Giacomo Keison Bevilacqua è stato uno dei primi autori ad accettare il nostro invito di cimentarsi con una delle icone del fumetto occidentale quale è The Spirit.
Eravamo molto curiosi di vedere come il creatore di A panda piace… avrebbe declinato nel suo stile il personaggio di Will Eisner: non siamo certo stati delusi!
Ciao Giacomo, ben ritrovato su Lo Spazio Bianco!
Ci racconti brevemente com’è nato il tuo omaggio a The Spirit per questo nostro speciale? Ti sei ispirato in qualche modo a qualcuna delle sue famose splash page?
In realtà no, me lo sono semplicemente immaginato in giro per un ipotetico east village di Central City, arrampicarsi su una scala anti incendio mentre la notte inizia a fare capolino.
La mia idea di base è quella di lui che fa un gesto di riverenza toccandosi il cappello, un gesto di riverenza che in genere si fa nei confronti di una signora, e che, in questo caso, lui rivolge alla sua città, per cui nutre un enorme rispetto.
Qual è il tuo rapporto con The Spirit e Will Eisner, tanto da lettore quanto da eventuale fonte di ispirazione nel tuo lavoro professionistico?
The Spirit, ma il lavoro di Will Eisner tutto per me, e per chiunque volesse intraprendere una carriera simile alla mia è considerato al pari dell’educazione che si riceve nei cinque anni di scuola elementare: divertente, essenziale, obbligatoria, necessaria.
Il lascito di Eisner al mondo del fumetto a tuo parere qual è stato?
È stato il primo a usare il fumetto come mezzo letterario vero e proprio. Per me, il lavoro di Eisner, è l’anno zero del fumetto come lo intendiamo oggi.
Signore e signori: lo Spirit di Giacomo Keison Bevilacqua!