Emiliano Mammucari, autore di Lezioni Spirituali per Giovani Fumettari, è uno dei più innovativi attori sul palcoscenico del fumetto italiano. Disegnatore, scrittore e illustratore, collabora con la Sergio Bonelli Editore per cui ha disegnato Dylan Dog e Napoleone. Nell’ottobre del 2013 porta in edicola Orfani, la prima serie a colori della SBE. Dopo averlo intervistato nel 2012 in occasione dell’uscita della prima edizione del suo libro dedicato al mondo del fumetto e in particolare agli esordienti, vi proponiamo un’intervista raccolta in occasione della ristampa, riveduta e corretta, uscita per Star Comics.
Il tuo libro traccia una mappa, abbastanza estesa, di un mondo complesso e sfaccettato come è quello dell’editoria che si occupa della letteratura disegnata, e introduce anche alcune regole fondamentali che l’aspirante autore dovrebbe fare proprie entrando in questo mondo. Non temi che un esordiente possa spaventarsi in ragione di un’analisi così schietta e perdere l’entusiasmo proprio dell’incoscienza?
Il libro è, o vuole essere, una “fotografia” del fumetto mondiale. Ho cercato di tracciare gli schemi dell’editoria attuale, che sono più o meno quelli che qualsiasi autore incontra non appena si affaccia in questo ambiente. È un settore in forte crescita: pieno di idee, energie e, perché no, di soldi. Ed è anche un ambiente meritocratico, quindi competitivo. Il tasso tecnico medio si è alzato in ogni parte del mondo.
La passione per la scrittura è un virus che colpisce tanti, siano essi lettori incalliti, sia che non lo siano. È così anche per il mondo del fumetto, cioè, abbiamo più aspiranti fumettisti che lettori?
“Bone” è un fumetto americano indipendente che ha venduto più di due milioni di copie. “One piece” è un manga giapponese che ha raggiunto 350 milioni di copie. Il nostro Zerocalcare è a quota settecentomila.Quelli che vanno in sofferenza sono i fumetti legati a idee tradizionali e a meccanismi classici, ma credo sia un fenomeno naturale. Le cose cambiano, evolvono o muoiono. Se poi ci sono tanti aspiranti fumettisti non saprei ma, certamente, chi si avvicina a questo settore senza la giusta dose di fuoco sacro e spirito di iniziativa non è che vada molto lontano.
Il tuo libro, oltre ad essere un’opera ricca di suggerimenti per chi vuole intraprendere la strada che porta ad essere autore di fumetti, fotografa alcune delle dinamiche proprie di questo settore. Non mancano però, secondo te, molti degli aspetti negativi di questo ambiente? Per esempio, tu fai un riferimento alle Scuola di Fumetto, molte delle quali, soprattutto quelle improvvisate, spesso prospettano la possibilità di successo in questo campo con automatismi che nella realtà non si verificano. Al tempo stesso, correggimi se sbaglio, manca forse un capitolo dedicato alle scorrettezze degli editori, per esempio in tema di report di venduto o affini, di rispetto dei pagamenti e tanto altro.
Penso che gli aspetti negativi che citi siano propri di qualsiasi ambito. Non serve un libro per capire la validità di una scuola di fumetto, basta scorrere la lista del corpo docente: nella maggior parte delle scuole insegna gente che non pubblica. E non ho voluto trattare aspetti legali e amministrativi perché, di nuovo, non servo io. Basta un commercialista. “Lezioni spirituali “è il libro che avrei voluto leggere quando ho iniziato a fare fumetti: il mondo dei fumetti visto dal di dentro, con il punto di vista di chi li fa davvero. Per questo sono venuti a darmi una mano i colleghi che stimo di più da ogni parte del mondo. Io stesso ho imparato un sacco di cose scrivendolo, ci sono argomenti che credo siano stati trattati per la prima volta in assoluto.
Qual è, a tuo parere, l’aspetto su cui un esordiente deve battere di più nell’ambito della propria preparazione e qual è invece la scelta o l’atteggiamento da evitare assolutamente?
Chi inizia ora ha un vantaggio: le strade “classiche” sono tutte in affanno, c’è grande attenzione verso le idee nuove e gli editori sono aperti a nuove proposte, anche le più coraggiose. Cosa che non accadeva quando ho iniziato io. Venti anni fa ogni proposta di innovazione veniva vista come un atto di lesa maestà, e bisognava difendere con i denti e con le unghie ogni passo in avanti. Di contro, ora si avverte una enorme difficoltà a maturare percorsi di crescita a medio e lungo termine. Il volere tutto e subito porta ad accontentarsi e a “sedersi” davanti ai primi consensi (di solito fatti di like, gattini e cuoricini)
Se avessi una bacchetta magica, o se fossi il “Ministro del Fumetto Italiano”, quali sarebbero secondo te le iniziative che il settore dovrebbe prendere per favorire la crescita delle prossime generazioni di autori?
Dio, no. Se c’è una cosa che ha salvaguardato il fumetto italiano è stata l’indifferenza della politica. Le leggi “a tutela” hanno ucciso il cinema, gambizzato l’editoria e massacrato la musica. Un ambito artistico deve restare il più possibile dipendente dal rapporto diretto col pubblico. Altrimenti viene anestetizzato.
Lezioni spirituali per giovani Fumettari, pubblicato da Star Comics, è una versione riveduta e aggiornata della prima edizione che uscì nel 2011 per Effequ e da tempo fuori catalogo. Come è cambiato il mondo degli aspiranti autori di fumetto in questi anni?
Sette anni in editoria sono un’era geologica. È cambiato tutto: mercati, distribuzione, formati, rapporto con l’estero, approccio al mestiere. E, perché no, sono cambiato io. Ho scritto il primo Lezioni Spirituali perché volevo “mettermi a fuoco” prima di iniziare l’avventura di Orfani, serie in cui avrei ricoperto un ruolo diverso da quello di disegnatore. Ora che la serie sta giungendo alla sua naturale conclusione, ho voluto “mettermi a fuoco” di nuovo.
Come autore di grande esperienza quale sei, c’è stato un momento della tua carriera in cui hai pensato di aver commesso un errore che avrebbe compromesso il tuo futuro, o un momento in cui hai creduto che non ce l’avresti fatta a sfondare?
Mi succede ancora. Ogni volta che provo ad alzare l’asticella, a cambiare le regole del gioco, ad azzerarmi e ripartire. Mi fa paura rimettere sempre tutto in discussione, ma mi farebbe ancora più paura rifare due volte la stessa strada.
Intervista apparsa originariamente sulle pagine del Quotidiano PoP – Inserto del Quotidiano del Sud.