11-09-2001: Authority, la politica anti-violenza e Jim Steranko

11-09-2001: Authority, la politica anti-violenza e Jim Steranko

11-09-2001 - Seconda parte - Le conseguenze del 11 settembre 2001 su una delle serie più dissacranti, politicizzate e spettacolari del mainstream USA: Autorithy.

Mosca, prime luci dell’alba. La popolazione, ignara di quel che sta per accadere, è impegnata nelle solite attività mattiniere: consumare la colazione, prepararsi per andare a lavoro, pianificare la propria giornata. All’orizzonte, stagliato contro il sole nascente, un imponente sciame di superterroristi viaggia a velocità elevatissima verso un unico obbiettivo: la distruzione completa della città. Qualunque ostacolo viene raso al suolo: la gente urla e muore, gli edifici collassano su se stessi, le macerie inghiottono i passanti, le nubi di polvere circondano centinaia di cadaveri.

Questo è il riassunto dell’incipit, scritto in tempi assolutamente non sospetti, del primo ciclo di Authority, la serie supereroistica “rivelazione” della fine degli anni ‘90, di Warren Ellis e Brian Hitch. La serie inaugurava un nuovo modo di scrivere supereroi, per troppo tempo vincolati dagli strascichi del decostruzionismo degli anni ’80. Una ventata di aria fresca, la nuova prospettiva di vedere un gruppo di supereroi agire nel mondo moderno, alle prese con problemi legati alle complesse vicende geo-politiche, agli intrighi internazionali e ai giochi di potere che realmente animano il mondo (a dirla tutta, una versione seminale di Authority era già presente in Stormwatch, testata sempre scritta da Ellis per la Wildstorm).
Col senno di poi, è naturale che queste immagini di finzione evochino nel lettore altre scene, fin troppo reali: il parallelo con l’attentato dell’11 Settembre 2001 alle Twin Towers sorge spontaneo. Ma andiamo con ordine.

Con la gestione Ellis, l’elemento caratterizzante della serie era la violenza di massa, utilizzata in modo molto spettacolare. Ma dopo l’abbandono dello scrittore scozzese e l’avvicendamento dell’allora semisconosciuto Mark Millar alle trame, a quest’elemento se ne aggiunsero altri ben più originali e scomodi, per una pubblicazione supereroistica mainstream. Ci riferiamo all’outcoming della coppia gay Midnighter/Apollo (la cui omosessualità era già accennata, ma mai mostrata in primo piano), e a una forte connotazione politica del gruppo stesso, con prese di posizione a volte molto dure nei confronti della classe dirigente mondiale (e in particolare della politica estera statunitense), e con un modus operandi che fondeva elementi di etica no-global, militantismo estremista e terrorismo.

Ci spiega Alessio Danesi, editor del mensile Wildstorm (che presenta in Italia il meglio della produzione dell’omonima etichetta posseduta dalla DC Comics) della Magic Press:

“Nei mesi immediatamente precedenti al Settembre del 2001, Authority era una delle testate più vendute della DC Comics, soprattutto da quando Millar ne aveva parlato alla radio e alla Tv pubblicizzando il fatto che ci fossero le versioni “authorizzate” e per giunta gay di Batman e Superman. Paul Levitz, capo supremo della DC e autore della vecchia scuola non nascose mai la sua disapprovazione per la mossa commerciale di Millar”.

Intanto, il mondo fumettistico era in subbuglio per le mosse del nuovo editor-in-chief della Marvel Joe Quesada, che si era assicurato la penna di Grant Morrison sulla testata ribattezzata New X-Men.

“Morrison passò alla Marvel, e chiese al duo Quesada/Jemas una lista di disegnatori con i quali aveva già collaborato. Venne prescelto Frank Quitely che all’epoca stava iniziando la seconda parte di Mondo Nuovo/Brave New World su Authority. Quitely ricevette un’offerta misteriosa ma che non poté assolutamente rifiutare (pare sia stato pagato in anticipo, ma di questo non sono sicuro) e fuggì, trovando rifugio alla Westchester School for Gifted Youngsters. La DC intanto tergiversò un po’, aspettando di trovare il disegnatore adatto per sostituire lo scozzese Quitely… e intanto allestì una saga fill-in di quattro mesi, con i fidi collaboratori Peyer/Nguyen (Passaggio di poteri, in Italia su Wildstorm 24/27, ndA). Venne annunciato Art Adams, universalmente riconosciuto come il disegnatore più lento del mondo. Millar continuò a lavorare alle sceneggiature dei successivi episodi di Mondo Nuovo e si ammalò (un sospetto tumore poi scongiurato, ndA), ma riuscì a completare il lavoro anche grazie all’aiuto dell’amico Morrison”.

Proprio quando la maggior parte dei problemi riguardanti la testata stavano per essere risolti, sugli Stati Uniti si abbatté la tragedia dell’11 Settembre, che sconvolse l’opinione pubblica e monopolizzò l’attenzione di tutti i media.

“La DC in pieno clima 11 Settembre intervenne dapprima sulle sceneggiature e poi sulle tavole di Adams (ne arriverà a censurare più della metà), sommando ritardi su ritardi. E ad alcuni questa sembrò una mossa della DC per togliersi dalle scatole per un po’ Authority, dopo Ground Zero. Millar ormai non riusciva più a lavorare con la dirigenza DC (non dimentichiamo che fa parte della Warner che a sua volta fa capo alla AOL, una delle corporazioni più attente a mantenere un basso profilo), ma si sentì in dovere di ultimare almeno la sua storyline, e quindi andò anche lui alla Marvel (che approfittò della situazione sparando una delle mosse più discutibili degli ultimi anni, proponendo al duo Millar/Quitely di pubblicare sotto il meraviglioso marchio la storia originale di Authority, ben sapendo della impossibilità legale di fare un’operazione del genere, ma solo per fare un po’ di casino)”.

La testata, sicuramente una delle più interessanti (e remunerative) dell’intero panorama supereroistico mainstream, venne chiusa. Ma i retroscena e le censure imposte dagli alti vertici della DC comics non finirono qui, come continua a illustrare Alessio.

“Proprio nei mesi precedenti a Ground Zero, Brian Azzarello e Steve Dillon fecero una proposta per l’Authority del dopo Millar che venne immediatamente accettata dagli editor Wildstorm. Alcune voci non confermate parlavano di un’Apocalisse sulla Terra (e anche di una nuova versione di Doctor, che doveva essere Gesù Cristo resuscitato, ndA), ma quando ho parlato di questo con Azzarello lui non me lo ha confermato. Nel mese successivo all’11 Settembre, la Aol si rese conto che tra il cinema e la TV e i cartoni animati possedeva anche un settore fumetti, e bloccò tutti i progetti ancora non realizzati che avessero tematiche particolarmente violente. Addio all’Authority di Azzarello e addio a Brian Hitch e al suo speciale Authority Widescreen (che era praticamente già ultimato, ndA). I due grandi rifiutati furono poi raccolti dalla Marvel, che è riuscì a ottenere la firma di Hitch per il lancio di Ultimates e due miniserie scritte da Azzarello con Corben (Cage e Banner, ndA)”.

Authority Widescreen

Sebbene preda principale degli isterismi post-attentato, Authority non fu certo l’unica vittima in tal senso. La DC infatti bloccò un’ampia serie di ristampe ai nastri di partenza, tra cui la Doom Patrol e Flex Mentallo di Grant Morrison (opere ritenute non in linea con ciò che chiedeva il pubblico, divenuto di colpo troppo impressionabile). Nei mesi immediatamente successivi si istaurò un clima censorio alla ricerca del Politically Correct a tutti i costi, che raggiunse il suo apice con una serie di dichiarazioni a dir poco controverse e anacronistiche del noto penciller Jim Steranko, che in uno comunicato tuonò:

“Siete in pericolo! I fumetti di oggi sono pieni di brutalità, distruzione, depravazione, cinismo e oscenità” […] Personalmente, ne ho abbastanza di malvagità, soprattutto di spazzatura psicotica e nichilista spacciata per entertainment, che sta segnando il tramonto del fumetto”.

Perché tanto astio? Presto detto:

“Non ho mai pensato di essere uno dei buoni. Ma la malvagità che ho visto nel passato recente, culminata nella tragedia del World Trade Center, mi ha fatto vedere le cose da un’altra prospettiva”.

L’oggetto che scatenò le ire di Steranko era un comunicato stampa che annunciava l’uscita di The Pro, un one-shot a firma Garth Ennis, Amanda Conner & Jimmy Palmiotti, con protagonista una super prostituta.

“Se doveva essere divertente, io non ho di certo riso. Alcuni dei talenti più pubblicizzati sono così disperati da celebrare il male?”.

Steranko continuava la sua filippica incolpando i già citati autori di fare del “terrorismo culturale”, incitando i giovani a fare la loro parte e a schierarsi in questa battaglia tra il bene e il male.

“Alzatevi e combattete per l’etica, i valori e gli ideali in cui credete. Altrimenti, vi meritate qualsiasi cosa vi accada, e non sarà piacevole”.

Inutile dire che The Pro (edito in Italia dalla Magic Press prima e Planeta DeAgostini poi) si rivelò un fumetto innocuo, pieno di gag divertenti (e di cattivissimo gusto, come nella tradizione di Ennis), e per quanto possibile persino vicino alle idee di Jim Steranko (la protagonista, alla fine, si sacrifica per il bene del mondo, non prima di aver sparato un discorso sui veri eroi paurosamente simile al comunicato divulgato da Steranko), a cui gli autori hanno voluto ironicamente dedicare il volumetto.

Chiamate alle armi a parte, immediatamente dopo Ground Zero si verificò una repentina diminuzione delle scene di violenza e delle scazzottate tanto care al genere supereroistico. Alcune testate che avevano già imboccato una strada simile, accentuarono la loro connotazione non violenta:

“Sento di aver avuto ragione a vedere gli X-Men come un’organizzazione di soccorso ed emergenza, qualcosa che avevo pianificato ancor prima degli avvenimenti dell’11 Settembre, quindi la decisione di adottare un tono più pacifista mi sembra corretta”

dichiarò Grant Morrison a proposito dei suoi.

“E necessario un ritorno alla normalità altrimenti avranno vinto loro”.

ha affermato successivamente Mark Millar.

Millar mette in pratica subito il suo proposito, facendo saltare in aria il ponte di Brooklin in Ultimate War 1, in Italia sul numero 5 di Ultimates, edizioni Panini Comics. Tutto come prima? Beh, quasi. Se la morbosa attenzione alla sensibilità altrui e le forzature pacifiste hanno abbastanza velocemente abbandonato il mondo dei comics mainstream, rimane il rammarico per quello che poteva essere Authority: lo strano mix di politica, superterrorismo ed eroi no-global è andato perso con l’ultimo rilancio della testata, ad opera di uno sconosciuto dal cognome illustre, Rob Morrison, che ci offre un’interpretazione riveduta e (politicamente) corretta del superteam sovversivo.
Ci spiega ancora Alessio:

“Non credo che la recente incarnazione di Authority sia semplicemente censurata. Credo che sia un’altra Authority scritta da Rob Morrison che ha interessi e modi di intendere la sceneggiatura diversi da quelli di Millar, così come Millar aveva un diverso approccio rispetto ad Ellis. Già il fatto che una serie come quella di Engineer e soci sia stata ripresa testimonia il fatto che a livello di entertainment in America qualcosa è cambiato”.

L'Autorithy di Rob Morrison

E Millar, colui che aveva dato inizio a tutto, come se la passa (ponte di Brooklin a parte)? Abbiamo già detto del suo rifugio alla Marvel, dove, tra i tanti progetti, ha iniziato a scrivere Ultimates, per tanti versi l’erede naturale di Authority.
A un primo impatto, però, Ultimates sembra spoglio della carica critica della vecchia Authority: non mancano considerazioni anche acide sull’american way of life e sul mondo dello show business statunitense, ma la sensazione è quella di leggere un titolo di totale intrattenimento, privo del sottotesto eversivo con cui Millar riempiva le pagine del titolo Wildstorm.
Ma di recente l’autore scozzese ha ricominciato a fornirci (gradualmente) la sua opinione nei confronti della situazione politica internazionale: sempre nella miniserie Ultimate War (Ultimates 5-6, Panini Comics) Millar offre ai lettori più smaliziati (e che siano a conoscenza del passato di militante di sinistra dello scrittore) un interessante parallelo mutanti/musulmani e una personale interpretazione della crisi relativa all’11 settembre, criticando velatamente la politica antiterrorismo degli Stati Uniti e il campo di “concentramento” per terroristi di Guantanamo Bay.

“Millar e l’attuale dirigenza Marvel non sono favorevoli all’operato di Bush e alle sue volontà neo-colonizzatrici. Basti pensare alla miniserie pacifista 411 (con contributi di Millar, Mack, Quitely, Bendis e dello stesso presidente Marvel Bill Jemas, ndA) che dovremmo vedere nel 2004”.

puntualizza l’editor italiano di Ultimates, Cristiano Grassi.

Riferimenti:
www.thehigherauthority.com
le tavole censurate di Brave New World.
www.continuitypages.com/authority27.htm
un interessante articolo comparativo sulle censure ai disegni di Art Adams.
www.geocities.com/Area51/Nebula/8650/terror.html
il comunicato di Jim Steranko.

(continua…)

Originariamente pubblicato sul sito prospettivaglobale.com nel 2003, per concessione dell’autore.

Dove possibile e necessario si è intervenuti per contestualizzare temporalmente i contenuti.

1 Commento

1 Commento

  1. arch.mabe

    30 Gennaio 2011 a 10:00

    Un ottimo articolo che fa molta chiarezza sulle vicissitudini di Autorithy.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *