Con questo Primo tempo giunge finalmente in libreria un volume importante per i progetti a medio e lungo termine della Sergio Bonelli Editore. Monolith, ideato da Roberto Recchioni, sceneggiato da Mauro Uzzeo e illustrato da Lorenzo LRNZ Ceccotti, è un progetto ambizioso sia graficamente che editorialmente, ma soprattutto è la base del primo progetto cinematografico co-prodotto da Bonelli Editore (in collaborazione con Sky Italia e Lock&Valentine).
Il film di Monolith, sceneggiato dallo stesso Uzzeo con Elena Bucaccio, Stefano Sardo e Ivan Silvestrini, diretto da Ivan Silvestrini e interpretato da Katrina Bowden, a fine 2016 è stato già presentato in anteprima al FrightFest di Londra e si propone per essere distribuito non solo in Italia ma in campo internazionale.
Il trailer e le anticipazioni mostrate finora restituiscono l’immagine di un prodotto mirato a competere con le produzioni in lingua inglese per confezione e cura, una scommessa che rappresenta potenzialmente un momento di svolta per l’editore milanese.
Di fronte a tutto questa aspettativa era lecito attendere con molta curiosità l’uscita del fumetto, presentato in anteprima a Lucca Comics & Games 2016. Monolith si presenta come un cartonato in formato francese di ottima fattura, con una copertina opera di LRNZ capace di evocare immediatamente un’atmosfera di tensione e paura.
“Monolith, la più potente e sicura automobile mai costruita”
Monolith pone l’uomo di fronte alla tecnologia che lui stesso ha creato, un tema caro alla fantascienza e all’horror che è stato declinato in molte maniere differenti. Se l’uomo progetta macchine sempre più evolute e delega loro la propria sicurezza e protezione è pronto ad accettarne le conseguenze? E quanto è illusoria la convinzione di aver dominato la natura e di essere in cima alla catena alimentare?
Su questi elementi già capaci di evocare una inquietudine quanto mai attuale si innesta la paura e la disperazione di una madre che deve lottare da una parte per salvare il figlio prigioniero di un’auto indistruttibile e dall’altra per sopravvivere da sola contro il deserto e i suoi pericoli.
L’incipit è volto a inquadrare un futuro prossimo venturo, a delineare una protagonista con più debolezze che punti di forza e le motivazioni che la portano a caricare suo figlio ancora infante su una macchina corazzata di ultima generazione per intraprendere un viaggio senza meta. Non c’è un elemento in più dello stretto necessario per fornire le cardinalità minime per la comprensibilità di quanto avviene successivamente.
Lo svolgimento della storia risulta strutturato in maniera lineare e canonica e già in questa prima parte dalle pennellate di LRNZ emergono in particolare gli occhi spalancati, più che verso le paure esterne, verso i pensieri, i rimpianti e i rimorsi dei personaggi.
Con l’inizio del viaggio vero e proprio la sceneggiatura abbraccia momenti più lirici nei quali un terzo protagonista si affaccia tra le pagine: il deserto con i suoi grandi spazi inospitali, il suo silenzio e i pericoli nascosti. La narrazione prosegue poi in maniera sempre più rapida mano a mano che il dramma prende il sopravvento. La sceneggiatura pone grande attenzione verso la comprensibilità a livello narrativo, scegliendo coscientemente di tratteggiare la protagonista attraverso le sue azioni e reazioni.
Con il cambio di ambientazione LRNZ arricchisce le tavole di una palette di colori e luci sempre più carichi ed evocativi, con un’attenzione maniacale alla resa del trascorrere del tempo – frutto di un periodo passato a osservare personalmente il deserto americano – che culmina nelle pennellate scure della notte immensa e impietosa. In questa parte si inseriscono elementi onirici resi con uno stile da fiaba nera che rendono palpabile l’angoscia della protagonista.
Il disegno è caratterizzato da grande fascino e comprensibilità, ma al contempo denso e ricco di dettagli non immediatamente percepibili, tanto da richiedere di rallentare il tempo di lettura per soffermarcisi adeguatamente.
Le tavole adottano una gran varietà di strutture, con una particolare rilevanza data a quelle di taglio orizzontale per sottolineare il senso del viaggio e gli immersivi e solitari paesaggi del deserto, o per sottolineare l’imponenza ottusa e soverchiante di Monolith. Le vignette si allargano e si restringono per accompagnare il ritmo della storia, e lo stesso intorno (lo spazio bianco) diventa elemento narrativo, alternando spazi chiari ad altri neri o scomparendo quando le vignette si appoggiano sopra una vignetta più grande che funge da sfondo, annullando quasi i contorni.
Visivamente sontuoso grazie allo stato di grazia del suo disegnatore, capace di creare tavole impressionanti per cura e resa e con grande capacità espressiva, Monolith presenta una storia asciutta ed essenziale che si sviluppa intorno a una trama riassumibile in una riga, che accresce in maniera progressiva la tensione e l’immedesimazione con la protagonista.
Con un altro volume per completare la storia è facile immaginare che la situazione sia destinata a diventare ancora più critica e disperata, quando il sole sorgerà sul deserto e il caldo diverrà un nemico ancora più spietato dei predatori notturni.
Abbiamo parlato di:
Monolith #1 – Primo tempo
Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo, LRNZ
Sergio Bonelli Editore, gennaio 2017
96 pagine, cartonato, colori – 16,00€
ISSN: 9788869611698