Selfcomics è ormai una realtà consolidata del fumetto indipendente italiano. Quando e come è nata? Quali sono state le difficoltà iniziali?
Selfcomics è nata nel 2003 da un’idea mia e di Luca Genovese.All’epoca avevamo scritto e disegnato una storia, 4D, e non sapevamo dove pubblicarla. Pensammo di arrangiarci e fare un albetto fotocopiato ma volevamo anche trovare un modo per rendere la storia sempre reperibile e non limitarci a darla in giro durante le fiere. La scelta più ovvia era sfruttare internet, rendendo la storia disponibile su un sito (www.selfcomics.com). Pero’ non volevamo rendere solo la storia disponibile ma anche l’albo: da qui nasce l’idea di impaginare il pdf pronto per essere stampato fronte retro, piegato e spillato. Inizialmente il sito di Selfcomics conteneva solamente una storia e l’etichetta sembrava destinata a ospitare solamente slanci estemporanei di me e Luca Genovese. Poi pero’ Simon Panella, che già conoscevamo, rimase colpito dall’idea e e ci propose di usare il sito per pubblicare un suo fumetto. Da lì ci abbiamo preso gusto e altre storie sono arrivate. Il sito è quindi nato per gioco e abbiamo cercato di mantenerlo tale, anche se l’arrivo di altri autori e l’antologia (quasi) annuale ci hanno dato più di una responsabilità.
Quali autori componevano il nucleo originale? Quali si aggiungeranno col tempo e quali si aggiungeranno?
Oltre a me e Luca Genovese, i primi sono stati il già citato Simon, Claudio Calìa (nostro pilastro informatico), Luana Vergari (che è anche la nostra ragazza immagine), Giulia Sagramola, Manuel De Carli, Sara Pavan, … tutti quelli presenti nella prima antologia direi. Gran parte di questi autori sono amici nostri da molto tempo; altri, specie quelli che si sono aggiunti col tempo, si sono proposti oppure li abbiamo invitati a collaborare noi. Selfcomics non è un gruppo chiuso, ci sono autori più affezionati a noi, più “nostri”, ma non siamo un collettivo. Nel futuro non so ancora chi si aggiungerà, sicuramente cercheremo di tenere alte le presenze femminili, ci teniamo molto.
Selfcomics è un marchio copyleft: cosa significa?
Quando abbiamo iniziato non sapevamo ancora bene cosa fosse il copyleft, il tutto era nato solo dalla nostra spontaneità e dal nostro entusiasmo: volgiamo che le storie abbiano la massima diffusione e quindi le rendiamo disponibili gratuitamente. Per quanto riguarda le nostre pubblicazioni chiediamo solo di pagare il supporto materiale su cui vengono stampate (e la fatica di realizzarlo). L’obiettivo è di rientrare nelle spese insomma. Poi col tempo siamo diventati più consapevoli delle tematiche della libera circolazione della cultura e non possiamo che sposarle in pieno.
Qual è il filo conduttore che lega le storie di Selfcomics? La filosofia di Selfcomics si esplica anche tramite lo stile di disegno dei diversi autori?
Ogni autore ha piena libertà all’interno di Selfcomics, ma questo non vuol dire che pubblichiamo le storie a scatola chiusa. Parte del divertimento, diciamo così, è quello di seguire la realizzazione della storia con l’autore, scambiarsi opinioni e idee. Ci interessa la narrazione più che la ricerca grafica e ci teniamo molto che tutte le storie siano storie d’impatto, con un sapore quasi pop. E questo si riflette anche nel segno che cerchiamo: ci piacciono i segni personali e ricercati che siano comunque immediatamente leggibile. Non è che abbiamo un rigida linea editoriale, sia chiaro, ma cerchiamo gli autori che sposano questo nostro modo di vedere il fumetto.
La sezione Selfcomics presenta si è aggiunta col tempo: che caratteristiche ha?
Selfcomics presenta è lo spazio dove il nostro “classico” (e per certi versi limitante) formato delle otto tavole in bianco e nero viene sovvertito. L’idea era quella di aprirsi a nuovi insoliti formati come il colore, il fotofumetto, il racconto illustrato, la storia muta… ancor più libertà insomma. Molti degli autori hanno fatto anche minicomics, altri no, dipende… Selfcomics è una realtà aperta.
Le vostre antologie sono distribuite da Black Velvet. Perché proprio Black Velvet e non un’altra casa? Come vi avete fatto approdo?
Conosciamo Omar Martini, “capo” di Black Velvet, un po’ per motivi geografici (siamo tutti originari della provincia di Treviso e viviamo Bologna) un po’ per la reciproca stima. Quando abbiamo dato alle stampe la prima antologia e abbiamo pensato a come distribuirlo ci siamo rivolti a lui e lui ci ha ospitato nel suo catalogo per le fumetterie. Un piacere e un onore perché penso sia davvero uno dei migliori editori in circolazione.
Si parla tanto di crisi del fumetto, ma a giudicare invece dal fermento che c’é alle fiere o su Internet, si direbbe piuttosto il contrario. Qual è la tua opinione in proposito?
Penso che per certi versi questo sia un momento d’oro per il fumetto italiano, ma gli editori forse non lo stanno sfruttando bene. Ci sono molte persone che si mettono in gioco con l’autoproduzione e mi pare che nuovi lettori si stiano avvicinando ai fumetti: classici, graphic novel, ma anche supereroi… ho visto gente diventare nerd a 25 anni! E poi la produzione è aumentata notevolmente, non solo traduzioni di fumetti esteri ma anche molti autori italiani. Non è il paradiso ma il periodo mi sembra molto buono, sembra che le cose stiano evolvendo. Probabilmente è solo una bolla ma spero che quando scoppierà lasci qualcosa di duraturo. Una mentalità più matura e professionale da parte degli editori ad esempio. O il definitivo sdoganamento del mezzo. Comunque in generale sono molto fiducioso per il futuro del fumetto in Italia.
In che rapporto siete con le altre autoproduzioni?
Ottimi! Sinceramente è un piacere ritrovare alle fiere altri “colleghi” del fumetto indipendente. Mi sembrano veramente ottimi anni per il piccolo fumetto: lavori interessanti, promossi in modo intelligente. Non so, sarà il fatto di ritrovarsi tutti nella stessa barca ma il clima è veramente ottimo.
Cosa bolle nella pentola di Selfcomics?
Selfcomics durerà ancora un anno: a Lucca 2008 annunceremo la sua “chiusura”. Proprio così: nel corso di quest’anno siamo intenzionati a dare il meglio di noi, con le storie conclusive (e relativa antologia numero 3) di questo primo… chiamiamolo ciclo. Perché in realtà non abbiamo nessuna intenzione di sparire, solo vogliamo ripensare il progetto. Selfcomics ci ha dato sicuramente tante soddisfazioni, ma è è una formula che ormai ci va un po’ stretta. Non sappiamo cosa succederà tra un quasi anno, a parte il fatto che ci sarà un cambiamento radicale. Selfcomics è nato quasi per gioco e ci ha portato molto più in là delle nostre aspettative, non vorremmo darlo per scontato e farlo diventare una routine, per noi e per i lettori.
I Selfcomics saranno sempre “diretti” dai due Luca, oppure il progetto si potrà allargare? Potete anticiparci qualcosa?
Vedremo cosa succederà dopo la “chiusura” di questo autunno. Di certo noi ci saremo sempre ma chissà che il “direttivo” non si ampli. è ancora un po’ presto per dirlo…
Riferimenti
Selfcomics: www.selfcomics.com