Giacomo Bevilacqua torna a Lucca dopo il 2019. L’occasione è data dalla ripubblicazione a colori di Metamorphosis, firmata Bao Publishing, a dieci anni dalla prima edizione. L’incontro, avvenuto sotto il sole di un’estate fuori stagione ha permesso di parlare di quanto sia importante per un artista il rapporto tra realtà e immaginazione, ma anche di quanto il suo mondo, come quello di Luna, la protagonista, sia cambiato e siano anche per lui arrivati “colori nuovi” con cui fare i conti.
Torni a Lucca dopo il 2019 con un libro nuovo che in realtà è anche un ritorno alle origini. Bao riedita a colori Metamorphosis 10 anni dopo la sua prima uscita. Che storia c’è tra prima e nuova edizione?
Ti confesso che la primissima versione di Metamorphosis che fece capolino nella mia testa, nel 2007, era proprio a colori.
Si trattava di una sorta di primo esperimento di web comic che misi sul blog di blog spot, che era una piattaforma utilizzata all’epoca. In origine era giusto un progetto sperimentale, poi messo da parte perché ero preso da altro.
Qualche tempo dopo, nel 2010, lo riproposi in bianco e nero a Editoriale Aurea, nella versione che è uscita tra 2011 e 2012.
Da quel momento però mi è sempre rimasta l’idea di volerne vedere una versione a colori, perché non ho mai smesso di pensare che era così che l’avevo immaginata.
Alla fine, BAO mi ha dato la possibilità di svilupparla, al punto che si può dire che questo Metamorphosis, a distanza di dieci anni dalla sua prima uscita, sia il primo vero Metamorphosis, perché finalmente esce esattamente come avrei voluto che fosse.
Si tratta del director’s cut
Esatto, proprio il director’s cut.
È un fumetto che adesso dà la possibilità alle atmosfere che avevo immaginato di uscire, anche a livello grafico. Ricordo che quando realizzai la prima versione, ricorrendo ai retini, l’avevo sviluppata proprio tenendo conto del fatto che un domani avrei voluto farne la versione a colori.
Quella versione, con quelle attenzioni che avevo posto, conteneva in sé proprio la speranza che un giorno sarebbe stata colorata e quel giorno è arrivato.
Nei lavori di questi ultimi anni hai abituato i lettori a una tua colorazione. Metamorphosis però non lo hai colorato tu, ma ti sei affidato a qualcun altro.
Sì, per la colorazione mi sono affidato a Elia Bisogno e Savuland, che hanno lavorato con la mia supervisione.
Abbiamo scelto una gamma di colori molto particolare perché raccontando la sovrapposizione tra sogno e realtà, mi serviva che i colori rendessero questo tipo di atmosfera. Il risultato mi conferma che hanno fatto un ottimo lavoro.
Sfogliando il volume questo stacco si percepisce in modo evidente, al punto che la parte dedicata al sogno è cromaticamente straniante, quasi daltonica.
Lo stacco è evidente, vero ma non è una questione legata al daltonismo. Quando sogniamo la palette di colori è indefinita. A me succede che nel momento in cui sogno non ho ben chiaro quello che sto vedendo a livello cromatico e volevo che questo effetto fosse riportato su carta. La sensazione che volevo dare e che Elia e Savu sono riusciti a trasmettere è proprio questo senso di colore indefinito, che alternasse colori molto forti costretti a convivere con colori tenui e leggeri.
In Metamorphosis incontriamo Luna, che è un’artista, in un momento in cui la sua immaginazione e la realtà si sovrappongono al punto che il confine tra le due diventa sottile. L’idea su cui hai lavorato è quella per cui immaginare la realtà è costruirla?
In parte sì. Credo si parta da una sensazione comune a tutte le persone, gli artisti, che fanno un lavoro creativo, ossia il sentirsi come intrappolati, o piuttosto in bilico, tra due piani di realtà differenti. Da un lato abbiamo il mondo reale, dall’altro la nostra immaginazione. Questo essere sospesi tra due mondi è una cosa che ci definisce.
La sintesi tra questi due spazi permette di creare mondi. Quello che immaginiamo poi finisce su carta, esiste.
A pensarci, Metamorphosis esce proprio in un momento molto particolare della mia vita, perché il senso di cambiamento e di passaggio tra mondi che vive la protagonista lo sto sperimentando sulla mia pelle.
Mi è nato un bambino da poco e mi sto rendendo conto che i ritmi creativi che avevo prima, intesi come i periodi che passavo all’interno della mia testa esplorando i mondi al suo interno, sono inevitabilmente cambiati.
Questo passaggio, il tornare alla realtà, nella realtà vera e passare più tempo nel mondo reale che è in quello della mia testa, mi sta costando un tipo di fatica a cui non ero preparato ed è una situazione a cui devo riabituarmi.
Il fumetto tratta proprio questa cosa qui, per questo lo sento attuale.
La protagonista, Luna, è come me in bilico tra due mondi. Uno, che è quello del sogno, dell’immaginazione, in cui lei sta bene, in cui lei è tranquilla perché è la sua comfort zone da cui attinge per poi raccontare storie, che è il suo lavoro, e l’altro invece è il mondo reale che è caotico, un mondo in cui è anche difficile vivere.
Si tratta di sensibilità di artista
Si. La sua esperienza è qualcosa che noi fumettisti, ma credo sia valido per chi scrive, chi fa musica o arte, insomma chiunque sia introiettato nel suo mondo interiore e non solo per una questione professionale, conosce bene.
La forza di questo racconto è sempre stata questa, cioè il motivo per cui poi ha toccato sempre molte, molte persone è legato al fatto che sono molte più di quanto si creda le persone introiettate e che hanno una fantasia smisurata.
Metamorphosis segnava anche l’avvio del Keisonverse, il tuo universo narrativo.
Molti sono gli elementi presenti in questo volume che ritornano anche nelle tue opere successive, come il riferimento ai miti greci, alla cultura POP, tutti elementi che ti diverti a rielaborare.
Sì, questa storia è il punto zero del Keisonverse, sotto ogni punto di vista.
In Metamorphosis, ad esempio, c’è un’esplosione all’interno della storia, che scuote il mondo e che ritroviamo nelle altre storie che ho scritto. In Attica, che è la serie che ho fatto per Sergio Bonelli Editore, nel quarto volume (nella versione da fumetteria, ottavo per quella da edicola n.d.r.), i protagonisti parlano degli eventi accaduti in Metamorphosis. Sempre in Attica puoi trovare le pubblicità del libro di Luna.
Non si tratta di easter eggs, ma di elementi che collocano miei lavori nello stesso contesto narrativo, per questo si può parlare di avvio del mio universo narrativo.
I tuoi libri come fossero quartieri del tuo mondo.
So che sembra una cosa che faccio perché egomaniaco, ma non è così.
Essendo io una persona ansiosa, l’idea che io stia realizzando qualcosa che è più ampio, comunque collegato a qualcos’altro, tiene a freno la mia ansia, mi permette di muovermi con sicurezza all’interno delle storie che racconto, mi dà la possibilità di stare in una in una zona di conforto.
Facendo due passi indietro, tra Attica, che presentasti proprio qua a Lucca nel 2019 e Metamorphosis, è uscito Troppo facile amarti in vacanza.
Il fumetto, uscito nel 2021 e che racconta di uno stato di isolamento della protagonista si è trovato suo malgrado ad essere il racconto del nostro quotidiano tra il 2020 e il 2021 come volesse uscire dal suo significato allegorico.
Questa cosa è essenziale. Come dicevo prima, vivo in un momento della mia vita in cui mi devo riaffacciare prepotentemente sul mondo reale, ed è una cosa che all’inizio può provocare un senso di disagio e di sofferenza.
Superata la parte traumatica, subentra la necessità di fare parlare i due mondi perché noi che facciamo questo lavoro sentiamo l’esigenza di raccontare o rielaborare qualcosa ci viene dal mondo reale.
Se passassimo troppo tempo all’interno della nostra testa senza avere il confronto col mondo reale alla fine non avremmo più niente da raccontare.
Troppo facile amarti in vacanza lo considero un po’ il culmine del periodo in cui io sono stato molto all’interno della mia testa trasfigurando il quotidiano. Fatalmente è anche il racconto di uno stato d’animo collettivo, che ho realizzato tutto nel corso del 2020, cioè io ho iniziato la sceneggiatura il 1° gennaio del 2020, ho finito i colori dell’ultima pagina il 31 dicembre del 2020.
Praticamente un instant book
Avevo scritto la storia diversi anni prima, ho firmato il contratto con BAO nel 2018, mentre stavo finendo Attica.
Nel 2020 mi sono ritrovato a disegnare la storia di una persona in un’Italia svuotata mentre noi tutti ci trovavamo in piena pandemia, però il racconto non trattava di quello, ma dello stare da soli, nel senso di ciascuno per sé, esasperato.
Finito quello mi sono detto: adesso che ho fatto questa cosa qui riesco nel mondo.
Da quel momento non è che abbia tirato i remi in barca, ma sto ricominciando a vivere in equilibrio tra i due mondi.
Metamorphosis simboleggia proprio il cambiamento che sto vivendo, la necessità di vivere e osservare il mondo, vivermi mio figlio, la famiglia, e tutta una serie di cose che mi servono per poi ricominciare a raccontare finalmente libero da una forma di ansia che in passato mi ha condizionato.
A proposito di Ansia, nel tuo universo c’è anche un personaggio che cresce. Ha cominciato solo e adesso anche lui ha messo su famiglia.
A Panda piace è il tuo mondo che cambia, il tuo spazio per raccontarti.
A Panda piace è da sempre il mio compagno di avventure ma anche il posto in cui mi rifugio quando voglio effettivamente raccontare tutto quello che di bello c’è nella mia vita o nel mondo in generale.
A Panda piace è sempre stato, ed è nato così, un personaggio positivo e vorrei che restasse tale. Uno spazio di serenità.
Su Instagram è ancora presente con le sue vignette su A Panda piace e dispetto di tutto lo schifo che si vede online, delle notizie brutte che si arrivano.
A me piacerebbe che effettivamente quel profilo diventasse una specie di isola in cui la gente va lì e si riposa un attimo dallo scrolling.
Uno spazio di serenità condivisa.
Grazie mille Giacomo
Grazie a te
Intervista realizzata il 30/11/2022 durante il Lucca Comics&Games 2022
Giacomo Keison Bevilacqua
Giacomo Keison Bevilacqua (classe 1983) inizia la sua carriera di fumettista come disegnatore per Editoriale Aurea nel 2006, nel 2008 crea A panda piace (instagram.com/apandapiace) che gli vale un premio Micheluzzi come miglior fumetto online.
Nella sua carriera ha scritto testi comici per teatro e tv, creato cortometraggi animati di A Panda Piace trasmessi da La7, ha avuto una rubrica fissa su Wired.it e una su multiplayer.it, pubblicato oltre 20 libri di A Panda Piace con edizioni Bd, Gp publishing e Panini comics, e le vignette di Panda si trovano ogni anno anche sul diario Smemoranda. Per editoriale Aurea prima, e Panini poi, ha scritto e disegnato Metamorphosis, un urban fantasy ambientato a Roma.
Nel 2016 per BAO Publishing pubblica il suo primo graphic novel a colori: Il suono del mondo a memoria, che vince il “Premio lettori Feltrinelli” ai Gran Guinigi del Lucca Comics 2017. Nel 2017 esce il suo secondo graphic novel a colori intitolato Lavennder, una storia horror edita dalla Sergio Bonelli Editore. A Maggio 2018 inizia il suo percorso con A panda piace per la casa editrice Feltrinelli, con cui collabora attualmente e con cui ha pubblicato due libri. Nel 2019 esce Attica, per la Sergio Bonelli Editore, una saga in 6 volumi scritta e disegnata nel corso di due anni, dalle tematiche attuali e da uno stile e un formato che strizzano l’occhio al manga. Attica si aggiudica il premio Gran Guinigi come Miglior Serie a Lucca Comics 2020.
A maggio 2021 pubblica il suo secondo graphic novel a colori per BAO Publishing, intitolato Troppo facile amarti in vacanza. È molto attivo sui social network e potete trovarlo su instagram ai profili @keison22 e @apandapiace.