Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #52 ricapitoliamo tutte le nuove uscite avvenute tra la fine di luglio e per tutto agosto 2019.
Marvel Comics
Detto che quella appena passata, nella Casa delle Idee, è stata l’estate del rilancio mutante a opera di Jonathan Hickman, con gli esordi delle due miniserie House of X e Power of X, di cui ci siamo occupati in un doppio appuntamento di First Issue Presenta, la Marvel non ha lesinato altre novità a partire dal lancio della maxi saga Absolute Carnage che, attorno alla miniserie principale, vede fiorire molti spin-off e miniserie.
Federico Beghin ci parla di Absolute Carnage vs Deadpool #1 e di Agents of Atlas #1, altra serie limitata che nasce direttamente da War of the Realms.
Quella che nella mente vulcanica di Deadpool doveva essere una festa di compleanno per il suo amico Spider-Man si trasforma in una lite tra i due eroi, con Spidey che consiglia a Wade in andare in analisi. Non l’avesse mai fatto: recandosi nella tetra clinica, il mercenario chiacchierone si infila dritto tra le braccia di Carnage.
Inizia così Absolute Carnage vs Deadpool, miniserie di tre capitoli collegata al maxi evento estivo Absolute Carnage. Lo sceneggiatore Frank Tieri realizza un episodio dominato dall’azione, sebbene rimandi alle prossime uscite il confronto tra protagonista e villain, entrambi ben caratterizzati dal punto di vista estetico, a differenza delle comparse.
La logorrea del personaggio interpretato al cinema da Ryan Reynolds costituisce sia il punto di forza che il punto debole di questo esordio: da un lato la consueta parlantina ironica stempera la situazione drammatica, creando un bizzarro e divertente contrasto con lo scenario cupo delineato dalle chine di Roberto Poggi e dalla colorazione a tinte scure di Rachelle Rosenberg; dall’altro, a causa di qualche battuta di spirito dalla formulazione troppo lunga, la narrazione perde incisività, trascinandosi prima di arrivare al punto, senza suscitare il sorriso sperato.
Decisamente più efficaci risultano le pose che il disegnatore Marcelo Ferreira sceglie per Deadpool e per Spider-Man, le cui figure meticolosamente definite spiccano tra le vignette anche grazie agli sconfinamenti dalla gabbia. Oltre alla bella deformazione delle maschere, usata per evidenziare la mimica dei volti nascosti sotto di esse, si segnalano le inquadrature suggestive che valorizzano la verticalità di New York, distribuite prevalentemente all’inizio dell’albo.
Battibecchi, draghi, entrate in scena spettacolari, battaglie e momenti di ristoro: tutto normale per Amadeus Cho, Silk, Shang-Chi e soci, i protagonisti di Agents of Atlas, nuova miniserie di cinque capitoli nata dai quattro che hanno composto War of the Realms: new Agents of Atlas.
La nuova formazione del supergruppo schiera giovani eroi di origini asiatiche, decisi a fare la differenza in un mondo funestato dalla guerra. L’albo d’esordio raccoglie due capitoli: The portal city of pain, sceneggiato da Greg Pak per i disegni di Nico Leon e le tinte luminose di Federico Blee, e Behind the veil scritto da Jeff Parker per le matite di Carlo Pagulayan, inchiostrate da Jason Paz e colorate da Dono Sánchez-Almara.
Nel primo episodio, messo su carta con segno arrotondato e sintetico e griglie spesso asimmetriche da Leon, l’attenzione si concentra sull’unione dei quartieri di alcune città del mondo in un’unica metropoli. L’idea è avveniristica, ma interessante, e lo sarà ancora di più negli sviluppi futuri del racconto, soprattutto nel leggere le diverse reazioni a una tale rivoluzione, visto che Pak punta sulle interazioni tra i personaggi, dai toni per lo più ironici e scanzonati, per movimentare la vicenda.
Nel secondo la palla passa ai vecchi membri di Atlas, Namora, Gorilla-Man, Venus e compagni, alle prese con i prodromi di una imminente guerra tra draghi. Indizi e ipotesi si sommano, rendendo le pagine tanto affascinanti quanto confuse, con l’impressione di trovarsi davanti a qualcosa di interessante ma tirato fuori dal nulla.
Più solido appare il lato estetico: il tratto spigoloso di Pagulayan rappresenta con dinamismo uno scontro armato, solo apparentemente risolto da una strategia originale, resa ancora più peculiare dai colori psichedelici scelti da Sánchez-Almara per donarle maggiore impatto.
Di seguito, le copertine delle altre novità Marvel Comics.
DC Comics
In casa DC ad agosto è ufficialmente iniziato Year of the Villain, l’evento che si propagherà fino a fine anno in molte testate dell’universo supereroistico della casa editrice di Burbank e che vede Lex Luthor fornire a molti supercriminali armi e mezzi ancora più potenti per potere sconfiggere le loro controparti eroiche.
Il primo one-shot dedicato all’evento ha come protagonista Sinestro e ce ne parla David Padovani.
Mark Russell è forse l’autore più sottovalutato attualmente nel panorama fumettistico statunitense. O meglio, una sua capacità – la più singolare e la più importante – pare non essere notata da molti: scrivere godibilissime storie di supereroi che veicolano problematiche e temi importanti, delicati, del mondo contemporaneo, messi sulla pagina con riflessioni mai banali.
Ciò succede anche in questo one-shot dedicato all’ex Lanterna Verde Sinestro, storico nemico di Hal Jordan, a cui Lex Luthor, nella sua nuova incarnazione, ha donato stupefacenti poteri.
Russell in quella che superficialmente appare il racconto di uno scontro tra Sinestro e una sorta di esseri giganti che, nel loro percorso di distruzione, intralciano il piano di dominazione cosmica di Luthor, mette in scena una serie di riflessioni su religione, fede, libero arbitrio e autodeterminazione.
Lo sceneggiatore non ha come obiettivo quello di offrire al lettore una storia a tesi, cioè di trasmettergli il proprio punto di vista e le proprie convinzioni. L’analisi di Russell è dialettica, pone il lettore davanti alla problematicità di dette riflessioni, senza offrire una soluzione preconfezionata,bensì invitandolo ad approfondire personalmente le tematiche.
Tutto questo viene fatto senza pesare sullo sviluppo narrativo del racconto, che dunque rimane una piacevole storia supereroica, capace però di contenere al suo interno più profondi e complessi livelli di lettura.
La riuscita dell’albo passa anche attraverso le belle tavole di Yildirai Cynar, coadiuvato alla chine da Julio Ferreira e dai colori di Hi-Fi. Pagine strutturate con una griglia variabile ma sempre all’insegna di una leggibilità e chiarezza assolute, poste al servizio della prosa e dei dialoghi di Russell.
Di seguito, le copertine delle altre novità DC.
Image Comics
Di seguito, le copertine delle novità Image Comics.
Editori indie
Marco Marotta ci parla di Knights Temporal, novità edita da Aftershock Comics.
Uno stregone che fugge nella foresta e un cavaliere che lo insegue. Con questo incipit, vagamente riminiscente de La Torre Nera di Stephen King, si apre Knights Temporal, nuova serie scritta dal prolifico Cullen Bunn. Questo è anche tutto ciò che è dato sapere quando si inizia la lettura dell’albo e, a onor del vero, quando questa è conclusa le informazioni in possesso del lettore non sono molte di più. Non si conoscono le motivazioni che spingono l’uno a dare la caccia all’altro, non si conosce l’antefatto che lega i due uomini e nemmeno che tipo di rapporto intercorra tra loro. L’unica cosa certa è l’impellenza della caccia.
L’autore imbastisce una narrazione oltremodo criptica, non lineare, giocata sull’alternanza di diversi piani temporali e resa ancor più involuta dallo “spettro” dei viaggi nel tempo, la cui presenza viene suggerita ma non ancora esplicitata. Un approccio essenziale alla stesura dei testi e dei dialoghi, laddove Bunn rinuncia completamente alle didascalie, ai monologhi interiori e agli spiegoni, contribuisce anch’esso al senso di indecifrabilità che permea la storia. Mistero, domande senza risposta che si affastellano nella mente del lettore e un flusso di lettura incredibilmente scorrevole e ritmato, dato proprio dall’immediatezza dei dialoghi, sono ciò che rende Knights Temporal una lettura intrigante e in grado di instillare sincera curiosità per il futuro dipanarsi degli eventi.
Molto efficaci anche i disegni di Fran Galán, grazie a un tratto aspro che infonde grande personalità ai personaggi e ne accentua l’espressività. Anche la colorazione è pregevole, riuscendo a restituire pienamente l’atmosfera che si respira nei vari momenti della storia, con tonalità più cupe e slavate nelle sequenze ambientate nel passato e cromatismi più sgargianti, quasi psichedelici, quando l’azione si sposta nei tempi moderni.
BOOM! Studios ha lanciato Once & Future a firma di Kieron Gillen e Dan Mora, una serie limitata che, visto il successo dell’albo di esordio, è stata immediatamente trasformata in una ongoing. Ha letto il primo numero per noi Simone Rastelli.
Uno strano manufatto recuperato dal fondo di un lago in secca e un omicidio; Bridgette, un’anziana nonnina che evade dalla casa di riposo in cui vive, per lanciarsi in avventure pericolose e sfidare rischi mortali; una minaccia dal passato che sembra intrecciarsi con un delirio sovranista made in England e un nipote rugbista (Duncan McGuire) che si muove goffamente agli appuntamenti e osserva con occhi spalancati quello che accade intorno a lui, mentre tenta di ricondurre l’anziana parente alla ragione. Questi gli ingredienti miscelati e serviti con alta velocità nel debutto di Once & Future, serie creata da Kieron Gillen (testi) e Dan Mora (disegni), colorata da Tamra Bonvillain.
Superate le prime tavole, nelle quali la tensione drammatica è smorzata dalla scarsa espressività dei personaggi messi in scena, il racconto scorre fluidamente e accumula spunti in crescendo; l’intreccio si dipana in un’atmosfera che combina azione e umorismo. All’equilibrio positivo fra queste due tonalità, sempre a rischio di dissonanza distruttiva per la tensione della vicenda, contribuiscono il disorientamento continuo di Duncan, trascinato dagli eventi e sommerso dalle rivelazioni – quindi affidatario del nostro sguardo – e le tonalità cromatiche scure o comunque spente che avvolgono le scene e trasmettono inquietudine o disagio.
Dopo l’incipit, il tratto di Mora riprende espressività e la costruzione di tavola sfrutta largamente inquadrature ravvicinate che valorizzano la recitazione dei personaggi. Gli ambienti sono resi in maniera sintetica e il colore si fa carico di creare l’atmosfera in una combinazione efficacemente espressionista, mentre accelerazioni e rallentamenti del racconto sono realizzati attraverso la costruzione della tavola, che varia da griglie regolari con vignette orizzontali che occupano l’intera striscia a composizioni per sovrapposizione, che trasmettono frenesia.
In conclusione, un debutto che, per ricchezza di temi e brillantezza narrativa, suscita grandi aspettative e curiosità, sia nello sviluppo dei personaggi, qui messi in scena in maniera brillante ma sostanzialmente funzionale alla presentazione dello scenario, sia in quello tematico: l’intreccio fra politica e mito, l’indagine sulle relazioni fra le vicende del presente e la forza e il bisogno dell’amplificazione mitica sono infatti temi cari a Gillen e che in Once & Future ritroviamo come materia prima.
Chiudiamo con un’osservazione riguardo la struttura e l’efficacia di alcuni passaggi, che nel racconto è legata a un’ipotesi forte ma ragionevole da parte degli autori sul tipo di lettore. Il titolo Once & Future riprende quello della raccolta di una serie di racconti di Terence Hanbury White – Once and future King, da noi tradotta come Re in eterno (Mondadori) – ispirati al ciclo arturiano e molto conosciuti in Gran Bretagna e Stati Uniti: si pensi che uno di questi è fra le fonti del film disneyano La spada nella roccia. Questa differenza di peso nel riferimento del titolo comporta che quelle che per il lettore italiano possono apparire rivelazioni, per l’appassionato anglosassone sono semplicemente la conferma di una dichiarazione di intenti espressa nel titolo. Su questa familiarità attesa, si basa il trattamento di quei momenti, proposti con chiarezza ma senza quella particolare enfasi che caratterizza il tipico colpo di scena e che il lettore non consapevole del riferimento potrebbe aspettarsi.
Di seguito, le copertine delle altre novità degli editori indipendenti.
Wednesday Warriors
Nella puntata #41 di Wednesday Warriors su Dimensione Fumetto, Fabrizio Nocerino ha analizzato Power of X #1.
Powers Of X trascende il talento di Hickman nel world-building, ampiamente confermato e glorificato dalle prime, incredibili cinquanta pagine di House Of X. Hickman si impadronisce di una nuova arte narrativa, il time-building, che supera il concetto spaziale per estendersi tra passato, presente e futuro. Hickman non ha alcuna voglia di correre, ma nemmeno di perdersi in chiacchiere. Supportato da artisti uniti da una visione unica, lo scrittore cura con dovizia radici cresciute nel sottosuolo mutante, con tronchi, rami, fiori e foglie che sbocciano a distanza di millenni, con ritmi perfettamente scanditi, misteri della natura da svelare e il sogno di un uomo, diventato realtà, che si espande nel corso degli anni. La costruzione di una linea temporale pretende chiarezza e, con altri dieci numeri ad attendere il lettore, il nuovo corso editoriale mutante si prepara a compiere il salto definitivo verso la nuova era-X.
LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA QUI
Per questa puntata è tutto. First Issue ritorna tra due settimane, con la puntata #53 il 18 settembre 2019.
Stay tuned!
[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover su Facebook per ogni puntata di First Issue.]