Avere un artista del calibro di Otto Gabos a bordo del nostro speciale, ci riempie di orgoglio. Quando gli abbiamo chiesto di rendere omaggio a The Spirit con una sua creazione grafica, Gabos ha accettato con grande gioia e disponibilità, riconoscendo anche lui l’importanza fondamentale avuta da Will Eisner per il linguaggio del fumetto.
Ci racconti brevemente come è nato il tuo omaggio a The Spirit per questo nostro speciale? Ti sei ispirato in qualche modo a qualcuna delle sue famose splash page?
Ne ho guardato qualcuna. Ho attinto soprattutto al serbatoio della memoria quando da ragazzino leggevo The Spirit sulle pagine della rivista Eureka diretta da Luciano Secchi. Ho voluto ricreare l’atmosfera del periodo hard boiled inserendo in primo piano una specie di dark lady. I personaggi femminili di quegli anni erano formidabili specie nelle creazioni di Milton Caniff e Will Eisner. La situazione poi doveva contenere una punta d’ironia, elemento indispensabile e costante nella maggior parte della produzione di The Spirit.
Qual è il tuo rapporto con The Spirit e Will Eisner, tanto da lettore quanto da eventuale fonte di ispirazione nel tuo lavoro professionistico?
In parte ho già risposto sopra. Eisner ha sempre rappresentato per me l’inarrivabile per stile, segno e impianto di regia. Era diversissimo da tutto quello che leggevo e aveva poi quella miscela fantastica che univa dramma al grottesco che riuscivo a trovare anche in Magnus che è sempre stato il mio punto di riferimento. Non si vede dai miei disegni ma dentro di me è così.
Il lascito di Eisner al mondo del fumetto a tuo parere qual è stato?
Il lascito è una profonda riflessione sul linguaggio del fumetto. Una sua codifica, una sua presa di coscienza, una dignità conquistata almeno in parte. Se oggi si discute sulla forma romanzo applicata al fumetto è sicuramente anche merito di Eisner. Uno spartiacque che diventa ancora più determinante considerando che Eisner proviene da una produzione industriale, quindi affatto elitaria. Qundi da appassionato lettore e umile autore non posso che dirgli grazie. E se poi c’è ancora qualcuno (direi tanti) che si ostinano a usare il termine “fumettari” pazienza.
Non ci resta che mostrarvi l’interpretazione di The Spirit regalataci da Otto Gabos!