FERRUCCIO GIROMINI
1) Ciccia di Dave Cooper (Comma 22)
Il capolavoro dell’ossessione. Un piccolo viaggio paradisiaco all’inferno. O un piccolo viaggio infernale in paradiso. Cioè la stessa cosa, ma da due punti di vista (leggermente, non diametralmente) diversi.
2) Gaza 1956 di Joe Sacco (Mondadori)
Un libro indubbiamente di peso, in tutti i sensi. Bisogna decidere di cominciare ad affrontarlo, perché spaventa un po’. Ma poi non ti penti e non riesci a mollarlo. Ti spiega raccontando, ti racconta spiegando. Mica da tutti, eh.
3) Il re rosa di David B. (Bao)
Il testo di Perre Mac Orlan rovescia genialmente le massime prospettive: la vita è morte, la morte è vita. I disegni di David B. sono controllati in modo superlativo: ogni vignetta è un quadro concluso in sé. Il volume è stampato in Cina: benissimo.
4) Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior (Coconino Press-Fandango)
Credo che in questo momento Fior sia il miglior narratore grafico italiano (scusino gli altri, ma dico “in questo momento”) – disegna con la massima fluidità, racconta storie pregnanti, e governa il tutto con un piglio registico sicuro che dovrebbe spalancargli le porte del cinema.
5) Il gatto del rabbino 5 – Gerusalemme d’Africa di Sfar (Kappa edizioni)
Non è il volume migliore della serie, ma è pur sempre Sfar, sempre deliziosamente affabulantissimo. E con i quattro capitoli precedenti compone un insieme memorabile, di rara intelligenza e umanità.
6) Klezmer vol 1 di Joann Sfar (Rizzoli Lizard)
Non è l’opera migliore di Sfar, ma è pur sempre Sfar, sempre deliziosamente affabulantissimo. E i due capitoli successivi, ancora inediti in Italia, sono ancora meglio (soprattutto con quelle lunghe appendici).
7) Peculia di Richard Sala (Coniglio editore)
È strano. È storto. È inquietante. È elegante. È spaventoso. È divertente. È antico. È moderno. È fuori dal tempo. È inafferrabile. È indefinibile. È unico, Sala.
8) Pop. Vite ascensionali di AkaB (Grrrzetic)
Una riflessione tutt’altro che peregrina sull’insostenibile leggerezza dell’essere. E una assoluta sorpresa “estetica”. Lì per lì, il grafismo brut sconcerta e quasi dissuade, ma non appena si entra nel vivo si scoprono già accettate le regole del gioco, che è coinvolgente.
9) Chosp di Alessandro Barbucci (Planeta De Agostini)
Non è tanto la storia a comandare; e neppure il disegno, pur pirotecnico e zeppo di trovate inattese; ma piuttosto lo spericolato e titanico sforzo di mimesi di Barbucci, che si immedesima mangaka. Il risultato è molto interessante, di una certa elegante demenzialità, che forse è pura eleganza demenziale.
10) Conan 12 : Cimmeria di Tim Truman, Tomas Giorello, Richard Corben (Panini comics)
Va bene, va bene, si dica quel che si vuole, ma quando entra in scena Corben non ce n’è più per nessuno. Barbaro e irresistibile. Il respiro furioso dell’epica. Il John Milius della narrativa grafica. Corben spacca!
MENZIONE STORICA
1) L’isola del tesoro di Hugo Pratt e Mino Milani (Rizzoli Lizard)
Stevenson! + Milani! + Pratt! = il Top dei Top! Un classico immortale (così almeno si spera) della narrazione avventurosa, della sceneggiatura senza sbavature, del disegno che fa sognare.
2) Le panoramiche di Jacovitti (Stampa Alternativa)
Nessuno avrebbe mai sperato in una raccolta così sontuosa degli ineguagliabili deliri grafico-comici del più ineguagliabile dei comici grafici. Un’esperienza surreale ai limiti dell’allucinogeno.
3) Il fotografo di Emmanuel Guibert, Didier Lefèvre, Frédéric Lemercier (Coconino Press/Fandango)
Dopo la prima edizione per due terzi molto mal tradotta, questa che ripropone al meglio la trilogia integrale era assolutamente dovuta per un’opera intensa e importante, che merita appunto la giusta attenzione.