Questo inizio 2016 ha portato, anche per l’eroe primogenito di casa Bonelli, il debutto dell’annuale Magazine. L’albo, arricchito da una bella copertina dell’onnipresente Claudio Villa, alterna articoli di approfondimento a storie a fumetti, mutuando la formula dal suo “antenato” Almanacco del West e suddivide il suo focus tra le contaminazioni tra genere fantastico e western e l’approfondimento del più anziano tra i pard texiani: Kit Carson.
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Introdotto da un articolo firmato da Giuseppe Lippi – massimo esperto italiano di fantascienza e curatore delle storiche collane Urania della Mondadori – su esempi letterari, fumettistici e cinematografici che fondono le atmosfere tipiche del western con elementi magici e fantastici, troviamo come primo fumetto del Magazine, Artigli! scritto da Pasquale Ruju e disegnato da Emanuele Barison.
In una storia che richiama le atmosfere da weird west di alcuni albi oramai classici nei quali Tex se la vedeva con creature come il Diablero1 o il Sasquatch2, il ranger si trova faccia a faccia con una bestia artigliata della quale Ruju ci lascia solo supporre l’origine senza mai esplicitarla a chiare lettere.
Ruju appoggia la narrazione su uno sviluppo di trama lineare, solido ma privo di colpi di scena, concedendosi invece un tocco originale nella risoluzione dei due filoni dell’intreccio, tale da non far apparire Tex un eroe troppo invincibile.
Certo è che lo scrittore non devia dal canone che vuole mostrare il ranger comunque capace di superare qualsiasi avversità e di riuscire a venire a capo di ogni situazione a lui sfavorevole, seppur ferito.
Artigli! vede anche l’esordio di Emanuele Barison tra i disegnatori di Tex. Dopo il battesimo bonelliano avvenuto con Zagor (sullo Speciale Zagor del 2014, Risvegli), il disegnatore friulano si presenta al pubblico texiano con tavole dalla forte impronta classica, con un Tex massiccio che ricorda nel fisico e nel volto quello di Giovanni Ticci, dichiarata fonte di ispirazione di Barison.
Ogni tavola, strutturata secondo una griglia strettamente canonica, presenta vignette con netti contrasti tra bianchi e neri che caratterizzano tanto i volti quanto i paesaggi rappresentati. Questi forti contrasti tonali rendono il tratto di Barison stilizzato, quasi l’artista fosse alla ricerca di una sintesi che non perda di vista la tradizionale rappresentazione dei personaggi.
Se una critica può essere mossa al disegnatore, la si ritrova in un paio di vignette in cui la bestia viene rappresentata a figura intera in piena luce e dove il suo volto quasi umano stona rispetto al resto del corpo animalesco, apparendo quasi un elemento estraneo incollato su di esso.
Un Kit Carson storico…
La seconda storia presente nell’albo è un recupero di annata, un racconto del 1949 scritto da Gian Luigi Bonelli e disegnato a più mani, che venne pubblicato nel 1950 sul quinto numero de Il ragno d’oro, collana antologica mensile. Duello a Cactus City ha per protagonista un Kit Carson un po’ diverso rispetto a quello che siamo abituati a vedere quale spalla di Tex, sebbene alcune caratteristiche fisiche come il tipico pizzetto lo richiamino da vicino. Nella storia, ovviamente datata tanto da un punto di vista narrativo quanto grafico, è piacevole ritrovare i dialoghi sopra le righe tipico marchio di fabbrica di Bonelli padre, accanto a quella sua idea di West tutta italiana, tanto nelle situazioni quanto nei paesaggi rappresentati.
… e un Kit Carson giovane!
Il fumetto del 1950 è preludio, insieme all’articolo di approfondimento a firma di Graziano Frediani dedicato alla figura storica, letteraria, cinematografica e fumettistica di Kit Carson, al racconto più interessante del Magazine.
In Maria Pilar, Mauro Boselli ci fa vivere una breve avventura del giovane Kit Carson, quando ancora capelli d’argento aveva una fluente chioma e un pizzetto corvini e un fascino notevole con le donne, caratteristica che – va detto – non ha perso con l’età.
A visualizzare la trama troviamo un altro esordiente sulle pagine di un albo dedicato a Tex, quell’Alessandro Bocci che Boselli ha deciso di portare nei territori del vecchio West dopo quindici anni di militanza nelle pagine a tinte horror di Dampyr. I disegni di Bocci sono un vero e proprio valore aggiunto alla storia, con vignette ricche di dettagli e curate fin nei minimi particolari, con un efficace uso delle campiture retinate, una riuscita resa della mimica dei vari personaggi e, soprattutto, una splendida restituzione grafica del giovane Carson che nei gesti, nelle espressioni e nelle pose riecheggia la versione attempata a cui i lettori sono più avvezzi.
Boselli mischia con sapienza la passione per la realtà storica con il gusto per l’avventura, regalandoci una storia non scontata, ricca di alcuni topoi tipici dello sceneggiatore, come la figura femminile che regala il titolo al racconto e ne è di fatto la protagonista. Come spesso avviene nelle storie da lui scritte, le donne sono figure forti, di rottura, mai stereotipate e spesso diventano l’elemento narrativo che innesca lo sviluppo della trama e ne tirano i vari fili nella conclusione.
Inoltre, è indubbio il debole che l’autore milanese nutre per Kit Carson3, il suo preferito tra tutti i pard texiani.
Boselli ce ne regala anche in questa storia una ottima caratterizzazione, puntando molto sulle differenze caratteriali che esistono tra Kit e Tex. Laddove, come visto in Artigli!, Ruju rappresenta un Tex quasi invincibile e che riesce a cavarsela da solo anche nell’estrema difficoltà, il Carson di Boselli è una figura più umana, sempre eroico, coraggioso e altruista, ma che può mostrarsi ferito senza che ciò possa essere visto come un segno di debolezza e che, soprattutto, ha bisogno anche di un aiuto insperato per uscire sano e salvo da una situazione di pericolo.
Vista la riuscita di questa breve avventura del giovane Carson, dato che la collana à la francese Tex Romanzi a fumetti sembra destinata ad accogliere le storie ambientate nella gioventù di Aquila della Notte, potrebbe essere interessante pensare al Tex Magazine annuale quale luogo deputato a ospitare in ogni numero un’avventura ambientata nel passato di Kit.
Non di solo fumetto…
In questo numero di esordio della testata, completano il menu le consuete due pagine con la storiella, ovviamente a tema western, dedicata a Susy & Merz a firma di Giorgio Giusfredi e Paolo Bacilieri (appuntamento fisso su tutti i Magazine della SBE), una serie di articoli (a firma di Luca Crovi, Stefano Priarone, Luca Fassina e Graziano Frediani) che indagano il panorama western nelle produzioni televisive, cinematografiche, letterarie e videoludiche dell’ultimo periodo e soprattutto un peculiare pezzo a firma di Maurizio Colombo. Il co creatore di Dampyr analizza nel dettaglio sette duelli tratti da altrettante famose pellicole western (e non solo…), con l’aggiunta di due scontri tratti da due storie di Tex entrambe disegnate da Galep e scritte l’una da Gian Luigi Bonelli e l’altra da Guido Nolitta.
In ultimo una piccola nota. In seconda di copertina, nel colophon che ospita l’indice dell’albo e i credits delle varie storie, compare la scritta “lettering digitale di Luca Corda”. A memoria di chi scrive, è questa la prima volta che in un albo della SBE viene esplicitamente dichiarato che il lettering è stato realizzato al computer. E a Luca Corda va senza dubbio la menzione di merito per essere riuscito a trasporre digitalmente l’artigianalità della calligrafia, grazie a un font costruito sui chiari caratteri scritti a mano che per decenni hanno caratterizzato le pubblicazioni bonelliane.
Abbiamo parlato di:
Tex Magazine 2016 (Collana Almanacchi #137)
AA. VV.
Sergio Bonelli Editore, Gennaio 2016
176 pagine, brossurato, bianco e nero/colore – 6,30 €
ISSN: 977112262634860137