“Il jazz mi affascina perché non mi dà due volte la stessa sensazione.”
[un produttore discografico]
Tunué ripubblica L’improvvisatore di Sualzo, fumetto già edito da Rizzoli Lizard nel 2009.
L’operazione, tuttavia, non è una semplice riproposizione di un’opera già nota: l’autore, infatti, ritorna sulla sua prima storia, aggiungendovi una prefazione e due nuovi capitoli. Nel penultimo, Elias incontra il pianista che ne ha segnato la formazione musicale, Vince Scesapola, in un’avventura fatta di bar e bevute notturne, alla quale segue una conclusione lievemente amara e ironica. L’ultimo, si chiude a Parigi, con la speranza che la storia fra il protagonista e la poetessa possa proseguire.
Un ritorno nel segno del cambiamento: un cambiamento lieve, che non intacca la storia già scritta e pubblicata, ma che aggiunge una “coda” nella quale i nodi tematici principali non vengono risolti, ma rilanciati, approfonditi, amplificati. Oggi, la recente pubblicazione di quest’opera permette di condurre una lettura comparativa con un altro fumetto di Sualzo, Dove c’è più luce, pubblicato da Tunuè nel 2023 .
Se si mettono a confronto i disegni dei due fumetti, si nota la maggiore varietà del secondo. Il protagonista, Voynich, per esempio, è caratterizzato da contorni più taglienti rispetto ad altri personaggi, a rispecchiarne la personalità spigolosa e refrattaria nei confronti del prossimo e della vita.1 Sempre nello stesso fumetto, anche l’uso della linea è diverso, nel senso di una maggiore varietà di soluzioni, con la quale l’autore definisce spazi e riempie vuoti.
Altra differenza è quella che intercorre fra la costruzione delle gabbie: in Dove c’è più luce, sono libere e prive di contorni, di modo che le vignette poggiano sulle pagine in una sorta di spazio luminoso; mentre, ne L’improvvisatore, i contorni delle scene sono tradizionalmente chiuse. Queste differenze non servono a stabilire una gerarchia: sono utili come elementi di osservazione delle peculiarità di ciascuna opera. Per esempio, l’assenza di linee adatte a riempire i vuoti, ne L’improvvisatore, può dipendere dall’impiego del colore, assente invece nell’altro fumetto, i cui disegni interagiscono con la bicromia biancazzurra.
Tuttavia, il confronto aiuta a cogliere anche i segni del cammino artistico di Sualzo: L’improvvisatore ha la bellezza dell’opera prima, fresca e genuina, di grande impatto per semplicità e forza dei sentimenti e dei disegni; Dove c’è più luce conferma le qualità dell’autore, mostrandosi come opera più matura, anche più concettuale, nel senso di una maggiore disciplina e controllo della narrazione, che resta sempre ad alti livelli, anche nella resa dei sentimenti e della caratterizzazione dei personaggi.
Ultima considerazione: il confronto aiuta a scorgere anche elementi di continuità. Ritorna l’amore, caratterizzato in ambedue i fumetti da uno svolgimento misterioso e complicato; risuonano brani del jazz, quindi la musica; è presente la poesia, non solo come reminiscenza letteraria, ma anche in un sistema di relazioni duale e ternaria, ovvero nel connubio di parola poetica e amore, poesia e dolore, versi amore e dolore.
In conclusione, leggere questo “vecchio” fumetto, nella veste della nuova edizione, è un’occasione per scoprire il debutto di Sualzo nella narrazione di ampio respiro, per chi ne conosce l’opera successiva. Per i novelli, si tratta di una storia scritta bene, disegnata con stile, da scoprire, se si amano storie quotidiane, che raccontano aspirazioni e desideri, ma anche indecisioni, di un sassofonista alle prese con la ricerca della sua strada.
Abbiamo parlato di:
L’improvvisatore
Sualzo
Tunuè, 2024
136 pag., cartonato, colori – 19,00 €
ISBN: 9788867906482
Riferimenti:
Dove c’è più luce: vivere è ancora l’unico rimedio che abbiamo per non morire.
[Alma poesia] La poesia e il segno: quando i versi incontrano i fumetti
Come dichiarato da Sualzo stesso nell’intervista, leggibile al seguente link: https://www.lospaziobianco.it/memoria-libri-piante-e-musica-intervista-a-sualzo/ ↩