Stranalandia evidenza

Gli stranimondi di Stefano Benni

24 Settembre 2025
Celebriamo l'arte di Stefano Benni con uno dei suoi romanzi più fumettistici: Stranalandia!

Era il 10 novembre del 2009 quando ebbi il piacere e l’onore di incontrare Stefano Benni. Era a Milano, alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, per presentare Pane e tempesta, uscito proprio in quel periodo.

Benni era una persona squisita e disponibile, oltre che dall’umorismo sempre pronto, proprio come appariva nei suoi libri. Ebbi modo di scambiare quattro chiacchiere con lui, oltre a ricevere la firma per la mia copia di Pane e tempesta, e quando gli dissi che avevo scritto una recensione di Stranalandia per il blog scientifico che scrivevo all’epoca, Science Backstage (in quel periodo stava su un’altra piattaforma: storia lunga…), subito associò il mio riferimento alla recensione che gli aveva girato il suo più stretto collaboratore, che gestiva il suo sito. E soprattutto mi disse una frase difficile da dimenticare (io la presi come un complimento):

E’ strano quel sito!

Non mi occupavo solo di scienza, ovviamente, e comunque non solo di fisica e matematica, ma c’erano anche fumetti e letteratura, un bel mix che in effetti poteva sembrare inaspettato. Ad ogni buon conto non sto scrivendo queste righe, che seguono quelle che ho già scritto su SciBack, per raccontare di quell’esperienza, ma per ricordare con il massimo affetto uno dei miei scrittori preferiti, non solo dell’adolescenza, ma ancora adesso.

E per meglio celebrarlo voglio ri-pubblicare qui sul Cappellaio proprio quella recensione di Stranalandia, libro particolare, che su DropSea ho definito come l’incontro tra Guida galattica e l’evoluzione, che era completato dai disegni di Pirro Cuniberti.

Spero di poter pubblicare altri articoli dedicati a Stefano Benni, nei prossimi mesi: d’altra parte la sua passione per i fumetti, nonché la sua amicizia con Andrea Pazienza, erano cose abbastanza note.

Per intanto avviamoci verso l’isola di Stranalandia!

Animali strani e dove incontrarli

Stranalandia mappa
La mappa di Stranalandia

Nell’aprile del 1909, nell’Aula Magna dell’Università di Buenos Aires dove era in corso un congresso sull’evoluzione, Achilles Kunbertus e Stephen Lupus dell’Università di Edimburgo, presentano i risultati della loro ricerca, durata tre anni e iniziata il 16 giugno del 1906 sull’incredibile isola di Stranalandia (così i due eminenti evoluzionisti hanno battezzato l’isola).

La leggenda narra che i due figli di Albione, unici superstiti del naufragio della nave di Sua Maestà Loong, vennero catapultati direttamente all’interno dell’Aula Magna a causa di una potentissima esplosione causata dal vulcano di Stranalandia: questo insolito episodio viene preso come prova dagli scettici per dimostrare l’inesistenza dell’isola, poiché nei dintorni di Buenos Aires nessuna isola è stata ritrovata, almeno non corrispondente alla relazione scientifica di Kunbertus e Lupus. Gli stranalandisti, invece, decisamente la maggioranza, non si sono fatti scoraggiare dagli infruttuosi risultati delle ricerche dell’isola, osannando anzi i risultati dei due sudditi di Sua Maestà e portandoli come prova della potenza della teoria dell’evoluzione.

In ogni caso la scoperta di Kunbertus e Lupus col tempo, anche a causa della scarsità di dettagli sulle vicende legate alla sparizione dei due evoluzionisti, si era ammantata di leggenda e gli scettici sembravano aver vinto la partita, almeno fino a 25 anni fa quando Stefano Benni e Pirro Cuniberti hanno dato alle stampe, proprio in ottobre, la relazione scientifica di Kunbertus e Lupus, opportunamente redatta per renderla comprensibile all’uomo di fine XX secolo.

Benni e Cuniberti, che ha illustrato l’edizione moderna partendo dagli schizzi contenuti nella relazione, hanno realizzato con cura certosina un serio e importante trattato scientifico che ha posto a suo tempo nuova luce sui meccanismi dell’evoluzione diventandone, a tutti gli effetti, co-autori insieme a Kunbertus e Lupus: c’è sicuramente da ricordare al lettore di quest’umile articolo che le informazioni contenute nel trattato, noto con lo stesso titolo dell’isola, Stranalandia, hanno consentito un balzo di conoscenze evolutive incredibile in questi ultimi 20 anni, profondamente influenzati proprio dalle scoperte dei due evoluzionisti edinburghesi.

Stranalandia prontosauro
Il prontosauro

Immergiamoci, però, nel vivo del trattato, raccontando alcuni fatti salienti:

L’isola, abitata da un unico essere umano (se così si può dire) di nome Osvaldo, mentre il resto dell’isola è popolato da animali quantomeno strani, come il leometra, leone in giacca e cravatta e munito di metro, o il maialino volante, un nome una garanzia.

La comunità scientifica, in particolare, è rimasta colpita dalla gallina intelligente, che dagli appunti dei due professori pare passasse molto tempo immersa nella lettura: molti degli esperimenti sulle galline in questi ultimi anni sono volti al tentativo di riprodurre in laboratorio questo straordinario risultato, ma finora con ben scarsi successi (come si può notare dai palinsesti televisivi). Interessante, per i meteorologi, il Birone, animale dal collo lunghissimo utilizzato dagli autoctoni per le previsioni meteo. Con grosse implicazioni evolutive, invece, è la scoperta della foca giocoliera, evidentemente l’antenato della foca attualmente diffusa sul nostro pianeta, che ha trovato nell’isolamento di Stranalandia l’ambiente ideale dove sopravvivere invariata dagli inizi dei tempi. Altrettanto interessante è il gufo diurno, anch’esso ritenuto dai più come il progenitore del gufo moderno. Le forze dell’ordine, invece, sono rimaste molto colpite dalle evoluzioni dello sbronzolo, un piccolo insetto simile alla mosca, il cui percorso varia in base alla quantità di bicchieri ingeriti: immediatamente i risultati sono stati sottoposti a un gruppo di ricercatori per sviluppare programmi e tecnologie alternative al classico palloncino nella rilevazione del contenuto alcolico di un corpo umano. Nostri informatori ci assicurano che i ricercatori sono vicini a trovare una soluzione rivoluzionaria, proprio basata sui risultati di Kunbertus e Lupus.

Stranalandia serpente rosicchiamondo
Il serpente rosicchiamondo

Tra gli animali leggendari sicuramente il più affascinante è il Serpente Rosicchiamondo per le sue affinità con molti miti delle origini in culture sparse per il mondo: questo insolitamente gigantesco serpente (tra le 10 e le 20 volte più grande della dinastia Osvalda dell’isola) è il modellatore delle coste terrestri così come le conosciamo oggi, in quanto ghiotto di terra che andava continuamente a rosicchiare. Per nostra fortuna sono animali leggendari che arricchiscono il folclore di Stranalandia.

Il lettore è pertanto vivamente invitato alla lettura del trattato, che in ogni caso non risulta per niente pesante, anche grazie all’aggiornamento dei testi operato dall’esimio Stefano Benni, e magistralmente illustrato dall’ottimo Pirro Cuniberti, che ha anche realizzato una serie di illustrazioni a colori poste al centro del libro.

Gianluigi Filippelli

Gianluigi Filippelli

Gianluigi Filippelli (Cosenza, 1977) ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università della Calabria. Attualmente lavora presso l'Osservatorio Astronomico di Brera (Milano) dove si occupa di Edu INAF, il magazine di didattica e divulgazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di cui è editor-in-chief.
Tra i suoi interessi, le applicazioni della teoria dei gruppi alla fisica e la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico.
Last but not least, è wikipediano.

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