Padre Angelini! Padre Angelini!
La sua vocetta querula si riconosce da lontano, mentre arriva zampettando in chiesa. Certo, un sacerdote non se li sceglie i parrocchiani, ma che sfida per Padre Angelini ogni volta che il muso da scimmia di Rat-Man spunta in sacrestia!
E poi, sarà sincera la sua conversione? Scopriamolo insieme.
Quel semplice ragazzo di Betlemme
Un primo elemento che emerge in Rat-Man è la dimensione religiosa come “terreno di gioco” sul quale muoversi assieme al lettore: Rat-Man che dice umilmente di sé “rimango sempre quel semplice ragazzo di Betlemme” (Rat-Man #5), le gag sulle suore baffute, i canti di chiesa usati per corteggiare Aima: “Tu sei la mia vita, altro io non ho”(Rat-Man #116). Un’ironia che non manca di interpellare anche il “cristiano tiepido”, del quale Leo ha parlato recentemente anche in Oh, il libro delle meraviglie:
Che fai, Padre Angelini?
Metto via le offerte per i poveri.
Ma sono tutte monetine!
I cattolici credono che i poveri le collezionino. (Rat-Man #7)
Luce e ombra
Nata con racconti autoconclusivi, presto la storia di Rat-Man trova una sua continuity, sino ad aprirsi alla dimensione universale dello scontro tra il bene e il male, tra Luce e Ombra. La narrazione prende una nuova profondità e si moltiplicano i riferimenti biblici, in particolare al Vangelo secondo Giovanni e all’Apocalisse.
Dal primo riprende il tema della luce e delle tenebre:
La luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo (Gv 1, 5.9)
Dell’Apocalisse, oltre al tema dello scontro fra il bene e il male, Dio e il maligno, fa suo il ritmo solenne del narrare, spesso affidato ad una voce fuori campo. Per poi variarlo all’improvviso con una battuta inattesa, anche per lasciare il lettore libero di fronte alla storia, cogliendone le dimensioni che preferisce, senza imporre nessun insegnamento.
Ratto e i sacrificabili
I sei albi dedicati a Ratto (Rat-Man #70-71 e Rat-Man #82-85) aprono un confronto diretto con la persona di Gesù. Un crossover assolutamente improbabile, eppure straordinariamente efficace. Perché attraverso la mente semplice di Ratto, le parole ed i gesti di Gesù appaiono come nuovi, in tutta la loro forza (sul tema, vedi Fletto i muscoli e… “Mio Dio!” pubblicato su Rat-Man #85 e disponibile anche online).
Supereroe senza superpoteri
Ma oltre alle battute, al tema della luce e delle tenebre, all’incontro con Gesù, è la stessa personalità di Rat-Man che ci interpella.
Supereroe senza superpoteri, sempliciotto, con i suoi piccoli vizi, eppure in fondo puro di cuore, con un amore autentico racchiuso in fondo all’anima e la capacità di rialzarsi sempre, mentre persegue un ideale altissimo che da solo non ha la forza di realizzare.
Qui la sua comicità, qui la sua forza. Qui una impressionante somiglianza con il primo grande eroe comico europeo, don Chisciotte della Mancia: entrambi inseguono un ideale (la cavalleria, i supereroi) senza averne le qualità, entrambi hanno un amore grande (Dulcinea, Aima) che non riescono a coltivare, entrambi falliscono continuamente in modo ridicolo, ma non si stancano di rialzarsi per provare ancora una volta a salvare il mondo, o almeno i loro compagni.
Se in epoca cristiana fu mai creato un mito, lo fu qui: l’allegro mito della ridicolaggine del cristiano che combatte cavallerescamente per il regno di Dio
scrisse il grande teologo H.U. von Balthasar commentando il Chisciotte di Cervantes (Gloria, vol. 5, p. 156).
Un mito che continua, sorprendentemente, anche in Rat-Man, autenticamente un piccolo secondo il Vangelo, non per virtù, ma proprio per il suo limite. Perché, come ricorda anche padre Angelini (Rat-Man #121):
Così gli ultimi saranno i primi e i primi saranno ultimi.
Non male per un esserino dal muso di scimmia.