Finito il crossover Milk Wars l’etichetta Young Animal di Gerard Way riparte con quattro nuovi numeri uno: tornano i personaggi di Shade, Cave Carson e Mother Panic e arriva Eternity Girl. Un reboot che non è un reboot, che gioca sul filo della metatestualità, fatto di nuove tematiche applicate a personaggi già collaudati.
Shade, the Changing Woman #1
“The butterfly exchange – Part one – I feel it all”
Torna la Loma Shade di Cecil Castellucci e Marley Zarcone, ma stavolta non è più una ragazza. Come il titolo suggerisce, infatti, la nostra è ormai una donna: c’è un salto temporale di un paio d’anni rispetto alla serie precedente, Loma ha perso definitivamente il suo corpo alieno, ormai morto, e deve affrontare la sua condizione totalmente umana. La metafora alieno/adolescente viene quindi rafforzata e modificata con un cambio di prospettive e tematiche.
Permane la struttura che vede Loma interagire col mondo su diversi livelli di conflitto ma si affrontano tematiche più adulte: gli stereotipi malsani sulla bellezza, le visioni politiche polarizzate, la bulimia sessuale ed esperienziale e tutta la condizione di chi, come la protagonista, è di fatto outsider e alieno (anche nel senso di “immigrato”) negli odierni Stati Uniti.
Il tutto gestito con lo stile poetico, che caratterizza la scrittura ricercata della Castellucci, abbinato alle tavole sempre più psichedeliche di Marley Zarcone: se la prima serie aveva una struttura artistica espressiva ma sostanzialmente ordinata, in questa nuova incarnazione l’impressione è che la scrittrice lasci più spazio alle costruzioni disorientanti della disegnatrice, rendendo la decodifica delle tavole più laboriosa ma allo stesso tempo più coinvolgente.
In un primo numero che predilige la riflessione all’azione, le autrici riescono a introdurre i lettori nelle vicende della protagonista in maniera appassionante e coinvolgente.
Eternity Girl #1
“Jumper”
Eternity Girl è uno di quei fumetti che va letto almeno due volte per poter essere apprezzato.
Magdalene Visaggio, già nominata agli scorsi Eisner per la serie Kim and Kim edita da Black Mask, sbarca in casa DC Comics accompagnata da quel Sonny Liew già visto su Doctor Fate e, soprattutto, su L’arte di Charlie Chan Hock Chye.
Il duo dona vita a un personaggio nato sulle pagine di Milk Wars e che entra nella “continuity ufficiale” (ammesso che esista una cosa del genere nel bizzarro mondo Young Animal) dopo un’esistenza vissuta come personaggio di finzione: Caroline Sharp è infatti una creazione a fumetti che è riuscita a varcare la quarta parete per arrivare nel mondo “reale”. A voler essere puntigliosi è un personaggio che è passato da una realtà immaginaria a un’altra grazie a un’operazione di retcon degna del miglior Grant Morrison.
Anche tralasciando le questioni metafumettistiche però, quello che vediamo nel primo episodio di questa nuova serie risulta affascinante e significativamente inusuale: Caroline è una ragazza da poteri mutaforma non meglio definiti, affetta da una forte depressione e da tendenze suicide. Tendenze frustrate dai suoi stessi poteri che la rendono immortale.
Se questo tema, delicato come pochi, in altre occasioni è stato trattato in maniera superficiale e sopra le righe, qui la Visaggio riesce a dosare gli elementi drammatici calandoli in un vissuto quotidiano con cui è più facile relazionarsi umanamente. Gli stessi elementi superumani della storia si presentano come metafore della vita quotidiana di chi è affetto da depressione: l’incapacità di Caroline di mantenere a lungo la propria forma umana ad esempio, rimanda alle difficoltà di chi deve mostrarsi “normale” agli occhi della società nonostante covi un profondo malessere interiore.
Sonny Liew riesce a gestire i registri artistici, tra lo slice of life e il supereroistico dei flashback, in maniera calibrata richiamando alla mente quello stile meno descrittivo e più iconico tipico del Jeff Lemire di Essex County o Royal City.
Non si può fare a meno di empatizzare con la protagonista. Nonostante questo però Eternity Girl non è (solamente) un fumetto intimista e riflessivo: c’è una forte componente di intrattenimento sospesa tra il mistero e il supereroistico più puro che riesce ad appassionare e incuriosire il lettore.
Cave Carson has an interstellar eye #1
“The show must go on”
Quella dedicata a Cave Carson è senza alcun dubbio la serie più squisitamente pop della Young Animal (e di conseguenza una delle più pop dell’intero panorama fumettistico statunitense): fantascienza retrò in salsa pop/rock anni ‘70.
Lo speleologo Cave Carson viene chiamato dalla stella – che è letteralmente una stella – del pop Star Adam (una sorta di commistione tra David Bowie e Prince) nell’ora della sua fine: Star è destinato a implodere su sé stesso e chiede l’assistenza del suo vecchio amico speleologo nei suoi ultimi giorni.
Quello che più colpisce di questa seconda stagione di Cave Carson, aldilà dell’upgrade del suo occhio, da cibernetico a interstellare, è la dinamica tra il soggetto, lineare e centrato sui personaggi, e i disegni eccentrici ed eterodossi fino al limite della leggibilità. Una tensione narrativa che imprime al racconto un ritmo notevole rendendo Cave Carson una lettura piacevole e mai scontata.
Sotto la patina fantascientifica e i toni scanzonati, Jonathan Rivera ci descrive il complesso rapporto padre/figlia con i relativi attriti, le difficoltà nel comprendersi e avvicinarsi. Una storia di personaggi e rapporti raccontati da un team artistico (Michael Avon Oeming e Nick Filardi) che continua a cambiare tono e punto di vista costruendo tavole dai layout più fantasiosi: ricche di effetti grafici, retinature e colori vivaci.
Mother Panic: Gotham A.D. #1
“Different Bat-Channel”
A chiudere il quartetto dei numeri uno post Milk Wars abbiamo la serie storicamente più “normale” della Young Animal: Mother Panic A.D.
Laddove la cifra stilistica dell’imprint pensata da Gerard Way è quella della stranezza, Mother Panic si conferma infatti per compostezza e ortodossia, sia dal punto di vista di soggetti e sceneggiature che da quello dei disegni. Per questo motivo è la serie che, tra tutte, spicca di meno: il suo taglio noir sarebbe perfettamente in linea con le altre testate più tradizionalmente supereroistiche dell’universo DC come Batman e Detective Comics.
Ciò non toglie che Jodie Houser riesca a offrire ai propri lettori un buon prodotto declinando la mitologia dell’Uomo Pipistrello in un contesto più adulto e crudo.
In questa seconda stagione Violet Page si trova scaraventata in una Gotham di un universo parallelo, dalla quale Batman è scomparso da dieci anni. Singolare è il fatto che tra tutti i personaggi dell’etichetta di Way, Violet sembri essere l’unica ad avere memoria degli eventi occorsi durante il crossover Milk Wars e quindi l’unica a essere cosciente del proprio cambio di status.
In questa nuova Gotham però non è sola: c’è anche Rosie, una ragazzina che, come lei, è stata addestrata alla violenza. Tutto il primo albo si presenta come una riflessione sulla violenza, sull’educazione alla medesima che molti bambini ricevono, e su come questa diventi il metodo con cui poi si interpreta e risolve la realtà. La Rosie di Mother Panic altri non è che un Robin con molte meno restrizioni morali, e decisamente più aggressiva.
Ai disegni si fa notare Ibrahim Moustafa, che raccoglie la pesante eredità lasciata da Tommy Lee Edwards con una certa nonchalance, adottando uno stile simile (sebbene più personale) a quello del suo predecessore, declinandolo alla maniera di artisti quali John Paul Leon e Michael Lark.
L’albo è particolarmente denso e riesce a coniugare la necessità di introdurre i personaggi ai nuovi lettori, senza indugiare troppo nell’esposizione, e quella di dare il via a una nuova storia colma di intrighi. Notevole la figura del Joker, privo della sua spalla, delineata nella parte finale dell’albo.
Abbiamo parlato di:
Shade, the Changing Woman #1
Cecil Castellucci, Marley Zarcone
Eternity Girl #1
Magdalene Visaggio, Sonny Liew
Cave Carson has an interstellar eye #1
Jonathan Rivera, Michael Avon Oeming, Nick Filardi
Mother Panic: Gotham A.D. #1
Jodie Houser, Ibrahim Moustafa
DC Comics – Young Animal, marzo/aprile 2018
29-38 pagine, colore – 3,59 €/cad. digital edition