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Non si sfugge alla periferia: “Malibu” di Eliana Albertini

20 Ottobre 2020
Eliana Albertini in “Malibu” racconta stralci di vite sconfitte, senza speranza e senza morale, tra il delta del Po e il nulla.
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Malibu_Copertina_webll Polesine, fra i rami del Delta del Po, è una zona d’Italia caratteristica. È anche il luogo nel quale è cresciuta Eliana Albertini e quindi non sorprende che riesca a ritrarre così bene il panorama, l’atmosfera e le vite di chi lo abita, rendendo queste pagine piene di vibrante realismo. Formatasi nel giro dell’autoproduzione in seno al collettivo Blanca, Albertini è al suo secondo volume per Beccogiallo dopo quello biografico dedicato allo scrittore Luigi Meneghello, ma in questa occasione viene ospitata nella linea di fiction diretta da Alice Milani, Rami.

Questo non le impedisce di dare vita a un fumetto fortemente realistico e raccontare con accuratezza la vita in queste zone di periferia, tanto geografica quanto dell’anima: paesini collegati da grandi strade statali percorse incessantemente dai camion e poi i bar come luogo di culto, le processioni, gli scheletri abbandonati delle fabbriche dismesse, le discoteche il sabato sera, le case tutte anonime.

L’autrice rende in poche pagine l’idea di luoghi nei quali il tempo sembra scorrere a fatica, in cui non accade nulla e da cui il resto del mondo sembra un po’ più lontano che da altri posti. Luoghi che finiscono per schiacciare a terra chi vi abita, invischiandolo e tarpandogli ogni possibilità di rivalsa, abolendo ogni speranza e illusione, costringendolo a una vita incompleta e insoddisfatta. Un destino che, verrebbe da pensare, sia inevitabile, stabilito dalla nascita, ineluttabile.

malibu interni 1È così per i personaggi di queste storie, piccoli racconti minimali che scorrono senza un ordine cronologico e che si intrecciano appena tra loro senza che emerga un protagonista. L’uomo di mezza età incapace di avere una relazione con l’altro sesso e invaghito della nipote, il padre che porta il figlio a prostitute per fargli scoprire la sessualità, gli anziani per cui ogni spesa all’ipermercato è una avventura, il ragazzo introverso che non riesce a farsi degli amici.

Personaggi che restano distaccati, che non si aprono al lettore come evidentemente non sanno aprirsi a chi hanno intorno, che soffrono di incomunicabilità e di difficoltà a comprendere la vita fino in fondo, a dare uno scopo alla loro, di vita: in una parola, sconfitti.

Albertini è abile nel tessere queste storie banali, semplici eppure cariche di emozioni represse, di una certa pesantezza esistenziale che viene alleggerita appena dai volti caricaturali e quasi grotteschi, dai corpi di gomma che popolano queste pagine. Il suo è un tratto che non ricerca il realismo o il dettaglio, che si mantiene molto spontaneo e diretto, sempre chiaro e leggibile, a volte quasi sgraziato come  i personaggi,  come la loro morale a due facce e la loro mediocrità .

Ma il suo non sembra essere un atto d’accusa, quanto uno sguardo distaccato, documentaristico e, proprio per questa mancanza di giudizio, in un certo senso compassionevole. Come quello di chi sa quanto è difficile fuggire dalla periferia.

Abbiamo parlato di:
Malibu
Eliana Albertini
Beccogiallo Edizioni, 2020
160 pagine, brossurato, bianco e nero – 18,00 €
ISBN: 9788833140728

Ettore Gabrielli

Ettore Gabrielli

Classe 1977, toscano, programmatore. Impara a leggere sugli Alan Ford del padre, una delle poche cose per cui si sente debitore veramente. Vorace lettore da sempre, i fumetti sono stati il mezzo per imparare e per conoscere persone e per questo sarò loro sempre grato. Nel 2002 fonda Lo Spazio Bianco, magazine dedicato al fumetto tra i più longevi e seguiti in Italia di cui è tuttora direttore editoriale. Nel 2021 ha fatto parte della giuria dei Lucca Comics Awards.

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