Report a quattro mani dal Napoli Comicon

Report a quattro mani dal Napoli Comicon

A poco più di un mese dalla fine dell'edizione 2014 del Comicon, LoSpazioBianco analizza l'andamento della manifestazione partenopea dedicata alla nona arte.

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Se ancora non fosse chiaro dall’anno scorso, i numeri del Comicon stanno diventando importanti. Anzi importantissimi. La XVI edizione certifica in modo netto un dato estremamente visibile da chi ha avuto la possibilità di visitare la mostra: l’enorme affluenza di pubblico. I tantissimi visitatori (solo nei primi tre giorni sono stati circa 60 mila) che hanno affollato la manifestazione, stanno appunto a significare l’immenso passo avanti della stessa, evento sempre più distaccato da funzioni meramente commerciali e promozionali e sempre più aggregativo, in cui la funzione sociale dell’intrattenimento si declina nella prospettiva più alta di un ponte tra il consumo solitario dei prodotti culturali e un bisogno di mostrare sempre di più le proprie passioni e il proprio immaginario. Quest’anno l’enorme affluenza, ha reso necessario misure anche drastiche ( vedi chiusura della biglietteria la domenica); tanto da dover fare delle considerazioni addirittura sulla capienza della pur grande Mostra d’Oltremare.comiconaa

La trasformazione sempre più netta da fiera dedicata quasi esclusivamente al mondo delle nuvole parlanti, così com’era durante la permanenza a Castel Sant’Elmo, a fiera dell’intrattenimento a trecentosessanta gradi viene incontro proprio a questa forte necessita del pubblico di confrontarsi su argomenti e consumi più ampi, più partecipati, e non è solo e unicamente scelta commerciale di aprire le porte ad un pubblico più ampio ed eterogeneo. Il fenomeno youtubers (The Jackal, Yotobi, Claudio di Biagio)esploso durante quest’edizione, sottolinea appunto come il pubblico sia ormai sempre più composito, e spazi da adolescenti bramosi di puro svago e di incontrare il mito dei propri pomeriggi scanditi dalla visione di video su youtube, fino al vecchio fan dei comics, che quest’anno però ha trovato comunque uno spazio molto più consono alle sue esigenze.

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La sapiente separazione del settore videogiochi e la parziale separazione dell’asian village – e dei relativi cosplayer – ha fatto sì che il reparto editori ed antiquariato fosse un po’ più vivibile, nell’ottica in cui l’organizzazione non ha fatto mancare il proprio apporto al comparto fumetto, sia a livello quantitativo e qualitativo sia a livello di spazi dedicati al mondo della nona arte, tra i più grandi dell’intera manifestazione, compreso un intero padiglione dedicato alle mostra. Dove il comicon cresce senz’altro è nella lista di autori che ci sono. Erano tantissimi, tra cui Peter Milligan, Simon Bisley, Igort, Gipi, dave McKean, Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo e molti altri. Sia presso gli stand, sia invitati dall’organizzazione stessa. E la loro gestione è stata pressoché perfetta – anche se il famigerato passgold, strumenti saltafila per eccellenza presso l’area autografi predisposta dalla manifestazione, sta diventando sempre più importante in quest’ottica.

Lo spazio editori era molto grande, ben organizzato e davvero vivibile. Tutti gli stand avevano il giusto spazio, non c’era mai calca – anche quando agli stand c’erano veri e proprio fenomeni – e questo ha fatto sì che si potesse tranquillamente vedere e acquistare le novità portate dagli editori. Dai giri effettuati, e dalle chiacchiere scambiatre con gli editori, pare che anche a livello di vendite le cose non siano andate per niente male: ossigeno e linfa vitale per un comparto dell’editoria che ne ha più che mai bisogno.

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Al netto di una buona cura del pubblico, in cui rientra la decisione di non vendere più ticket d’ingresso per la domenica, visto ormai l’incredibile afflusso dei giorni precedenti, si è però assistito a scene non troppo felici all’ingresso, dove gli steward invitavano, chi non aveva il biglietto cartaceo ma solo il braccialetto, ad uscire in maniera non molto simpatica. A volte anche a ragazzini. E questo stona di molto con lo spirito della manifestazione e anche con l’organizzazione che al contrario è sempre molto gentile e disponibile. Al netto di tutto lo stress, questi comportamenti sono apparsi ingiustificati.

Piccola nota a margine sul padiglione giochi da tavolo. Buono, vivibile, ma può ancora crescere. Rispetto ad altre convention la ludoteca è decisamente più agevole e si può giocare con tranquillità. Gli stand – su tutti l’Asterion – offrivano spesso giochi nuovi, e tavoli adeguati alla prova. Rispetto all’ anno scorso era però troppo decentrato e quindi non attirava i giocatori casuali, quanto solo i gamers che lì si davano appuntamenti. La possibilità di avvicinarlo al centro della manifestazione potrebbe giovargli.

 

Ormai il Comicon veleggia tranquillamente verso traguardi che sembravano irraggiungibili: ce lo auguriamo con tutto il cuore, anche se da fan del fumetto dovremo dividere il nostro spazio con altri appassionati mediali.

 

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