é il 2 giugno 1940: sui quotidiani americani debutta la comic section, un nuovo tipo di supplemento, frutto dell’ibridazione tra i preesistenti domenicali (costituiti da tavole più corpose e a colori diversamente dalle strip settimanali) e gli emergenti comic book che, nati come semplici raccolte dedicate alle storie dei personaggi più famosi, si avviavano a diventare il mercato principale del fumetto americano. Il nuovo supplemento unisce le caratteristiche dei due formati presentando storie complete di più personaggi e non più semplici episodi dei vecchi characters, con la differenza di rivolgersi principalmente al pubblico adulto che acquista i quotidiani rispetto ai comic book per lo più destinati al pubblico infantile. La possibilità di rivolgersi ad un target più maturo diventa la molla che spinge il già affermato titolare di uno studio che realizza comics per diversi mercati a voler tentare la sorte.
Artefice di questo esperimento è Will Eisner, che per la section ha creato tre personaggi che si divideranno le sedici pagine del supplemento, l’eroina Lady Luck con storie di quattro pagine, il mago Mr. Mystic che avrà a disposizione cinque pagine e il personaggio principale che occuperà le restanti sette pagine: The Spirit, il detective creduto morto.
Eisner ha ottenuto totale libertà creativa per quanto concerne storie e personaggi, l’unica condizione impostagli dai committenti è l’utilizzo di un personaggio mascherato, imposizione che l’autore accetta a modo suo evitando in primis di far indossare al suo personaggio un costume da supereroe. Spirit nasconderà la sua identità solo grazie ad una mascherina (indossata solo alla fine della prima storia), che diventa presto una seconda pelle, lasciando intravedere le sopracciglia e tutti gli altri tratti del viso, consentendo così al personaggio di poter recitare al meglio sfruttando tutte le espressioni facciali.
La libertà che ha spinto l’autore ad accettare la sfida si esprimerà dapprima nella scelta di raccontare storie libere da ogni vincolo, lasciando spesso il titolare della serie a fare da spalla o da comparsa nelle vicende di altri personaggi, siano essi i suoi comprimari, il piccolo Ebony su tutti, sia che si tratti di personaggi destinati a vivere solo per una storia, ma non per questo effimeri, tutt’altro. Eisner crea decine di characters, ora tragici, ora comici, spesso patetici e comunque tutti memorabili: si va da Gerhard Schnobble protagonista della storia più famosa, e più amata dal suo autore, ai vari criminali (il Dottor Cobra, Squid, il misterioso Octopus) per finire poi con le affascinanti e pericolose dark ladies (Silk Satin, P’Gell, Lorelei Rox, Sand Saref e tante altre, tutte con i grandi occhi di Bette Davis), pronte a tutto per perseguire i loro scopi.
E visto che anche l’occhio vuole la sua parte ben presto anche i disegni si avvieranno verso uno stile più piacevole e maturo, adottando prospettive ed inquadrature inedite, fatte di tagli di luce espressionisti e geometrie urbane realistiche ed oniriche allo stesso tempo, e soprattutto utilizzando lo stratagemma della splash page, l’illustrazione a piena pagina (anche se a volte suddivisa in vignette) che oltre a sopperire alla funzione di copertina, inesistente nella comic section, introduce il lettore al clima della storia, diventando ben presto una galleria di originalità e una palestra di soluzioni innovative.
Ovviamente tutti questi elementi si manifesteranno col tempo, sia l’inventiva grafica che le nuove tecniche di narrazione usate saranno il frutto di un’attenta ricerca portata avanti da Eisner e dal suo team di assistenti, ma già nel primo volume de Gli archivi di Spirit è possibile identificare gli elementi che col tempo faranno diventare la serie oggetto di culto, prima tra gli autori di fumetti, che riconosceranno ad Eisner il merito di aver creato nuove strade e aver allargato i confini del mondo del fumetto, e poi, soprattutto, dai lettori di tutto il mondo. Ci vorrà un po’ di tempo prima che la serie diventi contemporaneamente scuola e palestra per il pubblico e gli addetti ai lavori, soprattutto a causa della lunga assenza del suo creatore, dovuta all’arruolamento nell’esercito, che lo terrà lontano per tre anni dal suo personaggio. All’inizio di questo periodo Eisner riuscì comunque a continuare la sua collaborazione alla serie scrivendo alcune storie e riuscendo anche a disegnarne alcune altre, ma ben presto gli impegni della vita militare gli impedirono di portare avanti la sua creatura, affidandola alle cure del suo studio. Ma se inizialmente la qualità era all’altezza del lavoro svolto fino ad allora, pian piano la serie si trasformo’ in una banale e ripetitiva serie poliziesca, raramente venata dai toni di commedia, tragedia e ironia tipici di Eisner. Anche la qualità grafica decadde di pari passo, le splash page vennero quasi abbandonate e le poche che di tanto in tanto facevano capolino non erano altro che vignette più grandi del normale, quasi sempre prive di ogni minimo effetto drammatico, comico, grottesco o anche puramente visivo che non fosse già stato visto in precedenza.
In poche parole quindi la serie perse tutte le caratteristiche che l’avevano, e la rendono tuttora, degna di essere ricordata.
Tutto questo duro’ fino al dicembre del 1945, quando Eisner torno’ in pianta stabile alle redini della sua creatura e, forte dell’esperienza acquisita durante gli anni nell’esercito, inizio’ la serie di capolavori che di lì a poco avrebbero fatto la storia del fumetto.
Il progetto editoriale
Nata ad opera della DC Comics nell’ambito del progetto Will Eisner Library, destinata a ristampare e a tenere sempre disponibili sul mercato le opere dell’autore, The Spirit Archives è la riproposizione cronologica di tutte le avventure del personaggio, dalla sua creazione in poi. Ogni volume presenta sei mesi di storie, tranne il primo che raccoglie tutte quelle uscite nel 1940.
Essendo ancora in corso di pubblicazione anche negli Stati Uniti, è ancora presto per sapere se la collana ristamperà anche le sporadiche storie di Spirit apparse dopo la chiusura della serie avvenuta nell’ottobre del 1952, tra cui l’ultima uscita postuma in questi mesi che vede il detective creduto morto incontrare l’Escapista, il personaggio creato da Michael Chabon per il suo romanzo Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay.
L’edizione italiana, ad opera della Kappa Edizioni, è praticamente identica a quella originale, forse persino leggermente superiore nella qualità della carta e della rilegatura, ma ne presenta anche gli stessi difetti, a partire dall’alto prezzo dei volumi, 48 euro rispetto ai 49,95 $ dell’edizione americana. Tale prezzo purtroppo impedisce a molti lettori di poter acquistare i volumi, anche se la scelta della Kappa Edizioni di stampare la serie più o meno su richiesta è di garanzia per gli acquirenti che la collana verrà portata a termine.
L’altro grosso difetto è quello che in molte altre collane analoghe verrebbe definito un pregio, cioé il fatto di presentare le storie in ordine rigorosamente cronologico, costringendo così i lettori ad una lunga attesa per poter vedere finalmente ristampate i capolavori che hanno fatto la Storia del fumetto.
Come detto più sopra infatti Will Eisner abbandono’ la serie per tre anni durante la Seconda Guerra Mondiale, lasciando la gestione della comic section in mano ai suoi assistenti, causando così un sempre più sensibile calo qualitativo delle storie.
Per ovviare a questo inconveniente Kappa Edizioni ha scelto di variare l’ordine d’uscita dei volumi, alternando i volumi contenenti materiale di Eisner a quelli contenenti le storie uscite negli anni dal 1943 al 1945. Secondo questo nuovo ordine, dopo l’uscita del volume 6, uscito in questi giorni, a dicembre uscirà il volume 12, di nuovo ad opera di Eisner dopo il suo ritorno alle redini della serie, poi il volume 7, a seguire il volume 13 e così via fino al ricongiungimento.La Kappa Edizioni non esclude nemmeno la possibilità di accelerare la pubblicazione della collana portando la periodicità da due a tre volumi l’anno.Resta comunque il dubbio che gli stessi lettori, disposti a spendere 48 euro per un volume di storie di Will Eisner, siano disposti a spendere la stessa cifra per materiale di qualità non sempre altrettanto elevata.
Gli Archivi di Spirit 1: 2 giugno 1940 – 29 dicembre 1940
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 240 pagg. col. cart.- 48,00 euro
Il primo volume della serie presenta il primo anno di vita di Spirit, e pur mostrando già alcuni tratti interessanti si rivela essere quasi una delusione per chi conosce il personaggio, abituato all’inventiva e all’originalità delle splash page che più avanti diventeranno uno dei tratti distintivi della serie. Certo c’é già qualche storia che mostra l’intenzione di Eisner di affrontare tematiche più adulte, soprattutto dal punto di vista narrativo, ma nel complesso questo volume ha un’importanza perlopiù storica.
In queste prime storie Spirit non ha ancora preso una direzione ben precisa. Pur con tutti i distinguo del caso, il personaggio è ancora molto vicino alle tematiche dei classici eroi dei fumetti, anche lui con il suo nascondiglio segreto (il laboratorio sotto il cimitero di Wildwood che negli anni assumerà una dimensione decisamente più domestica) e i suoi gadget (l’autoplano, auto volante in grado di portare il suo costruttore in ogni parte del mondo, e che verrà fortunatamente messo da parte in breve tempo).
Anche se da subito è percepibile una certa dinamicità e ricerca, individuabili soprattutto nel layout e nella costruzione delle tavole, lo stile grafico è ancora lontano dal segno morbido e affascinante che diventerà in seguito, risultando ancora nervoso e legato al tratto utilizzato nei comic book dell’epoca per cui Eisner e il suo staff avevano lavorato fino ad allora. Tra le storie si segnalano soprattutto Orango l’uomo scimmia e il suo seguito, Il ritorno di Orango storia di una scimmia che uno scienziato ha fatto evolvere fino ad avere una coscienza di sé superiore a quella di molti esseri umani e della sua conseguente inutile ricerca di un posto nel mondo degli uomini o delle bestie. Inoltre troviamo anche una delle prime splash page e The Christmas Spirit of 1940, prima di una serie di storie natalizie che verranno abbandonate durante l’assenza di Eisner e che verranno riprese solo al suo ritorno nel 1945 (The Christmas Spirit of 1945 è la prima storia del dopoguerra realizzata da Eisner).
Completano il volume tre introduzioni: la prima ad opera di Will Eisner compie un breve excursus sulla sua vita negli anni in cui creo’ The Spirit, la seconda di Alan Moore, pubblicata originariamente per una ristampa inglese degli anni ’80, dove il grande autore inglese riconosce il suo debito nei confronti di Eisner ed infine una di R.C. Harvey che ripercorre la storia del personaggio.
Gli Archivi di Spirit 2: 5 gennaio 1941 – 29 giugno 1941
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 224 pagg. col. cart. 48,00 euro
Il 1941 comincia già a mostrare i segni di ciò che Spirit sarebbe diventato nel corso degli anni, il disegno si fa più preciso e il tratto si addolcisce progressivamente, i personaggi cominciano ad assumere le loro fisionomie definitive, soprattutto Ebony ed Ellen Dolan. Anche le storie diventano sempre più spesso commedie in cui Spirit fa da spalla all’uno o all’altro dei suoi comprimari.
In questo volume si segnalano le storie “Dead Duck” Dolan e Agenzia investigativa Ellen Dolan, due commedie aventi per protagonisti rispettivamente il padre e la figlia del commissario Dolan, e Il delitto perfetto di Croaky Andrew, racconto di un criminale sfuggito a Spirit e della sua ossessione paranoica di essere catturato. Di questa storia verrà fatto un remake nel 1947. Comparando le due versioni sarà possibile verificare l’avvenuta maturazione artistica di Eisner; infatti, pur funzionando perfettamente anche nella sua versione originale, il remake si rivela molto più complesso stilisticamente e scritto con maggiore approfondimento psicologico.
Inoltre il debutto della prima delle femmes fatales destinate a tornare e che negli anni si contenderanno le attenzioni di Spirit, Silk Satin, che fa il suo esordio come ladra per poi diventare in seguito spia al servizio degli Alleati durante la guerra.
Infine La storia del dittatore pentito, in cui un volutamente riconoscibilissimo, se pur anonimo, Adolf Hitler compie un viaggio in America e dopo aver avuto a che fare con la gente comune capisce i suoi errori e torna in patria con l’intenzione di far cessare la guerra (siamo nel 1941, sei mesi prima che gli Stati uniti entrino nel conflitto mondiale). Il suo pentimento pero’ è destinato a non portare frutti: dopo aver comunicato le sue intenzioni allo stato maggiore il dittatore viene ucciso e sostituito da un sosia, una nuova pedina nelle mani di chi vuole la guerra a tutti i costi. Una storia emblematica scritta da un autore che più tardi si arruolerà per fare la sua parte in un conflitto causato dall’uomo che ha ritratto in maniera così poetica.
Apre il volume un’introduzione di Dave Gibbons mentre in coda troviamo una bibliografia completa di tutte le opere di Eisner al di fuori di Spirit.
Gli Archivi di Spirit 3: 6 luglio 1941 – 28 dicembre 1941
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 224 pagg. col. cart. – 48,00 euro
Le storie di questo volume sono quasi all’altezza degli standard qualitativi che la serie avrebbe raggiunto del dopoguerra. Testi e disegni hanno ormai trovato un ottimo bilanciamento e non hanno quasi nulla da invidiare a quelli che li seguiranno di lì a qualche anno.
Ormai il divario qualitativo tra i vari racconti è pressoché minimo e sono altri i motivi che rendono li rendono degni di segnalazione, come gli stratagemmi narrativi che caratterizzano L’uomo più vecchio del mondo, in cui due uomini del futuro trovano una delle Spirit section e leggono l’avventura che vi è stampata, con tanto di finale a sorpresa, o L’ultimo dei menestrelli, narrata in forma di piece teatrale con ogni pagina che rappresenta un atto della commedia. Infine le ultime due storie del volume, Sonata militare n.1, primo episodio di quella che sarebbe diventata una breve serie nella serie di storie dedicate all’esercito, e The Christmas Spirit of 1941 caratterizzate dal patriottismo e dall’esaltazione della vita militare e dello sforzo bellico, del tutto naturali all’indomani del bombardamento di Pearl Harbour.
L’introduzione di Tom Heintjes analizza brevemente la psicologia dei personaggi ricorrenti più noti, mentre in chiusura del volume si trova la cronologia completa delle Spirit section.
Gli Archivi di Spirit 4: 4 gennaio 1942 – 28 giugno 1942
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 224 pagg. col. cart. – 48,00 euro
Con la pubblicazione di questo volume ci si avvicina alla fine del primo periodo di Eisner sulle pagine di Spirit. Nel mese di maggio l’autore si arruola; nei primi tempi riuscirà a continuare a seguire la sua creatura, anche se con meno regolarità, scrivendo e riuscendo anche a disegnarne alcune storie, ma ben presto sarà costretto a cedere il testimone ai suoi collaboratori: sarà Lou Fine a sostituire Eisner alle matite delle storie che saranno scritte da numerosi autori.
Tutto ciò non incide sull’elevata qualità di questo volume: a spiccare è soprattutto Autoritratto, in cui il cartoonist Will Eisner, a cui Spirit deve raccontare la sua ultima avventura per consentirgli di realizzare la consueta storia settimanale, si trova coinvolto nell’avventura stessa, con un gangster che cerca di soffiargli il mestiere e i cui disegni verranno apprezzati più dei suoi.
Prosegue e si conclude col terzo episodio la serie Sonata militare abbandonata dai successori di Eisner come accadrà per il filone The Christmas Spirit, che verrà pero’ ripreso nel 1945.
Le storie di questo volume sono caratterizzate da un’abbondanza di situazioni legate, com’é facilmente comprensibile, alla Seconda Guerra Mondiale. Impegnato soprattutto sul fronte interno, Spirit si trova a dover sventare i piani di spie e sabotatori, viene reclutato dai servizi segreti americani e si ritrova a dover collaborare, suo malgrado, con una vecchia conoscenza al servizio degli inglesi, l’affascinante Silk Satin. I due si troveranno ad essere alleati per forza e tra le imprese che dovranno affrontare ci sarà il salvataggio e, per breve tempo, l’adozione di un neonato erede al trono di uno dei paesi europei funestati dalla guerra.
Nella sua introduzione, Frank Miller racconta di un lungo colloquio con Will Eisner sui rapporti tra cinema e fumetto e sulla assoluta parità di possibilità narrative che caratterizzano entrambe le forme d’arte.
Gli Archivi di Spirit 5: 5 luglio 1942 – 27 dicembre 1942
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 224 pagg. col. cart. – 48,00 euro
Questo volume segna anche l’inizio del temporaneo, e soprattutto relativo, declino della serie dovuto all’assenza del suo creatore. Inizialmente pero’ il distacco non si avverte quasi, in molte delle storie si avverte ancora il tocco di Will Eisner e i disegni del suo principale sostituto, Lou Fine, sono spesso praticamente indistinguibili da quelli del suo predecessore.
Tuttavia è l’atmosfera stessa ad essere diversa, a volte a causa dei disegni leggermente più approssimativi del solito, altre a causa di sceneggiature, seppure non disprezzabili, prive dell’originalità e del riconoscibile tocco personale di Eisner.
Tra le storie di questo volume salta subito agli occhi M-U-R-D-E-R, in cui tutte le pagine tranne la prima e l’ultima sono dedicate ad una delle lettere che compongono la parola Murder, cosicché didascalie e dialoghi di ogni pagina sono costituiti da parole che iniziano con la relativa lettera, in un esercizio stilistico di allitterazione impressionante che la traduzione italiana ha saputo rendere ottimamente.
Inizia inoltre la serie di storie dedicate ad Halloween con The Hallowéen Spirit of 1942 in cui Eisner compare di nuovo come personaggio.
Ron Goulart, autore dell’introduzione di questo volume, analizza il lavoro dei sostituti di Eisner, gli sceneggiatori Manly Wade Wellman e Bill Woolfolk e, soprattutto, la carriera del disegnatore Lou Fine.
Gli Archivi di Spirit 6: 3 gennaio 1943 – 27 giugno 1943
di Will Eisner e AAVV
Kappa Edizioni – 228 pagg. col. cart. – 48,00 euro
Nel 1943 Will Eisner era altrove e la cosa comincia a farsi sentire sulla qualità della serie. Le poche storie cui il creatore di Spirit mette mano in questo periodo spiccano sulle altre in maniera evidente anche al pubblico meno attento. Le splash page si fanno sempre più rarefatte, ma non è certo l’unico inconveniente; anche il layout delle vignette e la scelta delle inquadrature si vanno lentamente banalizzando.
Non che il livello di queste storie sia basso, tutt’altro, si tratta comunque di un buon lavoro, ma quello che per molti altri fumetti poteva essere un ottimo punto d’arrivo, per Spirit diventa un deludente regresso.
Anche dal punto di vista narrativo il giudizio resta invariato, Manly Wade Wellman e Bill Woolfolk, autori della maggior parte di queste storie, non vanno oltre l’onesto mestiere e la buona riproposta degli stilemi eisneriani.
Anche in queste storie si respira l’atmosfera dell’epoca, caratterizzata dalla guerra e dalla necessità di supportare in ogni modo lo sforzo bellico, sia recuperando i materiali necessari per costruire le attrezzature, nella storia I super spazzini di Spirit, sia aiutando direttamente i soldati al fronte come accade in Tony Zacco.
Si segnalano soprattutto i racconti nella cui realizzazione è possibile riconoscere il tocco di Eisner, anche se solo in veste di soggettista, come L’ultimo miglio, storia della misteriosa vendetta di un uomo morto sulla sedia elettrica, e La maledizione del rubino, dove Spirit sfrutta la presunta maledizione che grava su un gioiello per assicurare alla giustizia un assassino.
L’introduzione di questo volume è opera dello stesso Eisner, nella quale l’autore racconta il suo periodo sotto le armi e di come lasciò gradualmente la gestione di Spirit nelle mani di Lou Fine mentre si dedicava alla realizzazione di fumetti per l’esercito, creando il Soldato Dogtag, una strip umoristica sulla vita nell’esercito pubblicata su The Flaming Bomb, la rivista del campo di addestramento di Aberdeen dove Eisner era stanziato, e Joe Dope serie creata per la rivista Army Motors che istruiva i soldati sulla corretta manutenzione del loro equipaggiamento. Completano l’introduzione alcune tavole e strisce dei personaggi citati, unitamente ad alcune strisce di General Poop, serie umoristica creata per i syndacates, di seguito rifiutate per il ritratto troppo controverso che davano del generale protagonista della strip.
Completa il volume la prima parte della bibliografia italiana della produzione di Will Eisner. La seconda parte dedicata alla bibliografia italiana di Spirit apparirà sul volume n.7.
Riferimenti:
Kappa Edizioni – www.kappaedizioni.it
Will Eisner, the official home of comics’ master storyteller – www.willeisner.com
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