11-09-2001: Non per la gloria

11-09-2001: Non per la gloria

11-09-2001 - Settima ed ultima parte di questo speciale sul fumetto post-11 settembre. Concludiamo con le parole di Roberto Recchioni, uno dei pochi autori italiani ad aver parlato con un proprio racconto di questa tragica vicenda.

L’influsso dell’11 settembre si è fatto sentire anche nelle produzioni fumettistiche nostrane, sebbene gli interventi, a parte le manifestazioni di cordoglio e le illustrazioni commemorative della prima ora, siano stati veramente esigui.

Inutile dire che il fumetto popolare italiano preferisce stare alla larga da ogni forma di coinvolgimento (come ha sempre fatto)

Così afferma Roberto Recchioni (conosciuto in tutta la rete con il nome di RRobe), autore completo del breve racconto Non per la gloria, pubblicato su Lanciostory 47 del 2001, Eura Editoriale: praticamente l’unica riflessione italiana a fumetti sugli eventi del WTC. Ma RRobe è anche (in quanto ex supervisore di testate come Wildstorm e Cliffhanger per la Magic Press) un acuto osservatore del mercato fumettistico americano, e così abbiamo chiesto anche a lui di esporci le sue opinioni.

INTERVISTA A ROBERTO RECCHIONI

Che influenze ha avuto, secondo te, l’11 settembre nel mondo fumettistico americano?
In superficie, molte. Si è arrivati a modificare intere tavole per ‘cancellare’ le Torri Gemelle o a snaturare intere storyline per aderire al nuovo corso politico. Basti pensare ai cambiamenti subiti dalla figura di Lex Luthor, attualmente presidente degli Stati Uniti nell’universo DC, che da cattivo senza redenzione adesso è diventato una sorta di buon presidente che fa la cosa giusta per la sua nazione… ma del resto, la Warner Bros fa parte del gruppo AOL e in AOL ha le mani in pasta il rampollo di Dick Cheney…
A livello profondo però, direi che è cambiato poco. Pochi fumetti si sono veramente interrogati sullo stato delle cose nel post 11 settembre e ancora meno hanno fatto un analisi veramente approfondita.
Nell’ambito mainstream, una delle cose meglio riuscite è forse la nuova serie di Capitan America che, per essere una serie americana scritta in un momento difficile, prende posizioni forti e potenzialmente rischiose. Certo… per noi europei è una storia all’acqua di rose, ma in ambito americano è una bella mazzata sui denti.

E tu, in che modo sei stato influenzato dagli eventi di Ground Zero?
Nella mia piccola sfera personale, l’11 settembre mi ha messo a disagio nel trattare la violenza (cosa strana per me) e mi ha fatto riflettere a lungo sulla figura dell’eroe e di quello che dovrebbe rappresentare (“Non per la Gloria” è un fumetto che parla principalmente di questo)… ma in linea generale non mi è capitato di legere riflessioni serie su quanto successo dall’11 settembre in poi… e invece ce ne sarebbe un grosso bisogno, specie per arginare questo clima di terrore e paura che gli Stati Uniti stanno diffondendo per il globo. In questo, sposo in pieno la teoria di Michael Moore (il regista di Bowling for Columbine, ndA).

Dopo due anni, si sta ritornando alla normalità, oppure perdurano le influenze di quegli avvenimenti?
A mio avviso i fumetti se ne sono lavati le mani in meno di sei mesi. Una storiellina piagnucola con l’Uomo Ragno che deve giustificare il fatto di non essere stato presente e poi via di nuovo tutti a pestarsi l’uno con l’altro.
L’unica serie che avrebbe potuto dire qualcosina sull’argomento è Authority, ma è stata ammutolita subito dopo i fatti delle Torri Gemelle.

link utili
www.tedrall.com
Il sito di Ted Rall, contiene articoli e fumetti del giornalista/cartoonist politico.
www.tcj.com/247/e_giuffo.html
L’articolo del The Comics Journal su Ted Rall.
cagle.slate.msn.com/politicalcartoons/PCcartoons/inzana.asp
Random Propaganda di Ryan Inzana
www.ubcfumetti.com/monitor/a022a.htm
la recensione di Non per la gloria e di altri racconti di Roberto Recchioni.

CONCLUSIONI

Come testimoniano i molteplici e non allineati interventi riportati nell’articolo, affermare in che modo l’11 Settembre abbia influenzato il mercato e l’ambiente fumettistico d’oltreoceano non è affatto semplice. Si possono soltanto fare delle ipotesi, e rafforzarle con l’aiuto dei dati raccolti fino a questo momento.
E’ possibile ricreare, per puro scopo di intrattenimento, scene simili a quelle concernenti i tragici avvenimenti, anche se una volta erano molto diffuse? Il lettore, alla luce dei fatti esposti sopra, potrà farsi una sua idea.
Chi scrive è convinto che sia lecito e onesto attingere alla cultura popolare, per creare storie, situazioni, arte. Il fumetto è un medium che si è sempre cibato di cultura pop, e, nel bene e nel male, l’11 settembre e quello che ne è derivato sono entrati a forza nell’immaginario collettivo americano (e internazionale).

Ground Zero sembra aver avuto effetti contrastanti sui trend fumettistici: se da un lato si è accelerato, in campo indipendente ma con significative eccezioni supereroistiche come Ultimates e Capitan America, verso tematiche più realistiche e legate al contesto socio-politico-economico mondiale, dall’altro proprio la progenitrice mainstream di questo tipo di fumetto, Authority, ha subito un brusco rallentamento. E molti scrittori di riferimento del mercato delle super-calze, come dice giustamente A. Daniel Lewis, hanno preferito distogliere l’attenzione da argomenti scottanti e concentrarsi su soggetti prettamente fantascientifici.

Le maggiori ripercussioni, come sempre, si possono notare al livello del fumetto indipendente, che purtroppo ha una limitatissima distribuzione e un’audience ancora minore. L’11 settembre ha aperto varie prospettive sul fumetto statunitense: molte, purtroppo, hanno avuto vita breve, si sono trasformate, o sono state definitivamente chiuse. Altre continuano a esistere, come annota lucidamente Art Spiegelman nell’ultima tavola del suo L’ombra delle torri:

Subito dopo l’11/09/2001, [..] molti si sono rifugiati nella poesia. Altri hanno cercato sollievo nei vecchi fumetti dei quotidiani.

Originariamente pubblicato sul sito prospettivaglobale.com nel 2003, per concessione dell’autore.
Dove possibile e necessario si è intervenuti per contestualizzare temporalmente i contenuti.

2 Commenti

1 Commento

  1. recchioni.roberto

    9 Marzo 2011 a 13:07

    Faccio però notare una cosa: la breve intervista riportata è piuttosto vecchia e molte cose sono cambiate o sono diventate più chiare, da allora. Il mio discorso, come tanti altri, andrebbe aggiornato.

  2. la redazione

    9 Marzo 2011 a 14:03

    Verissimo.
    Infatti abbiamo cercato di evidenziare chiaramente che si tratta di un approfondimento “datato”.
    Nonostante ciò, mantiene molti spunti interessanti: lo scopo era che non venisse perso per la sparizione del sito di origine.
    Ce n’è tanto di materiale che andrebbe salvato dall’oblio, non tanto siti “fermi”, quanto alcuni chiusi e non più raggiungibili…

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