Space Oddity
Figlio illegittimo dello Shade di Peter Milligan e Chris Bachalo, ma perfettamente comprensibile anche come opera a sé, il primo volume di Shade: La ragazza cangiante esplora una specifica declinazione dell’Incubo Americano: la vita dei teenager della provincia statunitense.
Nel lontano pianeta Meta, Loma, una ragazza-uccello della specie Avian, è affascinata dalla figura di Rac Shade: “il poeta che andò sulla Terra a combattere la follia”. Sulla Terra la giovane Megan Boyle, capitano del team scolastico di nuoto sincronizzato, è in coma in ospedale.
Grazie alla complicità del proprio fidanzato, Loma riesce a indossare la “Veste della Follia”, l’abito che permetteva a Rac di viaggiare sulla Terra per combattere la sua nemesi, l’Incubo Americano, e la usa per fuggire verso la Terra e più precisamente all’interno del corpo di Megan.
È con il risveglio di Loma/Megan in ospedale che Cecil Castellucci e Marley Zarcone danno il via a questo “viaggio nello strano” nel quale il lettore è chiamato a vedere il mondo da una nuova prospettiva.
Unwashed and Somewhat Slightly Dazed
Nel racconto della fuga di Loma dalle sue responsabilità, verso un mondo da lei idealizzato che si infrange contro la cruda realtà della provincia americana, Cecil Castellucci riesce nel difficile compito di rappresentare il senso di alienazione, tipico dell’adolescenza, utilizzando un vero alieno: la descrizione delle difficoltà incontrate dalla protagonista nel processo di adattamento al corpo umano di Megan sono una metafora incredibilmente efficace della pubertà e del disagio che ne consegue.
La scrittrice ci descrive con studiata lentezza il lavoro introspettivo di Loma all’interno della memoria di Megan, permettendoci al tempo stesso di scoprire anche lo spirito che anima la ragazza aliena.
God Knows I’m Good
Loma e Megan sono due facce della stessa medaglia, due ragazze in cerca della propria identità: la prima in fuga dal proprio mondo e dalle proprie responsabilità, e la seconda che afferma sé stessa tramite il controllo assoluto delle proprie relazioni sociali.
Megan è un mostro, un bullo che opprime amici, compagni, fidanzati e conoscenti tramite una complessa rete di ricatti e maltrattamenti e il fatto che sia “tornata in vita”, risvegliata dal coma, non fa piacere a nessuno, neanche ai suoi genitori.
Loma si trova così a dover affrontare, oltre alla complessa ricerca di sé, anche l’ostilità di tutto l’ambiente che la circonda: la scuola, la famiglia e qualunque cosa si avvicini al concetto di amico. Chiunque abbia vissuto un’adolescenza normale sa di cosa stiamo parlando: sentirsi alieni, sbagliati, disadattati, all’interno di quella palestra sociale che è la scuola superiore è un’esperienza comune a tutti.
An Occasional Dream
Il duo Castellucci/Zarcone è attentissimo a rendere palpabile il senso di squilibrio vissuto da Loma nella sua conoscenza del mondo, riuscendo contemporaneamente a non perdere di vista la narrazione degli eventi irrobustendo il teen drama con una serie di sottotrame di rilievo: il mistero dietro al coma di Megan e le indagini delle autorità di Meta sul furto della Veste della Follia sono due delle trame parallele che mantengono viva la tensione all’interno del racconto.
C’è una forte ricerca stilistica nella scrittura di Cecil Castellucci, il racconto viene interpolato dai monologhi interiori di Loma e dalle poesie di Rac Shade che fanno da coro alle vicende in corso, e il linguaggio che ne risulta, ricco di rime e allitterazioni, tende a una musicalità che ha uno scopo più estetico che non figlio di una vera e propria necessità narrativa. Questa caratteristica viene inevitabilmente persa nella traduzione italiana che, prediligendo chiarezza e fedeltà al testo originale, si prende poche libertà pur adottando, in alcuni casi, delle costruzioni più ricercate allo scopo di riprodurre il linguaggio aulico utilizzato dalla protagonista.
In egual misura la Zarcone costruisce delle tavole psichedeliche, debitrici del lavoro di Bachalo e di Steve Ditko (creatore di Shade), che hanno il pregio di riflettere lo stato confusionale di Loma disorientando continuamente il lettore, che passa il tempo a chiedersi se quello che vede disegnato sia la realtà o la sua rappresentazione distorta filtrata dagli occhi della protagonista.
Le tavole, anche dove costruite più sobriamente, sono ricche di dettagli, la rappresentazione grafica della Follia che si annida negli angoli delle vignette, e di elementi grafici all’apparenza puramente decorativi ma di forte rilevanza espressiva ed emotiva. Gli sfondi, ricchi di texture, cambiano a seconda dell’andamento del racconto, e mutuano degli espedienti grafici tipici di un certo tipo di fumetto giapponese (penso ad esempio alla prima Rumiko Takahashi). Anche il lavoro della colorista Kelly Fitzpatrick, che adotta un’ampia palette di colori sgargianti, contribuisce a rendere Shade un’opera a cavallo tra il trip acido e la pop-art che però riesce a reggere una buona leggibilità complessiva.
Pur mantenendo un solido impianto narrativo in bilico tra il thriller investigativo e l’avventuroso supereroistico, Shade: La ragazza cangiante è in tutto e per tutto un racconto di formazione che sfrutta intelligentemente la metafora dell’alieno per raccontare le difficoltà che si incontrano, soprattutto durante l’adolescenza, nel confrontarsi con sé stessi e con la società.
Abbiamo parlato di:
Shade: La ragazza cangiante – Vol. #1 La ragazza che cadde sulla Terra
Cecil Castellucci, Marley Zarcone, Ande Parks, Ryan Kelly, Kelly Fitzpatrick
Traduzione di Sveva Scaramuzzi
RW Lion, febbraio 2018
176 pagine, brossurato, colori – 15,95 €
ISBN: 8833042022
Anders Ge.
5 Febbraio 2018 a 23:20
Comics interessante, ma sinceramente sono stufo di vedere tutti i personaggi venire declinati al femminile.
Inventarne di nuovi no?
la redazione
6 Febbraio 2018 a 22:41
Ma perché non leggere e approfittare delle storie senza farsi di queste paturnie? Il Sandman di Neil Gaiman prese il nome da un personaggio pre-esistente cambiandolo completamente, ma nessuno se ne lamentò… Speriamo non solo perché era maschio!