
Un investigativo procedurale con un pizzico di L’attimo fuggente, in cui una studentessa molto nota – presidente del comitato etico contro le discriminazioni – accusa alcuni compagni di averle usato violenza.
L’intreccio firmato da Medda è solido, ben strutturato e riporta in scena la nuova agente Alfa Erika Tanner, la dottoressa Monica Blanc e il vice procuratore Oren Lippman, per un’indagine ampia e complessa. Il plot twist finale si ricollega a Il padrone dei sogni (numero 400 della serie regolare) e introduce una chiusura in stile Agatha Christie, per un albo coinvolgente e attuale.
Giustizia cieca affronta temi cruciali – e tipici della produzione di Michele Medda che li eviscera con spirito critico ma senza demagogia – come i movimenti per i diritti civili e il politicamente corretto, la violenza sulle donne, la cancel culture e, in filigrana, il ruolo fondamentale di insegnanti ed educatori nella società contemporanea.
Bonazzi caratterizza con efficacia un cast ampio e variegato, gestendo con sicurezza e abbondanza di dettagli le tante sequenze corali, come la festa universitaria a inizio albo o la fine di un processo a tavola 90. Il disegnatore rende credibili ambienti diversissimi: da un’aula di tribunale a uno studio di tatuaggi, da un laboratorio d’arte a una libreria di Tropical City. In quest’ultima è chiamato a inserire anche una serie di copertine mitiche (da Atom Heart Mother dei Pink Floyd a Nevermind dei Nirvana), censurate all’interno della storia per ragioni narrative.
Abbiamo parlato di:
Nathan Never #413 – Giustizia cieca
Michele Medda, Germano Bonazzi
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2025
96 pagine, brossurato, colori – 5,80€
ISSN: 977112157300150413

