Monolith – Secondo tempo: niente è come sembra

Monolith – Secondo tempo: niente è come sembra

Con il secondo volume di Monolith, Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo e LRNZ concludono un thriller intrigante e visivamente straordinario.

Monolith è la macchina più potente e sicura mai pensata dall’uomo. In breve, da veicolo per fuggire dalla realtà si trasforma per la giovane Sandra in una prigione inespugnabile che tiene rinchiuso suo figlio, il piccolo David. Da queste premesse si dipana un thriller intenso, caratterizzato da una narrazione asciutta e un aspetto visivo a dir poco impressionante, realizzato a partire da un’idea di Roberto Recchioni, co-sceneggiato da Mauro Uzzeo e illustrato da Lorenzo LRNZ Ceccotti.

Il monolite nero e le fascinazioni cinematografiche

Sin da quando è stato annunciato, Monolith si è presentato come una sfida importante e ambiziosa. Sviluppato parallelamente sia in due volumi da libreria che in un lungometraggio (realizzato da Sky Cinema e Lock&Valentine e co-prodotto da Sergio Bonelli Editore, in uscita ad agosto nelle sale italiane), rappresentava a livello editoriale una grossa scommessa progettuale: proporre graphic novel in un formato poco comune per la Bonelli (cartonato alla francese) e contestualmente dar vita ad altri prodotti su media differenti (in questo caso per il grande schermo) senza dover attendere il riscontro del pubblico.

Chiaramente, viste le premesse, anche nella sua concretizzazione cartacea Monolith si esprime con un linguaggio alquanto cinematografico, pur riuscendo a sfruttare in maniera intelligente le caratteristiche intrinseche del fumetto. La vicenda presenta forti suggestioni di pellicole più o meno note, a partire dalla vicinanza concettuale e nominale con il monolite kubrikiano di 2001: Odissea nello spazio, per passare alle fascinazioni espresse dallo stesso Uzzeo nella postfazione (Duel di Steven Spielberg, Christine – la macchina infernale di John Carpenter da un romanzo di Stephen King e l’italiano Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada di Lina Wertmüller).

A livello formale, Monolith è un fumetto scorrevole e dalla lettura veloce, grazie alla mancanza di didascalie, a dialoghi diretti e asciutti intervallati da numerosi momenti di silenzio, reso assordante dalla grandezza di un deserto mai così vasto e denso di pericoli.

“Objects in the mirror are closer than they appear”: paure, ricordi e allucinazioni

“Gli oggetti allo specchio sono più vicini di quanto sembri”. Questa scritta, presente sullo specchietto dal lato passeggero di molte macchine, è un avvertimento ma anche un monito: appare nelle prime pagine della storia, in una vignetta in cui, osservando l’immagine riflessa, sembrerebbe che Sandra e David siano vicini, quasi a potersi toccare. Invece non sono mai stati più distanti: lei fuori dalla macchina, lui dentro.

È solo un esempio di come in Monolith tutto venga deformato, tritato e riassemblato per assumere pose, forme e colori che potrebbero ingannare, come miraggi nel deserto. La narrazione principale, che nel primo volume deragliava per mostrare i palpabili incubi di Sandra, qui devia verso le sue allucinazioni, che si mescolano ai ricordi e ai sensi di colpa, in un viaggio all’interno di una personalità complessa, messa a dura prova dall’estrema difficoltà della situazione.

Lo stile di LRNZ e l’importanza dei colori

Proprio in una di queste allucinazioni, LRNZ abbandona lo stile e le profondità di prospettiva usualmente utilizzate per dar vita a una lunga sequenza bidimensionale. La colorazione diventa improvvisamente piatta e si assiste a scene psichedeliche dal gusto rétro, che culminano in una splash page in cui il tempo si fa circolare e la protagonista sembra letteralmente vagare all’infinito.

Questi stratagemmi visivi affascinanti, temporanee interruzioni stilistiche, fanno il paio con alcune brillanti intuizioni grafiche presenti nel primo volume, come la sequenza interamente su sfondo giallo in cui la luminosità del colore rappresentava il fastidio e il senso di disturbo dovuto all’assordante allarme dell’automobile.

Nel resto del volume, LRNZ continua a sperimentare soluzioni sempre nuove, adattando la struttura della tavola alla narrazione e conferendo notevole importanza alla colorazione.
Come lo stesso LRNZ ha dichiarato in più occasioni, uno degli effetti da lui ricercati era fare in modo che il lettore si rendesse conto del mood e dell’evoluzione della storia anche solo aprendo il volume ad una pagina qualsiasi: un lavoro certosino (e millimetrico) sulle sensazioni subliminali fornite dalle immagini e dai colori, su tutte quelle informazioni che difficilmente le sole parole restituirebbero con la medesima efficacia.

Abbiamo parlato di:
Monolith – Secondo tempo
Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo, LRNZ
Sergio Bonelli Editore, aprile 2017
96 pagine, cartonato, colori – 16,00€
ISSN: 9788869611810

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