Workshop bilotta

TCBF 2025 : a lezione di sceneggiatura con Alessandro Bilotta

10 Ottobre 2025
Alessandro Bilotta ha tenuto il workshop “Scrivere un fumetto” durante il Treviso Comic Book Festival 2025.
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Sabato 27 settembre 2025, durante il Treviso Comic Book FestivalAlessandro Bilotta ha tenuto il workshop Scrivere un fumetto. In una stanza di Palazzo Giacomelli, preparata per l’occasione con uno schermo e tre tavoli disposti a ferro di cavallo, si sono radunate quindici persone desiderose di seguire la lezione dell’autore, tra le tante opere, di Dylan Dog ed Eternity e insegnante alla Scuola Internazionale di Comics di Roma. Lo scrittore romano ha subito precisato che avrebbe cercato di concentrare in due ore una serie di informazioni, ma che di solito un corso di sceneggiatura vero e proprio si sviluppa lungo due annate accademiche. Ha poi chiesto al pubblico di partecipare, di intervenire con domande e osservazioni in modo tale da rendere la lezione meno didascalica e più coinvolgente. In effetti non sono mancati interrogativi e riflessioni, tanto che il workshop è durato mezz’ora più del previsto.

Bilotta ha preparato per le allieve e gli allievi quello che ha definito “un percorso al contrario”, con la volontà di cercare elementi di scrittura tramite l’analisi di alcune tavole a fumetti, paragonando il procedimento alla dissezione di un corpo in un laboratorio medico.

Tom's bar

Il viaggio è iniziato con le prime tre pagine Bianco Natale, uno dei quattro racconti di Tom’s Bar sceneggiati da Giancarlo Berardi per i disegni di Ivo Milazzo. Secondo il docente, i due artisti hanno segnato un punto di svolta per il fumetto italiano, in cui hanno portato un’umanità non stereotipata. In particolare, Berardi ha inventato interventi narrativi direzionati verso il realismo, dall’assenza delle didascalie al tentativo di mostrare nelle vignette uno scorrere il tempo simile a quello della vita vera, passando per la necessità di far parlare i personaggi come persone in carne e ossa.

Dopo aver introdotto l’episodio di riferimento, Bilotta ha sottolineato che le prime tre tavole mostrate al pubblico costituiscono un piccolo manuale di sceneggiatura, a partire dall’incipit totalmente anti-didascalico. Diversamente da uno sceneggiatore mediocre, lo scrittore bravo come Berardi sa scegliere come raccontare, quindi segue l’ordine della vita reale, che non è fatta di formule precostituite come quelle grammaticali (soggetto-verbo-oggetto) e quelle narratologiche (inizio-svolgimento-fine). Mentre l’autore mediocre cerca di essere chiaro, finendo per diventare didascalico, invece l’autore “superiore” si chiede come si possa raccontare una storia “normale”, che assecondi il flusso della realtà. Bisogna mentire al lettore nel modo più credibile possibile, comunicando emozioni, raccontando senza dire. Per esempio, come una persona nervosa non annuncia di essere nervosa, così un personaggio nervoso non deve dichiararlo, ma agire affinché chi legge possa capirne il nervosismo. In questo modo si crea una partecipazione attiva nel fruitore, un coinvolgimento possibile se lo sceneggiatore parte dal presupposto che il lettore sia più intelligente di lui.

Continuando a mostrare le tavole di riferimento, l’insegnante ha ulteriormente esplicitato la differenza tra “dire” e “raccontare”, dopodiché ha spiegato che il nemico numero uno di un autore è la retorica, perché permette di ottenere il consenso altrui, ma nel sottolineare determinati elementi attinge ai sentimenti peggiori del pubblico.

Prima di passare a un’altra opera da analizzare, Bilotta ha affermato che il fumetto ha più punti in comune con il teatro che con il cinema, pertanto il palcoscenico può fornire allo sceneggiatore più spunti del megaschermo.

La seconda parte della lezione ha preso le mosse da Gli Innocenti di Gipi, in cui l’artista toscano raccoglie l’eredità di Berardi, potenziandone alcuni aspetti narrativi. Uno su tutti: anche se Gipi pone il lettore nella posizione di un individuo che spia i personaggi per conoscerne i caratteri, sono sufficienti due battute per inquadrarli. Nella storia esaminata l’autore inserisce alcune pause per imitare la realtà in cui le persone non hanno sempre la risposta pronta, ma necessitano di qualche secondo per ribattere al meglio a una considerazione dell’interlocutore.
Restando sui character e sulle interazioni tra i due protagonisti, il docente ha invitato studentesse e studenti alla riflessione, espandendo il discorso a seconda delle sollecitazioni ricevute. Ecco alcuni suggerimenti utili: per scrivere buoni dialoghi è necessario esercitarsi assiduamente, cercando sia il realismo sia l’equilibrio, quindi senza caricare i balloon di espressioni colloquiali; è importante usare tutte le parole che pronunciamo con naturalezza; le vignette mute hanno il loro peso così come gli elementi che in esse vengono inseriti, poiché vanno quasi a sostituire le parole; togliere i dialoghi può impedire ai personaggi di emergere; anche il silenzio può essere didascalico; è meglio lasciare fuori campo ciò che può essere dato per assodato e concentrarsi su ciò che rimane.

Prima di salutare alunne e alunni, Bilotta ha consigliato di leggere Dylan Dog: Il signore del silenzio di Giuseppe Ferrandino e Giampiero CasertanoAsterios Polyp di David MazzucchelliGus di Christophe Blain e i fumetti di Will Eisner degli anni Settanta; ha affermato che il fumetto assomiglia alla musica, soprattutto per tempi e ritmi: lo sceneggiatore controlla il tempo e lo spazio con la forma della vignetta, il contenuto visivo e testuale da inserirvi; infine ha invitato a ripetersi come un mantra, mentre si scrive, le domande “che cosa sto raccontando? Che cosa voglio raccontare?”.

Federico Beghin

Federico Beghin

Padovano, Federico legge molto, cerca di sbarcare il lunario e ama il calcio. Scrive per le riviste "Lo Spazio Bianco" e "Quasi", parla per i podcast "hipsterisminerd" e "La Kame House" e per "LSB Live".
Insieme a Emanuele Vascon ha scritto l'antologia di racconti "In due" (Amazon).
Ha sceneggiato "Origini SegretiSSSime" per i disegni di Denis Gatto (In Your Face Comix). Insieme a Nicola Stradiotto ha realizzato “Una carcassa grottesca”, fumetto breve pubblicato in “Zazà Mag” #4, la cui versione estesa è presente in "Jackpot" (In Your Face Comix).
Ha scritto il saggio "Il Batman: sanguinario e spensierato" pubblicato da Oblò. Nel libro "Quaderni di Comicon: Edmond Baudoin" è presente con il saggio "Piero, Baudoin e i giovani lettori".
Suoi racconti si trovano nelle antologie "Francamente me ne infischio" vol. 1 (Re Artù Edizioni), "Otaku Stories" (Idrovolante Edizioni), "Albori Letterari".

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