Il fumetto, basato su una vicenda autobiografica (analizzata nella recensione alla prima edizione del fumetto da Michele Garofoli), racconta l’anno di servizio civile di Sebastiano che, in quanto obiettore, deve svolgere l’attività prevista per coloro che non vogliono percorrere la via della leva obbligatoria. Il protagonista viene spedito lontano da casa e, contrariamente ai suoi desideri, viene assegnato all’unità che si occupa dei servizi sociali, le cui mansioni consistono nel fornire supporto alle famiglie e alle persone che vivono la malattia mentale. Si tratta di un lavoro che Sebastiano svolge di malavoglia ma che che lo aiuterà a crescere e a maturare, fino all’epilogo, dove l’esito del lavorio personale lo porta a far luce su di sé e sulla relazione con la fidanzata che lo attende nel paese d’origine.

La trama presenta temi riconducibili al genere dello slice of life, mostrando il cammino di vita durante l’anno del servizio civile. Tuttavia, lo sviluppo verso cui Sualzo spinge la narrazione permette al fumetto di lambire anche il genere del romanzo di formazione: infatti, sebbene la vicenda sia concentrata sul protagonista e sul suo cammino di crescita, la storia si apre alle relazioni con i vari personaggi, diventando non solo racconto intimo e personale, ma anche esplorazione corale che include l’incontro e lo scontro con l’alterità.
Il fumetto in effetti è permeato dalla dimensione dell’altro, da intendersi non solo come presenza di altri personaggi; ma anche e soprattutto come dimensione del diverso e dell’alieno: è aliena la realtà che il giovane Sebastiano affronta uscendo da casa, trovandosi suo malgrado lontano dalla sua confort zone; è aliena la situazione in cui viene a trovarsi, quella di assistere famiglie in difficoltà (il protagonista avrebbe preferito svolgere il suo anno di servizio nella biblioteca, lontano da impegni che percepisci troppo difficili); aliena, inoltre, diventa la sua relazione con la fidanzata, che inizia a percepire sempre più distante. L’alterità più traumatica è però rappresentata dall’incontro delle persone che deve aiutare: all’inizio Sebastiano mostra preoccupazione per il lavoro che deve svolgere. Tuttavia, come da prassi per un romanzo di formazione, le preoccupazioni iniziali sono la premessa dei futuri traguardi.
Accanto ai grandi temi della malattia mentale e delle relazioni, si ritrovano quelli cari alla poetica di Sualzo: il jazz, che si concretizza nella passione per il sassofono del protagonista; e la poesia, che arricchisce il fumetto spingendolo nella direzione della parola poetica e verso la traduzione figurativa di versi e strofe, quasi fosse una quarta dimensione, tanto che alla fine del volume si trovano una serie di poesie tradotte in sequenze figurative da Sualzo. In queste pagine è evidente il ruolo della poetessa Silvia Vecchini.
Per quanto riguarda la parte artistica, le pagine sono suddivise in riquadri di varia forma, sì che il fumetto guadagni in varietà e movimento. I disegni sono morbidi, dato che prevale la linea curva sull’uso di angoli e rette. Questo tratto è maggiormente visibile nella resa dei corpi e ancor di più nei volti. Il colore tende ad una cromatura tendenzialmente calda, che non presenta accostamenti antitetici. Il risultato è un fumetto riflessivo, accordato ai toni della vicenda narrata. L’elemento cinematico, relativo alla relazione delle vignette lungo il flusso narrativo, procede per quadri coerenti, smorzati ogni tanto dall’irruzione di un flashback e – dato notevole – dalla comparsa di animali, i quali vengono descritti in apposite didascalie.
Quest’ultimo elemento potrebbe rientrare in una riflessione di tipo narrativo, dato che viene a intersecare lo scorrimento della vicenda; ma, poiché si tratta di irruzioni di veri corpi di animali rappresentati sulla pagina, il cui primo impatto è visivo-scenico, il fenomeno interessa anche e maggiormente il processo di osservazione più che quello della lettura. L’osservazione degli animali diventa un momento di sosta, in cui il lettore si ritrova per un momento a chiedersi quale sia la relazione fra la scena e la storia. Sualzo, in questo modo, concretizza i momenti di stasi e di riflessione senza ricorrere a espedienti didascalici, ma alternando in pochi e precisi momenti l’osservazione della natura al fluire dei fatti. Si tratta di un tecnica che in narrativa è stata adoperata da Federigo Tozzi, nell’opera letteraria Bestie, nella quale gli animali compaiono come elementi ricorrenti eppure stranianti, perché spingono il lettore a interrogarsi sul ruolo che la loro comparsa acquista sulla scena (non casuale che lo studioso Alessandro Cutrona, nel volumetto Questione di sguardi abbia dedicato un capitolo sul “punto di vista bestiale” che caratterizza il libro).

Merita una riflessione, prima delle conclusioni, il mutamento del titolo: già Michele Garofoli rilevava il valore ossimorico del fumetto, dove “Fermo. Solo rimanendo fermo, Sebastiano è riuscito a cambiare se stesso”. La riflessione del recensore viene confermata dalla nuova edizione, laddove al Fermo (con valore ossimorico) è stata sostituito il più esplicito e movimentato Per tutte le altre destinazioni. Ma al cambiamento dell’edizione e del titolo corrisponde anche un altro tratto distintivo della presente edizione, ovvero l’aggiunta della già nominata sezione antologica, la quale non è soltanto raffigurata, ma ricreata attraverso l’impiego del protagonista del fumetto, che vediamo crescere e invecchiare lungo la lettura della poesia di Silvia vecchini (la cui raccolta è stata recensita in un precedente articolo per Lo Spazio Bianco da Emilio Cirri).
In conclusione, Sualzo ritorna con un fumetto le cui buone qualità narrative e figurative erano già state notate. Il lettore odierno vi ritrova la riflessività che caratterizza le altre storie che appartengono al filone dei fumetti più maturi, soprattutto quali Dove c’è più luce e L’Improvvisatore, laddove Sebastiano presenta elementi comuni ai protagonisti di ambedue le opere (della prima per la solitudine a cui inizialmente tende, della seconda per la confidenza col sassofono). Particolare di questo nuovo lavoro è anche la presenza dell’antologia conclusiva, dove si possono leggere le poesie di Silvia Vecchini e vederne la traduzione di Sualzo.
Abbiamo parlato di:
Per tutte le altre destinazioni
Sualzo (con le poesie di Silvia Vecchini)
Tunué, settembre 2025
144 pagine, cartonato, colori – 17,50 €
ISBN: 9788867905867
