L’arte di Charlie Chan Hock Chye si presenta in tutto e per tutto come un “saggio a fumetti” su un fumettista e sulla sua carriera, legata agli avvenimenti politici e sociali del suo Paese, Singapore, coevi alla sua produzione.
Anche solo sfogliando il libro, risulta evidente la cura certosina con cui il lavoro è stato condotto dall’autore, Sonny Liew, che, oltre a raccontare con dovizia di particolari la biografia dell’uomo, arricchisce le pagine con la riproduzione di intere estratti dai fumetti e strisce dei fumetti di Chye, accompagnate da note esplicative sul periodo di realizzazione e sui riferimenti reali di ispirazione.
Un’impresa resa ancora più complessa dal fatto che Charlie Chan Hock Chye non è mai esistito.
Sonny Liew, lo storiografo camaleonte
Il fumettista protagonista del volume è una figura fittizia creata da Liew appositamente per l’occasione: volendo raccontare uno spaccato della storia di Singapore che occupa grossomodo la seconda metà del Novecento, l’autore ha inventato un testimone diretto di quanto accaduto in quella regione, dotato della sufficiente capacità artistica per poter tramandare attraverso le proprie opere il suo presente storico.
Nel contempo, Sonny Liew ha dovuto anche costruire da zero la personalità di questo artista inesistente, donandogli una spiccata attenzione politica ma anche un vissuto tribolato e stratificato. Il tutto con un Paese, sullo sfondo, che attraversava diversi cambiamenti nel giro di pochi anni.
Narrativamente, basterebbero queste osservazioni a rilevare la complessità e il fascino di tale lavoro, ma graficamente Sonny Liew si mette alla prova brillantemente modificando radicalmente il suo stile, piegandolo alle esigenze del contesto e del periodo di riferimento, e creando dei “falsi storici” assolutamente credibili e pregevoli, che si ispirano di volta in volta – tanto nel tratto quanto nell’approccio al mezzo fumetto – alle strips con animali antropomorfi che erano anche allegoria della società – come Pogo di Walt Kelly – ai fumetti supereroistici in grado di esprimere anche denuncia sociale, dai racconti fantascientifici ai manga con giganteschi robot, il tutto sempre con una forte attenzione al contesto in cui l’autore viveva e lavorava.
Lo stacco rispetto alle parti di spiegazione, nelle quali Liew si ritrae come narratore e rappresenta anche l’ormai anziano Charlie Chan Hock Chye, disegnate con uno stile che ricorda da vicino la “linea chiara” francese, mixato con il dinamismo di artisti di matrice supereroistica, è notevole. Liew cambia registro estetico in maniera convincente, rendendo realistica la pretesa che quelle pagine sarebbero realizzate dal fantomatico Chye, denotando così anche una attenta conoscenza della storia del Nona Arte.
La timeline di Liew/Chye
Attraverso i fumetti attribuiti a Chye, Sonny Liew è riuscito nell’impresa di riassumere schematicamente alcuni decenni della vita sociale e politica di Singapore.
Dall’Operazione Sook Ching, il massacro di civili cinesi da parte del Giappone, avvenuto nel 1942 in seguito all’invasione dell’esercito imperiale nipponico, all’emergenza malese, contraddistinta dalla battaglia tra il Partito Comunista Malese e l’Esercito britannico avvenuta tra il 1948 e il 1960, Sonny Liew ha immaginato, negli stralci integrati all’interno del volume, diversi tipi di riviste a fumetti che il fantomatico Charlie Chan Hock Chye avrebbe potuto realizzare.
Si va da comic books con animali antropomorfi, caratterizzati da uno stile molto essenziale e grezzo, alle influenze manga di un robot comandato da un ragazzino, che interviene per difendere giovani dimostranti contro il governo dalla furia delle forze dell’ordine, fino a un’avventura fantascientifica dove gli esseri umani sono alle prese con un’invasione aliena, il tutto sempre inteso come specchio deformante della realtà dell’epoca.
Tra i tanti fumetti inventati da Sonny Liew, citiamo in particolare Bukit Chapalang, striscia con animali che spesso rappresentavano politici dei primi anni Cinquanta.
Oltre a raccontare del succedersi di Primi Ministri e del loro operato nella prima metà di quel decennio, si immagina che la serie venga rilanciata nel 1963 per documentare sotto una lente satirica e allegorica anche l’unione di Singapore con la Malesia: in questo caso gli animaletti protagonisti volevano entrare in un parco divertimenti nel quale però risultavano poco graditi da gestori e abitanti.
Nella realtà dei fatti fusione dei due Paesi portò a diversi dissidi tra i due governi su argomenti sociali ed economici e a rivolte razziali. Nel 1965 Singapore fu infine espulso dalla Malesia, e divenne indipendente sotto il governo del Primo Ministro Lee Kuan Yew, eletto nel 1959.
Yew restò in carica per tre decadi e negli anni Sessanta e Settanta impose una repressione culturale di ogni voce di dissenso che trovò sfogo, secondo la fittizia bibliografia di Chye redatta da Liew, nel fumetto Sinkapor Inks, dove, tramite la metafora di una redazione particolarmente chiusa mentalmente, si fotografava quella progressiva restrizione della libertà di parola.
L’uso delle allegorie è quindi una costante nella produzione immaginaria di Charlie Chan Hock Chye: lo strumento con cui il “vero autore” Sonny Liew ha pensato fosse possibile, provando a calarsi nel contesto di quegli anni, riportare fatti e conclusioni su quanto accadeva in Singapore.
Il fumettista ha in sostanza inventato una figura che fungesse da cartina di tornasole dello sviluppo di Singapore, travestendo un vero e proprio trattato sulla storia del Paese asiatico da saggio sull’opera di un suo collega di fantasia. Il compito gli è valso il Singapore Literature Prize e tre Eisner Award nel 2017 nelle categorie Best U.S. Edition of International Material-Asia, Best Writer/Artist, Best Publication Design.
Il testo risulta approfondito e ricco di note esplicative, tanto tramite la trasposizione fumettata dello stesso Liew, che si inserisce spesso tra le vignette parlando al lettore, quanto con ricche note e piè di pagina e in coda al libro: sono questi i punti meno digeribili, informazioni sicuramente utili e puntuali ma che in alcuni momenti si fanno troppo prolisse e rallentano la lettura, inframmezzandola in modo troppo invasivo.
È quando invece le nozioni storiche sono dettagliate in poche righe e il grosso di quanto avvenne viene esplicato dai finti fumetti di Chye che l’opera trova la sua piena e armonica riuscita. Lì si rintraccia il grande merito di Liew, unito all’aver creato dal nulla la vita intera di una persona e all’essersi giostrato in tanti stili grafici e narrativi diversi, credibili anche per la storia del media fumetto.
Abbiamo parlato di:
L’arte di Charlie Chan Hock Chye
Sonny Liew
Traduzione di Leonardo Favia
Bao Publishing, dicembre 2017
320 pagine, cartonato, colori – 29,00 €
ISBN: 9788865439142