Dopo le prime tre stagioni di dodici numeri e una quarta più breve che si è focalizzata sul personaggio di Jsana Juric, la saga degli Orfani creata da Emiliano Mammucari e Roberto Recchioni riparte da dove tutto e iniziato, ossia dal pianeta Terra che è anche il titolo di questa nuova run.
La storia, ambientata in una nazione nord americana devastata, anziché in Europa come i primi due archi narrativi, si focalizza inizialmente sui fratelli Cain e Abe che, impossibilitati a raggiungere la sicurezza del Nuovo Mondo, cercano il modo di raggiungere una misteriosa città difesa da un muro impenetrabile, in cui le barbarie del mondo esterno sembrano non esistere. Cain, dopo essere stato catturato e rivenduto come schiavo da un gruppo di predoni, si vede costretto a cercare di realizzare questa speranza con una banda di ragazzi conosciuti nel campo di lavori forzati dove è stato imprigionato.
Una delle novità più importanti che contraddistinguono questa quinta serie è l’esordio assoluto come sceneggiatore di Emiliano Mammucari, mente grafica della collana, in coppia con il fratello Matteo, anch’esso alla prima prova sul fumetto avendo finora scritto per altri media, principalmente per il teatro.
Interessante notare come l’arrivo dei fratelli Mammucari alla sceneggiatura segni un netto cambio nel ritmo della narrazione.
Dalle adrenaliniche e movimentate Orfani, Ringo e Nuovo Mondo, nelle quali il racconto era sostenuto e affidato in gran parte ai disegni, in Terra ci si focalizza sui dialoghi che diventano preponderanti. Sono le iterazioni tra i numerosi personaggi e la loro volontà di fuggire verso una vita migliore a diventare fulcro della storia, mentre sullo sfondo si delinea il personaggio che sembra essere la loro nemesi , Lo Sceriffo. E sebbene, in parte, le caratterizzazioni siano affidate a stereotipi come il leader, la testa calda, il pavido, rimane ammirevole come in solo numero si riescano a presentare tutti i personaggi con le loro virtù e debolezze.
I due sceneggiatori, già da questo primo episodio, sembrano voler veicolare il messaggio che anche in una civiltà ormai violenta e imbarbarita la speranza possa ancora esistere, seppur difficoltosa e pericolosa da perseguire. In un’epopea come quella di Orfani, fondamentalmente nichilista, è questo ulteriore cambio di visione a dare un tono diverso a questo segmento del progetto, che permette di affrontarlo sotto una luce diversa ma importante, poiché ci consegna la visione del secondo padre artistico della collana.
Alcuni passaggi sbrigativi come quello iniziale (dove è però presente un colpo di scena davvero notevole), alcuni scambi di battute forse scontati e uno sviluppo della trama abbastanza prevedibile, diventano elementi trascurabili davanti alla buona direzione generale che i fratelli Mammucari forniscono nella prova d’esordio in un campo per loro pieno d’incognite, particolare tutt’altro che secondario.
Di alto livello la parte grafica, qui affidato ad Alessio Avallone, già visto su Ringo #6 e Nuovo Mondo #6, autore di una prova decisamente buona.
Il disegnatore si affida a una griglia più ortodossa del solito per gli standard della serie, con vignette regolari e poche ma efficaci splash page, realizzando tavole che si segnalano per la dinamicità e pulizia del segno, abbinato a un’indovinata caratterizzazione grafica del gruppo di ragazzi.
Quello che impressiona maggiormente è l’ulteriore evoluzione della colorazione: Giovanna Niro fonde letteralmente il colore con il tratto di Avallone, portando gradualmente quella che sembra una sorta di sfocatura, simile a un acquerello, verso una nitidezza notevole, che unendosi al tratto raffinato del disegnatore, delinea gli evocativi scenari desertici e le megalopoli in rovina che fanno da cornice alla storia.
Altra novità importante sono le copertine disegnate da Gipi, che per la prima volta nella sua carriera è presente in una serie regolare da edicola, ulteriore segno della nuova svolta artistica intrapresa recentemente con il suo libro La terra dei figli. La sua prima illustrazione, che ben si addice al mood dell’opera, è una figura intera del protagonista Cain, in cui spicca oltre un’insolita modellazione del viso, lo sguardo torvo e sfrontato delineato da un segno più deciso.
Terra inoltre è la prima delle serie regolari bonelliane ad avere una distribuzione contemporanea per le edicole e le fumetterie, esperimento già iniziato con la miniserie UT di Corrado Roi e Paola Barbato: una decisione che a quanto sembra coinvolgerà poco a poco quasi tutte le testate della casa editrice milanese.
Un buon inizio per questa nuova stagione di Orfani programmata su soli tre numeri, che prima del rush finale sembra voler offrire uno sguardo dal basso alla vicenda, quello delle persone normali che devono convivere con la brutalità della situazioni che gli “eroi” e i loro nemici hanno lasciato come eredità. Un pianeta senza speranza.
Abbiamo parlato di:
Terra #1 – Dalla cenere
Emiliano Mammucari, Matteo Mammucari, Alessio Avallone, Giovanna Niro
Sergio Bonelli Editore, gennaio 2017
98 pagine, brossurato, colore – € 4,50