Intervista a Beatrice Sacchi: la storia di Simona Atzori in un fumetto

Intervista a Beatrice Sacchi: la storia di Simona Atzori in un fumetto

Beatrice Sacchi racconta la genesi della graphic novel biografica su Simona Atzori uscita per Beccogiallo.

A Lucca Comics & Games 2022 abbiamo intervistato Beatrice Sacchi, laureata in illustrazione e fumettista esordiente. Ha deciso di raccontare una storia di resilienza, perché crede che sia la speranza, il carburante che ci aiuta ogni giorno a procedere con la nostra vita. Lo ha fatto raccontando la storia di Simona Atzori, ballerina e pittrice, che è riuscita e riesce ogni giorno a esprimere sé stessa nonostante la sua disabilità fisica.

Ciao Beatrice, benvenuta su Lo Spazio Bianco
Come è nata la tua graphic novel Simona Atzori, una vita oltre il limite? Come sei arrivata a questa storia? È qualcosa che ti è stato proposto oppure è un percorso che hai deciso di intraprendere tu?
Ho incontrato Simona a una sua conferenza quando ero in terza superiore, mi ci aveva portato mia mamma visto che era un periodo un po’ difficile per me. Quindi una sera di punto in bianco siamo uscite per andare aquesto incontro in cui presentava il suo primo libro Cosa ti manca per essere felice.  Sono tornata a casa con questa testimonianza molto forte e con la domanda in testa “ma a me cosa manca per essere felice?”.
Quella testimonianza è rimasta lì, è stato un po’ un semino che si è piantato. Ho letto i suoi primi tre libri e nel frattempo ho scelto di studiare illustrazione. Al terzo anno di università, mi hanno chiesto di preparare un progetto editoriale e io volevo raccontare una storia che ne valesse la pena, una storia che meritasse di essere condivisa. Un giorno guardando nell’angolo della mia libreria ho visto il suo libro e ho pensato di raccontare proprio la sua storia. Così è nato il progetto.
Simona Atzori, Beatrice Sacchi
Come sei entrata in contatto con Simona? Vi conoscevate già prima?
Io le ho scritto su Instagram “Ciao Simona, tu sicuramente non conosci me, ma io conosco te, vorrei raccontare la tua storia perché mi ha insegnato tanto e penso possa insegnare tanto ad altre persone”, perché ovviamente lei parla di una mancanza che è fisica, ma ognuno ci può leggere la propria mancanza. Qualche giorno dopo ha risposto al mio messaggio, io neanche ci speravo, e da lì siamo entrate in contatto fin da subito. Quando io facevo i character design lei mi dava i feedback, mi diceva ad esempio come cambiare alcuni dettagli di sua mamma da giovane. E quindi già dai primi passi c’è stato un confronto reciproco durato fino alla fine quando lei poi ha scritto la prefazione. Dopo qualche mese che questo progetto era chiuso, ho pensato che la storia fosse talmente bella e per me era stato un percorso talmente importante che non poteva restare dentro un cassetto, quindi ho deciso di presentarla. Beccogiallo ha accolto questo grido di voglia di condividerla.

Puoi raccontare meglio come è stato il lavoro insieme a Simona? Come vi siete organizzate e come ti sei sentita a lavorare insieme a lei.
Era in pieno Covid e quindi non ci si poteva vedere e lei in quel periodo aveva problemi di salute. Il nostro quindi è stato un incontro virtuale per un bel pezzo fino a quando la pandemia non si è proprio calmata. All’inizio quindi è stato più che altro tramite messaggi, videochiamate e vocali. È stato faticoso perché non sapevo se potevo fare tutte le domande, avevo paura di varcare il limite della sua sensibilità. Ad esempio, per rappresentare le protesi ho dovuto chiederle come funzionano, come si attaccano al braccio. In una parte della storia lei ha il busto, ed è stato una dei momenti più difficili della sua adolescenza, e ci tenevo a rappresentarlo con autenticità, quindi dovevo farle molte domande. Ho osato, cercando di essere il più delicata possibile: è stato molto bello perché Simona mi ha risposto con completa sincerità anche rispettando quella che è la sua storia. Quindi è stato un confronto fin da subito molto autentico.

Lo stile che hai utilizzato è quello dell’acquerello: è il tuo stile personale o è stata una scelta specifica per questa storia?
Ho disegnato e colorato in digitale, richiamando lo stile acquerellato. Io ho sempre amato molto rappresentare il movimento, quindi sapevo che c’erano dei cardini che erano miei, ma allo stesso tempo prima di questa storia non avevo ancora quella libertà che si vede nel fumetto. Ho voluto andare incontro all’imperfezione, al non finito e ci sono arrivata grazie alla storia di Simona. Per me a livello stilistico è stato quasi uno sbloccarsi e un liberarsi, volevo che il colore non stesse necessariamente nei contorni. Anche questo racconta di un andare oltre, come la storia stessa racconta un andare oltre il limite.

Ci sono tavole che sembrano quasi esercizi di stile anatomico, in particolare quelle che rappresentano Simona mentre danza: come mai hai fatto la scelta di inserirle in questo modo?
All’inizio è stato difficile anche per me, perché far recitare un personaggio senza braccia è complicato. Cercare di riprodurre il movimento della danza è stato a tutti gli effetti come entrare nel suo mondo, nel suo movimento. E alla fine avevo voglia di mostrare alle persone quanto questo movimento fosse bello.


Simona Atzori, Beatrice Sacchi
Come mai hai scelto di dare più spazio a Simona danzatrice rispetto a Simona pittrice?
Forse la scelta è stata soprattutto inconscia, perché nel tempo in cui ho fatto il fumetto lei non poteva ballare per motivi di salute. E quindi è stato come celebrare quella parte della sua vita che in quel momento non poteva vivere direttamente.

Un’ultima curiosità su come hai impostato la storia. Hai parlato solo con lei oppure hai utilizzato anche altro materiale?
Sono partita con la lettura dei suoi tre libri che ho riempito di post it sugli episodi che avrei voluto raccontare. Poi quando disegnavo tenevo sempre di fronte a me delle sue interviste o dei suoi spettacoli, per averla sempre davanti. E poi il confronto con lei è stato importante per avere quelle informazioni che non c’erano né nei libri né nelle interviste, quelle cose un po’ più intime.

Ora vorrei farti una domanda su di te come fumettista. Essendo questo il tuo esordio, sono curiosa di sapere quali sono le tue influenze e se hai dei fumettisti o delle fumettiste a cui ti ispiri.
In generale mi ispiro molto ai fumettisti francesi, perché lì vedo quella libertà che cerco nel disegno.

Ti senti più fumettista o illustratrice?
Mi piace comunque pensarmi con un piede in due scarpe, collocandomi tra il fumetto e l’illustrazione, ed è la storia che mi ispira una produzione o l’altra. Sicuramente il fumetto mi permette di andare molto più in profondità, lasciando anche lo spazio bianco al lettore, per poter entrare anche lui con la sua sensibilità all’interno della storia. Nel fumetto mi sembra proprio di indagare molto di più la storia, entrandoci in contatto. Comunque non mi pongo limiti perché ogni storia ha un suo linguaggio con cui merita di essere raccontata.

Quali sono i progetti su cui stai lavorando?
Sto lavorando a un nuovo fumetto per una casa editrice milanese, anche lì si parla di una storia di resilienza di cui un ragazzo è protagonista. Ho comunque in mente una serie di storie che voglio raccontare. Voglio raccontare di persone che con la loro testimonianza di vita possono dare tanto, soprattutto a noi giovani. In questo tempo ci vuole anche una narrazione che parli di speranza, perché c’è ancora tanta bellezza da scoprire.

Grazie mille Beatrice per questo tempo che ci hai dedicato. È stato un piacere fare questa chiacchierata con te. Ti auguriamo in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

Intervista condotta dal vivo a Lucca Comics & Games 2022

Beatrice Sacchi

Beatrice Sacchi

Beatrice Sacchi è una giovani illustratrice e fumettista milanese. Nel 2020 si è diplomata all’Istituto Europeo di Design in Illustrazione e Animazione. Tra i suoi progetti d’illustrazione troviamo un omaggio a Pina Bausch dal titolo Pina Bausch, il linguaggio della danza. Inoltre ha illustrato il libro per bambini di Bruno Ferrero Chares de Foucauld di ITL Libri. Simona Atzori. Una storia oltre il limite edito da Beccogiallo è il suo fumetto d’esordio.

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