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Superman: speciale 75° anniversario

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Nel 2013 correva il 75° anniversario dell’Uomo d’acciaio, la cui prima avventura apparve sulla rivista Action Comics nel 1938. Un personaggio dalla grande potenza evocativa che, già nel 1964 (!), Umberto Eco definiva «un mito» del nostro tempo. Quella definizione oggi vanta ancora maggiore legittimità, parlando di una narrazione seriale che, come i miti antichi, continua a ripetersi fedele a se stessa.

Certo, di tanto in tanto, Clark Kent è costretto a cambiare montatura degli occhiali e taglio di capelli.  A volte, deve ricorrere a qualche pesante lifting drammaturgico per nascondere le rughe editoriali, ma al fondo la fabula d’acciaio resta inossidabile. Superman non muore mai per dirla con il titolo di un bel giallo ambientato nel mondo dei fumetti dalla sceneggiatrice Claudia Salvatori. Quasi che i raggi del nostro Sole, oltre a dargli poteri sovrumani, preservino il figlio di Jor-El dall’unica kryptonite che uccide davvero l’eroe finzionale: l’oblio mediatico.

Ogni generazione ha avuto i suoi Superman, in tempo di guerra come in tempo di pace. Tante versioni, tanti medium e tanti autori per una storia semplice creata da due giovani sognatori in quella fantasmatica “Fortezza della Solitudine” che era la provincia americana degli anni Trenta: Jerry Siegel e Joe Shuster.

Con Superman, non nasce solo un personaggio ma un intero genere dell’immaginario moderno e, ancor più importante in questa sede, il fumetto si afferma a livello industriale come forma d’espressione autonoma e matura. Le 1.400.000 copie mensili vendute nel 1940 da Action Comics – un comic book, ovvero una rivista di soli comics –  sono la testimonianza di una filiera produttiva avanzata che non ha più bisogno di vivere in simbiosi con i giornali, come accaduto fino ad allora per strisce quotidiane e tavole domenicali. Superman è il prodotto di un’industria culturale, ormai indipendente, per temi, scelte espressive e pratiche di consumo, capace di raccontare i sogni fondanti di un’intera società.

Oggi l’Uomo d’Acciaio rappresenta ancora tutto questo? L’unica risposta che conta, come al solito, è quella del pubblico. Ma, da critici e appassionati del medium, sentiamo che la celebrazione di un così straordinario primato di longevità editoriale sia la giusta occasione per ragionare sui modi in cui il mito si è incarnato sin qui.

Ripercorreremo le “ere di stratificazione” attraverso cui il mito si è sedimentato, analizzeremo le storie celebri ma anche quelle meno note e più curiose, rifletteremo sull’eroe e sul suo mondo da diversi punti di vista, grazie anche al supporto di accademici, critici, scrittori e disegnatori.

(Un ringraziamento a quattro componenti della nostra redazione, Simone Rastelli, Dario Custagliola, Nicola Medda e Riccardo Melito, senza i quali questo speciale non avrebbe mai visto la luce. E un ulteriore ringraziamento va a Davide Corsi, il grafico di tutti i loghi e le testate dello speciale)

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