Il giovane studente di medicina Khalid Nassour viene reclutato dal suo gatto, sotto le cui sembianze si cela la dea egizia Bastet, nella lotta contro il dio Anubi. Khalid scopre di essere l’ultimo discendente degli antichi Faraoni e per questo motivo si vede affidare da Atum-Ra la maschera di Thoth: ovvero l’elmo del Dottor Fate.
Nell’ambito della filosofia della diversificazione che ha caratterizzato il progetto DCYou, la DC Comics ha deciso di rilanciare il personaggio del Dottor Fate, finora mai apparso nel New 52 se non nell’universo parallelo di Terra-2, inserendolo in un contesto multietnico.
Nato probabilmente per inserirsi nella scia del successo della Ms. Marvel di G. Willow Wison, questo nuovo Fate è infatti il figlio di un medico egiziano, che sbarca il lunario come tassista, e di “una mamma cristiana che ha perso la fede”.
In questo senso la scelta di Paul Levitz, storico autore della DC Comics, non sembra essere delle più felici: l’autore di Legion of Super Heroes, da professionista consumato qual è, evita saggiamente di affrontare in maniera approfondita delle tematiche politico-sociali che non gli appartengono pienamente e si concentra maggiormente sulla genesi del nuovo Dottor Fate.
Levitz decide quindi di giocare in casa ambientando il racconto a Brooklyn, distretto di New York in cui è nato, facendo muovere Khalid in un contesto che risulta così più realistico e familiare rispetto alle classiche città immaginarie che fanno da scenario alle storie della DC Comics, come Gotham e Metropolis.
L’autore però fallisce nel compito di rivolgersi in maniera credibile al pubblico più giovane, che era l’obiettivo principale di questa serie: non basta utilizzare l’elmo di Fate come fosse un emoticon e far vedere che “i giovani chattano col cellulare” per far presa sul pubblico adolescente; anche l’uso di un registro colloquiale in certi dialoghi risulta forzato e artefatto. Più convincenti i momenti in cui lavora sull’approfondimento psicologico del protagonista, come nel monologo di pag. 95, e in generale quando abbandona ogni velleità giovanilistica a favore dello sviluppo dell’intreccio di per sé interessante.
La parte del leone però la fanno le tavole di Sonny Liew che dimostra una notevole padronanza del mezzo: usando un tratto sgraziato e underground il disegnatore malese si affida, per la maggior parte dell’albo, a un layout ordinato al quale deroga solo nei momenti nei quali è necessario sottolineare, a seconda dei casi, le scene d’azione o quelle più “mistico-lisergiche”. Particolarmente indovinato anche l’uso degli inserti e delle onomatopee.
Nonostante gli appunti mossi sopra quindi la storia funziona bene sia dal punto di vista del ritmo che nello scopo di dare alla DC Comics un nuovo personaggio interessante: infatti, sebbene le vendite condannino la testata alla chiusura negli USA, sappiamo già che Khalid Nassour sarà ospite fisso della prossima serie dedicata a Blue Beetle.
Un discorso a parte va fatto per l’edizione italiana che, stante un buon lavoro di traduzione e adattamento, si fa notare per un errore marchiano in apertura. Nella pagina dove vengono riportati i credits degli albi originali USA dai quali è stato tratto questo volume, la serie viene rinominata in Doctor Strange che, come ogni appassionato sa, è un personaggio della Marvel. Per carità, non è né il primo né l’ultimo refuso che troveremo in una pubblicazione ma nel caso della RW questo problema sembra riproporsi con una preoccupante frequenza (ad esempio, hanno sollevato molto clamore i refusi sui volumi 3 e 4 di Sandman Deluxe). Forse si sta sottovalutando l’importanza di un bravo proofreader che si prenda l’onere di revisionare tutti gli albi prima che vadano in stampa (e possibilmente, vedi il caso dei sedicesimi invertiti, anche dopo).
Abbiamo parlato di:
DC Universe 32 – Dottor Fate Vol. 1: Il Sangue dei Faraoni
Paul Levitz, Sonny Liew
Traduzione: Matteo Mezzanotte
RW-Lion, aprile 2016
96 pagine, brossura, colore – € 9.95
ISBN: 9788869717642