Con La valle degli Immortali, Yves Sente – supportato dai disegni di Teun Berserik e Peter van Dongen (responsabile anche della colorazione) – torna alle origini della saga di Blake e Mortimer. Ne Il bastone di Plutarco aveva ricostruito che cosa era accaduto prima delle vicende del Segreto dell’Espadon e ora racconta che cosa accadde fra il termine della guerra contro l’Impero Giallo e gli eventi del Mistero della Grande Piramide.
Un gancio immediato per gli appassionati è quindi l’arricchimento di quella che potremmo definire la “strana fase” delle avventure del duo britannico, con un corollario di curiosità su come gli autori moderni riprendono spunti e dettagli di quei lontani albi.
A questo si aggiunge lo sguardo sulle scelte di Sente, dopo i contrasti con l’editore per il suo approccio ai personaggi. Poiché Renato Pallivicini su Fumettologicasi è già fatto carico di mostrare le ricorrenze fra questo episodio e l’Espadon, noi possiamo dare uno sguardo sulle particolarità dell’origine della saga e sull’impostazione di Sente.
Il passato in trasparenza
Minaccia su Hong Kong è la prima delle due parti nelle quali si articola La valle degli Immortali: la seconda, dal titolo Le millième bras du Mékong, è prevista per il 2020. Ambientata a ridosso della vittoria alleata sull’Impero Giallo di Basam-Damdu, questo episodio porta in scena la fase di raccordo fra la prima avventura di Blake e Mortimer, pubblicata nell’immediato dopoguerra, e le successive.
Per gli appassionati è un periodo che suscita particolare curiosità, poiché Jacobs di fatto pose le vicende dell’Espadon in una sorta di limbo narrativo: seppur qualche riferimento le richiamava, il mondo delle Avventure non porta traccia di quella guerra e fin da subito l’autore belga ha utilizzato il mondo reale come ambientazione delle proprie storie. Potremmo dire che L’Espadon funziona da mito fondante della saga: una storia vera che racconta cose mai accadute – nell’universo stesso di Blake e Mortimer.
Da questo punto di vista, Sente aveva già lavorato ai margini di quel racconto ne Il bastone di Plutarco, considerando eventi precedenti alla guerra contro Basam-Damdu. Come già in quell’avventura, anche ne La valle degli immortali inserisce il racconto nella cronaca, e tiene lo scontro finale fra alleati e l’Impero Giallo in sottofondo: ci troviamo quindi davanti una sorta di palinsesto, scorrendo il quale si scorge in trasparenza l’antica storia.
L’unico filo che Sente svolge da quella trama è quello che riguarda Olrik, del quale seguiamo la fuga dalla corte di Basam-Damdu e il confronto con Blake e Mortimer. In questo modo, di fatto, Sente racconta l’inizio del duello infinito fra il villain e il duo britannico: se è vero, infatti, che aveva già messo in scena il loro primo incontro ne Il bastone di Plutarco, in quel caso le due parti non si riconoscevano come avversari particolari, bensì come membri di due parti in conflitto. Il loro era stato un confronto di ruoli, mentre in queste pagine assistiamo alla personalizzazione dello scontro: da “ricercatori contro spie” passiamo a “Blake e Mortimer contro Olrik”, nel bene e nel male leit motiv della costruzione di Jacobs.
Proprio nella caratterizzazione di questo passaggio, Sente potrebbe ricavare spazio di manovra per scavare nelle personalità dei protagonisti. Finora, questo approfondimento aveva sfruttato l’introduzione di personaggi femminili di fascino e spessore, quali la Principessa Gita, Nastasia Wardynska, Elisa e Sarah Summertown, e di sfumature di romance.
Nota l’ostilità dell’editore Dargaud a questo approccio, l’autore belga potrebbe sfruttare la storica rivalità fra l’avventuriero e i due paladini per arricchirne la caratterizzazione, in quella che appare una presa autoriale sulla loro definizione. Di sfuggita, notiamo comunque che Sente non rinuncia a proporre un personaggio femminile, che si fa carico di un gruppo di bambini che rischiano di essere risucchiati dalla povertà nelle file delle organizzazioni criminali che gestiscono molti traffici nella colonia. Appare brevemente, ma, vista la sensibilità dell’autore belga, ci aspettiamo avrà un ruolo nel seguito.
Passo lento, ampio respiro
Teun Berserik e Peter Van Dongen contribuiscono al tono dell’avventura con ricchi sfondi urbani e naturalistici, seppur non dettagliati. L’esperienza di lettura deve molto alla resa degli ambienti, che ricostruisce un mondo lontano con una concretezza che favorisce l’immersione. Sequenze esemplari sono quella del trasporto della collezione del Museo Nazionale Cinese a Taiwan, che si svolge da Nanchino lungo il fiume Yangtze in mezzo a una violenta burrasca; l’attraversamento di Hong Kong da parte di Mortimer, occasione per mostrare panorami e scorci sia della zona centrale della colonia, ricca di palazzi imponenti, sia di quella popolata dalle case galleggianti e abitata dalla parte più povera ed emarginata della popolazione, e quello che si svolge a Londra, fra il British Museum, un albergo di prestigio e le vie, che ci dona uno sguardo sulla Capitale nel dopoguerra. Anche sotto questo aspetto, siamo nel pieno rispetto della tradizione, e la messa in scena soddisfa così l’appassionato che si gode le vedute urbane e naturalistiche. A lasciare perplessi è la resa dei protagonisti in certi momenti, nei quali i loro volti mostrano un appesantimento dei tratti, che li fa apparire certamente molto umani, così da sottolinearne la normalità, ma fin troppo invecchiati.
L’intreccio di questa prima parte procede placido, spostandosi dalla Cina all’Inghilterra a Hong Kong e facendo interagire due trame: la ricerca di un documento risalente al tempo del primo Imperatore della Cina e la messa a punto di un sistema difensivo per Hong Kong, basato su un nuovo progetto di Mortimer. Punto di contatto, l’azione di Xi-Li, uno dei signori della guerra cinesi che si contendono il controllo del territorio. Sullo sfondo, l’avanzata del Partito Comunista Cinese, che determina le scelte del governo britannico.
Sente utilizza un ritmo costante e costruisce lo scenario di questa vicenda articolata tavola dopo tavola, senza fretta né accelerazione alcuna, sfruttando la dimensione del doppio albo per accumulare personaggi elementi e dettagli dell’intreccio.
Il ritmo nasce dall’alternanza di diversi momenti della vicenda, si veda la parte dell’arrivo a Hong Kong di Mortimer, che alterna tavole dedicate alla visita del professore a quelle che mostrano le trame di Xi-Li e ai suoi collegamenti con le triadi. Il primo effetto di questo approccio è la sensazione di un continuo procrastinamento della storia centrale, finché i vari elementi non iniziano finalmente a interagire, in una preparazione comunque lenta.
Questa prima parte rinuncia a dettagli fantastici e lo stesso Skylantern, il nuovo macchinario progettato da Mortimer, appare un’arma “semplice”, più oggetto di design, ovviamente vintage, che oggetto “meraviglioso” al di fuori dell’ordinarietà tecnologica. Minaccia su Hong Kong si muove insomma sul doppio binario di avventura esotica e spionaggio, procede senza fretta né scarti e propone un’immersione morbida in un mondo ben conforme alla struttura classica delle avventure della serie: lettura piacevole per gli appassionati, solida ma senza sussulti né imprevisti, sorta di giro turistico per i luoghi ricorrenti della saga, elegante e consapevolmente manierista.
Abbiamo parlato di:
Le avventure di Blake e Mortimer: la valle degli immortali #1
Yves Sente, Teun Berserik, Peter van Dongen
Traduzione di: n.d.
Alessandro Editore, 2019
56 pagine, cartonato, colori – 18,99 €
ISBN: 9788882854010