Mammaiuto: la nuova autoproduzione raccontata dai suoi autori

Mammaiuto: la nuova autoproduzione raccontata dai suoi autori

Il 6 marzo 2015 si è svolta al Cinema Caffè Lanteri di Pisa la presentazione dell’associazione Mammaiuto, alla presenza di alcuni autori che compongono un collettivo a oggi formato da circa diciassette membri stabili, perlopiù toscani ed emiliani.

Il 6 marzo 2015 si è svolta al Cinema Caffè Lanteri di Pisa la presentazione dell’associazione Mammaiuto, alla presenza di alcuni autori che compongono un collettivo a oggi formato da circa diciassette membri stabili, perlopiù toscani ed emiliani. Ma partiamo dalle basi: cos’è Mammaiuto?

16889_10153090526464266_5794408384137776931_nÈ un’associazione costituita nel 2011 da Giorgio Trinchero, fondatore nel 2003 della rivista autoprodotta “Il Peso del Martello”, e da un primo nucleo di autori provenienti dal direttivo della casa editrice Double Shot. Il collettivo si pone come obiettivo quello di diffondere contenuti, sia seriali che storie autoconclusive, liberamente sul sito (www.mammaiuto.it) e in alcuni casi di stamparli per venderli in formato cartaceo. Riportiamo alcune opere visionabili sul sito o disponibili in formato cartaceo: From Here To Eternity, di Francesco Guarnaccia; Mooned di Lorenzo Palloni; Tokyo e Fototessere di Sara Menetti; I diari della Nuke di Claudia Razzoli (conosciuta come La Nuke). Troviamo poi serie e pubblicazioni online come Terribili Leggende di Agata Matteucci; la storia breve Va tutto bene di Giusy Gallizia; Bar Barie di Alessio Ravazzani; Aforisma e Riquadri di Giorgio Trinchero; Le immobili avventure di Victor Sisendesmera di Laura Camelli, conosciuta come La Came; infine Patriota 2012 di Kenji Nakasone e Mantra di Francesco Frongia. Abbiamo poi collaborazioni a due o tre mani come Un lungo cammino, volume autoprodotto da Samuel Daveti, Lorenzo Palloni e Francesco Rossi; Un angolo di cielo blu di Paolo Deplano, Nicolas Jarry e Silvia Fabris. Una scuderia giovane, fresca e carica di idee innovative, basata su una struttura solida e ben organizzata, e che va a inserirsi in un panorama di autoproduzione fumettistica sempre più consapevole e variegato.

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L’incontro è stato moderato da Maurizio Vaccaro, coordinatore di Radiocicletta. La prima domanda è relativa al nome: perché Mammaiuto? La risposta è arrivata pronta da Samuel Daveti, presidente dell’associazione, che ha saputo offrire risposte dettagliate per tutto l’incontro spiegando ai presenti le origine dell’associazione e i suoi intenti.

I “mammaiuto” sono i pirati del film di Hayao Miyazaki Porco Rosso: una banda di malviventi che però si affeziona alle bambine che rapisce, una banda scalcagnata ma con un aspetto romantico. Ci piaceva l’idea di rifarci a loro ed essere una sorta di Armata Brancaleone del fumetto. Non abbiamo un approccio stilistico rigido, ma ci focalizziamo sulla narrazione e sul contenuto delle opere.

Mammaiuto si presenta quindi come una palestra dove lavorare quotidianamente, uno spazio per la libertà espressiva, dove sperimentare nuove tecniche e crescere professionalmente. Alla domanda sul rischio che le persone, dopo aver letto il fumetto online, non acquistino il prodotto cartaceo, Samuel risponde:

Noi ci basiamo sull’economia del dono: offriamo storie a fumetti gratis, visionabili da chiunque. Alcune vengono poi stampate (non tutte, perché alcune, come “La Gabbia” di Francesco Rossi, funzionano bene solo in formato digitale) per dare una gratificazione economica all’autore; l’associazione percepisce solo il 20% del ricavato totale, quindi il guadagno è diretto. Ci siamo accorti che molti lettori comprano volentieri anche il cartaceo: abbiamo venduto circa 200 copie in due mesi. Credo sia perché il lettore sa cosa sta comprando, lo ha già letto e ha avuto modo di apprezzarlo e formarsi una sua opinione. Vorremmo arrivare a stampare 1000 copie con la sicurezza di venderle: questo ci darebbe una stabilità economica più solida e la possibilità di continuare a offrire i nostri prodotti online gratuitamente, creando un circolo economico virtuoso.

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L’associazione mette quindi al centro il rapporto diretto con il pubblico, che dà un risconto immediato sul prodotto e permette di avere un’immediata spinta creativa. Una nuova dinamica che sicuramente nessun fumettista o casa editrice dovrebbe sottovalutare.

Cerchiamo di andare contro un meccanismo vigente, di fare editing interno per abbattere i costi, anche perché grazie al digitale le spese per la stampa si sono notevolmente ridotte. L’aspetto creativo e quello economico sono interdipendenti, uno non può escludere l’altro, ma la libertà espressiva deve essere al centro della produzione dell’autore.

Quali sono quindi i progetti per il futuro, in un momento apparentemente di transizione del fumetto, che sembra ritagliarsi progressivamente una posizione sempre più consapevole all’interno dell’industria culturale?

Vorremmo arrivare a essere un catalogo, un trampolino di lancio per i fumettisti esordienti. Per esempio, Claudia è stata contatta da Rizzoli per il suo I Diari della Nuke, e questo ci ha reso molto felici. Lavoriamo per contribuire a una legittimazione di questo media da molti ancora considerato derivativo e incapace di autonomia propria.

Al Cinema Lanteri sarà inoltre visitabile, fino al 20 marzo, una mostra di 14 tavole originali di alcuni autori del collettivo. Gli orari sono: mar-ven 7.30-15.00 18.30-22-30, sab-dom 8.30-13.00 16.30-22.30

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