Universo PK, un what-if in salsa Disney in attesa dell’originale…

Universo PK, un what-if in salsa Disney in attesa dell’originale…

Nove anni dopo la chiusura della terza serie di PK, ecco "Universo PK" di Tito Faraci, Paolo De Lorenzi e Vitale Mangiatordi: un divertissement fatto di battute, momenti comici e citazioni, ma non completamente riuscito.

Richiami e citazioni tra PknaTutto nasce nel marzo del 1996, quando in edicola esce “Evroniani”, primo numero di Paperinik New Adventures, serie rivoluzionaria per gli standard disneyani e capace di essere all’altezza di svariate altre testate, in primis i bonellidi. All’apice del successo, tutto cambia e si trasforma in Pk2, 18 numeri caratterizzati da atmosfere urbane dark e cupe e livelli ancora più alti di maturità per il papero mascherato. La terza serie, liquidata dagli appassionati, criticamente, come “frittole” (cioè una versione edulcorata e semplificata dei personaggi delle due serie precedenti), in linea con le versioni Ultimate marvelliane, resettava tutta la storia cambiando parecchie carte in tavola. L’aspetto peggiore era però un generale appiattimento delle situazioni, che semplificava i personaggi e i loro rapporti caratteriali. La serie poi chiuse nel marzo 2005.

Nove anni dopo, sia per rispondere ad una fan-base rimasta piuttosto vigorosa nel corso degli anni, sia per dare una scossa alle vendite e allo smalto di Paperinik Appgrade (testata che pubblica storie del papero mascherato, pescando da quelle antiche come da quelle più recenti), viene messa in cantiere e pubblicata una storia in cinque puntate, per complessive cento tavole, sceneggiata da Tito Faraci e disegnata, in alternanza, da Paolo De Lorenzi e Vitale Mangiatordi: Universo PK, uscita sui numeri dal 16 al 20 della testata.

Paperinik contro gli Evroniani in una suggestiva inquadratura

L’idea di partenza è di ipotizzare un Paperinik che si ritrova ad affrontare le antiche minacce di diciotto anni prima – i temibili Evroniani, alieni succhia-emozioni, il Razziatore crononauta fuorilegge, Xadhoom, aliena vendicativa dagli enormi problemi, Angus Fangus giornalista senza scrupoli – con le armi e l’ambientazione del Paperinik “classico”. Spazio dunque a stivaletti a molla e pugni estensibili, insieme alla 313-X, il valido Archimede e uno Zio Paperone come sempre in gran forma.Copertina del terzo episodio In sintesi, un modo per riproporre le prime e mitiche storie dei “numeri zero” (i primi tre numeri di Pkna)  da un’altra prospettiva, un divertissement fatto di battute, momenti comici e citazioni, affini a quella visione di Paperinik più edulcorata, che su Topolino ha sempre avuto largo spazio.

Ogni puntata si sviluppa su venti tavole, uno spazio piuttosto ridotto per presentare personaggi nuovi a un pubblico che non li conosce e per coinvolgere il vecchio lettore. Ma bisogna dire che Tito Faraci sa gestire bene lo spazio, proponendo tavole ricche di testo e di azione, capaci di strizzare con efficacia l’occhio ai due pubblici. L’appassionato è deliziato da una marea di citazioni a raffica, che rileggono sia le prime storie sia altre più recenti della saga pknaica, generando un bel mix. Chi invece scopre, per la prima volta, questa nuova realtà può sentirsi soddisfatto, per la presenza di pericoli più sostanziosi e di trame più complesse. In particolare, la terza puntata – “Tempo da perdere” – presenta una struttura a flashback circolare, spruzzando paradossi temporali e citazioni a gogò, coinvolgendo parecchio nella lettura, con un ritmo dei dialoghi forte e brillante.

A guardare però le complessive cento tavole della saga, purtroppo, non è possibile dire altrettanto. Seppur lo spazio sia ben gestito e tutto Terzo episodio e immancabile battutavenga presentato con cura, certi aspetti appaiono trascurati (su tutti, una Xadhoom presentata in modo semplicistico e veloce) e l’aspetto caratteriale cade in secondo piano. E soprattutto, forse l’errore più grande: ampio spazio è dato alle continue battute e ironie, sparse a profusione in ogni vignetta. La loro freschezza progressivamente si affievolisce e, all’ennesimo “Baldo, l’allegro castoro” (il protagonista di un demenziale cartoon esistente nel mondo di Pikappa, usato da Faraci come tormentone fin dalle sue storie su  Pkna, in questa sede purtroppo esagerando), tutta la trama diventa meno credibile. Questo, insieme a un finale esageratamente affrettato, lascia l’amaro in bocca al lettore.

Il comparto artistico si mantiene su livelli molto buoni, con Vitale Mangiatordi molto abile nel delineare tutti i personaggi e nel creare prospettive coinvolgenti, mentre Paolo De Lorenzi non riesce a disegnare una convincente Xadhoom, ma crea vignette panoramiche e scene di massa piuttosto suggestive.

In sintesi, Tito Faraci realizza un ottimo lavoro di omaggio con delle scelte inedite, aiutato da disegni dinamici e frizzanti, ma purtroppo non sintetizza tutto alla perfezione, perdendosi un po’ sul finale e in un eccesso di battute fini a sé stesse. Adesso la palla passa a Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio che, dal 2 luglio, su Topolino, narrano la storia del ritorno della leggenda di Paperinik, 160 tavole in quattro puntate, in cui tutto dovrebbe ripartire dove Pk2 si chiudeva, dodici anni fa.

Abbiamo parlato di:
Universo PK #1-5 (su: Paperinik Appgrade #16-20)
Tito Faraci, Paolo De Lorenzi, Vitale Mangiatordi
Walt Disney – Panini Comics, Gennaio/Maggio 2014
100 pagine, brossurato, colore, 3,20 €

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