narrazione, gioco forza Tex e il suo pard, nei passaggi più vicini alla realtà storica, devono farsi leggermente di lato, diventare testimoni più che protagonisti dell’azione.
Ma se la caratterizzazione di Tex è quella tipica, sicura e granitica, in Doc! Boselli sembra voler rispondere ad alcuni appassionati che negli ultimi anni si sono lamentati dell’involuzione di Kit Carson, diventato l’ombra di se stesso, una semplice spalla comica e lamentosa al fianco del ranger (una critica che già era stata avanzata nella gestione di Claudio Nizzi del personaggio).
Ecco allora che in questa storia ci troviamo davanti un Kit che, pur senza stravolgimenti del carattere di fondo del personaggio, appare in alcuni frangenti più cinico, duro e diretto, anche nei confronti del gentil sesso (criminale) per il quale ha sempre mostrato un debole.
In effetti, con questa caratterizzazione, Capelli d’argento appare più vivo, meno spalla di Tex e più centrale, anche se va detto che la verve e l’ironia che lo contraddistinguono solitamente funzionano bene come contraltare alla graniticità di Tex, come avviene nelle “coppie” narrative meglio assortite.
La prova di Laura Zuccheri ai disegni completa la riuscita di questo albo. Con un approccio ai personaggi che acquista sicurezza pagina dopo pagina, la disegnatrice mette a servizio della storia tutta la propria esperienza tanto nella costruzione delle ambientazioni quanto per l’efficacia della resa delle vignette, strutturate secondo la classica griglia bonelliana.
Il Tex della Zuccheri ha basi classiche, ricorda da vicino il ranger portato sulla pagina in tante storie da Giovanni Ticci – come anche la stessa autrice ha confermato quando l’abbiamo intervistata – a cominciare dallo sguardo, con gli occhi che appaiono sempre stretti come due fessure che studiano attentamente situazioni e antagonisti e mai sono disegnati spalancati, a mostrare crepe come lo stupore nell’atteggiamento del ranger.
Anche l’impostazione della corporatura dell’eroe è quella canonica e a colpire sono la sua altezza e la postura sempre fiera e sicura, che mette in soggezione chi lo circonda.
Pregevole, come accennato sopra, il lavoro che Zuccheri compie sui numerosi personaggi che compaiono nella storia, sia comprimari che antagonisti. Dietro ciascuno traspare un attento studio preliminare per la comprensione del carattere e la trasmissione delle caratteristiche peculiari attraverso tratti somatici e corpo. Questo fa sì che ogni personaggio diventi riconoscibile immediatamente e si fissi nella mente del lettore, aiutandolo a districarsi nel nutrito cast della storia.
Se per Doc Holliday la disegnatrice parte dall’iconografia ufficiale, vista anche nelle numerose pellicole a lui dedicate, per i personaggi di fantasia Zuccheri dà briglia sciolta alla propria creatività, pur disegnando personaggi sempre realistici.
Il dettaglio per ambientazioni, vestiario e armi è molto alto, con una nota di merito per l’efficace restituzione degli indumenti femminili e per le architetture tipiche dei vari territori del West, quelli desolati dei villaggi in mezzo al deserto come quelli cittadini dei piccoli agglomerati che si andavano formando a quell’epoca nel sud ovest degli Stati Uniti.
Fiore all’occhiello delle tavole sono poi tagli e scelta delle inquadrature, sempre prettamente cinematografiche, laddove con questo termine si vuole indicare la fotografia nel cinema, l’attento studio del posizionamento della cinepresa per esaltare e sottolineare determinati passaggi narrativi o dare dinamicità alle scene di dialogo.
La disegnatrice sceglie con attenzione dove porre l’origine dell’inquadratura, tanto nei primi piani quanto nei campi lunghi, che alterna e dosa con sapienza nelle varie pagine (in accordo sicuramente con quanto presente in sceneggiatura). Le scene sono sempre di effetto, a cominciare da quelle nelle quali vengono presentati ai lettori i vari protagonisti per arrivare all’estrema dinamicità, chiarezza e capacità di lettura del movimento nelle sequenze dei duelli e degli scontri.
Doc! è l’ennesima prova di quanto siano oggi vivi, vitali e qualitativamente alti in valore il personaggio di Tex e le varie declinazioni editoriali che lo ospitano, dalle più sperimentali (come i Tex alla francese) alle più “modernamente” classiche come i Texoni.
Il giallo imbastito da Boselli funziona molto bene e, per una volta, è un’efficace deviazione dal plot classico della serie. Tra l’altro, mistery che non è inusuale per il ranger boselliano, proprio in concomitanza di avventure che si intrecciavano a fatti e personaggi realmente esistiti, come la storia che ebbe protagonisti Wild Bill Hickok e Calamity Jane.
Restano da segnalare alcuni passaggi ridondanti nei dialoghi, ma più che una criticità tale caratteristica va assunta, piaccia o meno, come tipica dello stile dello sceneggiatore milanese.
Una nota finale di merito è dovuta all’apparato redazionale a compendio della storia, con l’introduzione di Graziano Frediani, l’intervista alla Zuccheri di Gianmaria Contro e, in special modo, l’interessante approfondimento sulla figura storia di John Henry Holliday firmato come sempre dall’esperto Luca Barbieri.
Abbiamo parlato di:
Tex Speciale #34 – Doc!
Mauro Boselli, Laura Zuccheri
Sergio Bonelli Editore, giugno 2019
240 pagine, brossurato, bianco e nero – 7,90 €
ISSN: 977112365500290034
Per una disamina puntuale del rapporto tra Tex e la Storia si rimanda all’approfondimento di Luca Barbieri che potete trovare all’interno dello Speciale SettantadiTex ↩